L’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia europea in tema di Golden Share; tali azioni, le quali prevedono una sorta di esercizio di poteri speciali dello Stato nelle imprese in cui la mano pubblica mantiene una partecipazione, non sono infatti previste dall’Unione Europea e, come sostiene la Corte, l’Italia è dunque venuta meno ai propri obblighi. C’è da dire che una delle clausole su questi poteri speciali è presente negli statuti di varie società, tra cui Eni, Enel e Telecom Italia. La Corte è quindi assolutamente contraria a casi in cui gli investitori assumono partecipazioni rilevanti nelle imprese: vi sono dei limiti in questo senso, dato che tali partecipazioni devono rappresentare almeno il 5% dei diritti di voto, anche nel caso di accordi tra azionisti.
Passaporto elettronico: servono le impronte digitali
Si inizia a Grosseto e a Potenza, per poi estendere la procedura a tutta Italia: le impronte digitali di ognuno di noi saranno integrate nei