Caro petrolio: via alle centrali nucleari. È la soluzione giusta?

Silvio Berlusconi è intervenuto al summit per la creazione dell’Unione per il Mediterraneo affermando:

E’ necessario che i Paesi consumatori si incontrino al più presto, magari a Londra, per trovare un accordo sul prezzo massimo del petrolio che non può essere superato: in alternativa, serve un massiccio programma di costruzioni di centrali nucleari.

Secondo il presidente è necessario trovare soluzioni a questi aumenti inarrestabili, in caso contrario Berlusconi valuta già delle alternative:

Se i Paesi consumatori di petrolio non riusciranno a trovare una soluzione per calmierare il prezzo del petrolio, è necessario andare avanti spediti con un concreto progetto di costruzioni di molte nuove centrali nucleari, senza attendere quelle di quarta generazione, perché la terza generazione è ottima.

Il presidente dell’Authority per l’energia, Ortis, preoccupato per il mercato del gas

A contribuire a mantenere alti i prezzi del gas sono la frammentarietà del mercato e la mancanza di nuove infrastrutture. A sostenerlo è Alessandro Ortis, presidente dell’Authority per l’energia, preoccupato anche per gli approvvigionamenti invernali di gas in Italia. Secondo Ortis, infatti, durante il prossimo inverno l’Italia potrà beneficiare solo di un’aggiunta di circa 30 milioni di metri cubi al giorno derivanti dal potenziamento di alcuni dei gasdotti a disposizione del paese.

Altre operazioni di miglioramento dell’efficienza dei gasdotti in programma sono state, infatti, rimandate all’anno prossimo come è accaduto, ad esempio, per il potenziamento del TAG che è stato spostato ad ottobre del 2009. Inoltre, sempre secondo i dati forniti da Ortis, la capacità di stoccaggio di Eni è rimasta immutata.

Doppia promozione per Saras: aumenterà la produzione di diesel

Doppia promonizione per il gruppo di Moratti in Borsa da parte di americani e spagnoli. Grazie al potenziamento dell’attività nel diesel, dicono gli analiti, Saras otterrà forti aumenti della redditività con il margine di raffinazione che salirà di 2,2 dollari al barile per raggiungere nel 2012 i 10,1 dollari al barile. E’ la previsione di Citigroup che ha avviato la copertura del titolo Saras con raccomandazione buy e target price di 4,11 euro. Saras ha appena presentato un piano industriale che prevede 1,2 miliardi di euro di investimenti nei prossimi quattro anni investimenti nei prossimi quattro anni per aumentare l’efficienza e incrementare la produzione di diesel.

Per questo motivo anche la banca spagnola Santander ha avviato di recente la copertura sul titolo con traget price a 4,24 euro. Entrambi i report ricordano che Saras possiede una delle più grandi e più efficienti raffinerie del Mediterraneo, quella di Sarroch, vicino a Cagliari, che vanta un elevatissimo grado di complessità. Le caratteristiche tecniche dell’impianto permettono a Saras di raffinare greggi cosiddetti non convenzionali, cioè petroli meno pregiati ma anche di costo decisamente inferiore.

L’inflazione è da costi e non da domanda?

La politica monetaria restrittiva consiste in un rialzo del costo del denaro e si attua per contrastare l’inflazione: fenomeno che si verifica quando ci si trova di fronte ad un aumento dei prezzi. Si aumentano i tassi di interesse affinchè si “domandi” meno denaro, ci sia meno moneta in circolazione e i prezzi diminuiscano. Tuttavia l’aumento del costo del denaro da parte della Bce ha avuto opinioni discordanti. Taluni analisti hanno concordato con questa decisione, altri l’hanno giudicata inopportuna, perché a detta di costoro, l’inflazione attuale è da costi: energetici, delle materie prime e agricole (e non inflazione da domanda).

Prezzo riso e mais sono aumentati nel 2008 di più del 100%

La crisi finanziaria non si ferma ad innalzare in maniera inverosimile il prezzo del petrolio, ma spinge al massimo storico anche le quotazioni di soia e mais che rappresentano la principale fonte per l’alimentazione degli animali negli allevamenti. A loro volta aumentano i prezzi di latte e carne. Il mais costa 7,95 dollari a bushel (quasi 19 centesimi di euro al chilo) e la soia 15,69 dollari a bushel. Aumenta anche il grano con prezzi che hanno toccato 9,92 dollari a bushel (quasi 24 centesimi di euro al chilo). Questo secondo quanto rilevato da Coldiretti, secondo la quale:

Occorre investire nella produzione agricola per dare stabilita’ ai mercati e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti nelle diverse realta’ del pianeta, dove le politiche di mercato devono valorizzare prima di tutto le produzioni locali per essere meno dipendenti dalle esportazioni.

Tra l’altro il maltempo e le calamita’ hanno ridimensionato le previsioni di un aumento dei raccolti mondiali di prodotti agricoli di base necessari per far fronte alla accresciuta domanda dei paesi emergenti come Cina ed India provocando un aumento dei prezzi che sono destinati a rimanere alti nei prossimi mesi.

Volano tariffe dell’energia elettrica

Secondo le previsioni del ”Ref. Ricerche per l’economia e la finanza”, le tariffe dell’energia elettrica aumenteranno di circa l’8% per il trimestre luglio-settembre, con una spesa aggiuntiva di quasi 68 euro all’anno per famiglia. Questo perché gli aumenti consistenti delle quotazioni del petrolio rendono inevitabile un rialzo dei costi di produzione dell’energia elettrica. L’Authority per l’energia, spiega il Ref:

ha già contenuto l’ aumento previsto per il trimestre aprile-giugno, grazie ad una riduzione delle componenti a copertura degli incentivi alle fonti rinnovabili.

Questo non sarà possibile per i prossimi mesi:

Oltre all’incremento dei costi dell’energia – prosegue l’istituto -, entro la fine dell’anno devono anche essere recuperati circa 300 milioni di euro di maggiori oneri sostenuti dai distributori nel 2007 per fornire il mercato vincolato/tutelato. Ecco perché l’aumento della bolletta dovrebbe aggirarsi intorno all’8%.