ENI scopre nuovo giacimento in Timor

L’ Eni ha scoperto un nuovo giacimento petrolifero. Siamo nel mare di Timor, in un’area posta sotto l’amministrazione congiunta di Australia e Timor Est, perforando ad una profondità di 3.658 metri, si evidenzia una significativa presenza di idrocarburi. Secondo le prime stime, il giacimento potrebbe avere una capacità estrattiva di 6100 barili al giorno, un barile corrisponde a 159 litri di greggio. Eni nel settore interessato è operatore con una quota del 40 per cento insieme a Inpex col 35% e Talisman Resources col 25%. Con questa filosofia Eni comincia la rincorsa dopo un 2007 che ha deluso in Borsa: una valutazione a sconto di circa il 20% rispetto alla media dei concorrenti e negli ultimi 6 mesi la performance è stata negativa del 10% (8% rispetto al resto del settore). Pesano una riduzione del 3% nella produzione annuale di idrocarburi e la difficoltà di rimpiazzare le riserve.

ERG: risultati 2007 – 62% rispetto a 2006

ERG è il principale Gruppo indipendente italiano operante nei settori dell’energia e del petrolio, quotato in Borsa dall’ottobre 1997. Opera nella raffinazione del greggio, nella distribuzione di prodotti petroliferi e nella produzione di energia elettrica. Rappresenta oggi circa il 22% della capacità totale di raffinazione nazionale e si posiziona come secondo operatore del settore in Italia. Le vendite ERG sul mercato interno coprono il 9% dei fabbisogni nazionali di prodotti petroliferi.

ERG, attraverso la controllata ERG Power & Gas, alcuni giorni fa entra nel mercato libero dell’energia elettrica con la commercializzazione di 650 milioni di kWh di forniture elettriche a clienti finali per tutto il 2008. Il Gruppo ERG è già presente nel mercato della produzione di elettricità destinata sia al Gestore del Sistema Elettrico GSE che ai fabbisogni elettrici dei clienti del sito industriale siciliano di Priolo (SR), per un totale di circa 5 miliardi di kWh annui. Alessandro Garrone, Amministratore Delegato di ERG afferma che

Questo risultato rappresenta un ulteriore importante passo nella strategia di diversificazione e di sviluppo del Gruppo che rafforza il proprio posizionamento come operatore multienergy.

Il mercato dei biocarburanti

Quando parliamo di fonti di energia alternative pensiamo subito all’energia eolica, ai pannelli solari o anche al nucleare. Ha buone prospettive di crescita però anche il settore dei biocarburanti (Bill Gates nel 2007 ha scelto di investire in questo settore 84 milioni di dollari), che non sono altro che propellenti ottenuti da biomasse come grano, mais, bietola, canna da zucchero ed altri. Si tratta di un’energia rinnovabile a tutti gli effetti perchè non contribuisce all’effetto serra, anche se molti ambiantalisti ne hanno sottolineato lo svantaggio di togliere campi alla coltivazione di alimenti e dil conseguente aumento del prezzo dei cereali.

Tra le aziende italiane che producono troviamo Snia che ha da poco scelto di puntare sul biodiesel e sul bioetanolo. Snia basce come azienda chimica ma nel 2007 ha ottenuto da Polimeri Europa la concessione dei diritti esclusivi di vendita di alcuni prodotti biofuel. Inoltre ha concluso un aumento di capitale da 42 milioni di euro per avviare il nuovo settore.

Dollaro debole: i pro e soprattutto i contro

Così funzione per chi vuole investire in immobili e sceglie le case americane, ma anche per le società. Nel 2007 le acquisizioni di aziende e società italiane nel mercato statunitense hanno varcato la soglia dei 7,7 miliardi di euro, segnando un incremento del 32% rispetto al 2006.

L’occasione è stata colta al volo dalla Fiat, così come Finemaccanica, che inaugura uno stabilimento a Philadelphia, o Enel, che ha impiantato in Texas la sua più grande central di energia eolica. Questi sono solo alcuni degli esempi più recenti.

Millennium®: il legante “antismog” di Italcementi

Italcementi nasce nel 1864 in provincia di Bergamo come Società Bergamasca per la Fabbricazione del Cemento e della Calce Idraulica. Nel 1925 ottiene la quotazione in Borsa, e dopo 2 anni assume l’attuale ragione sociale. In Italia la società si è sviluppata grazie ad un attento piano di investimenti ed incorporazioni di altre aziende cementiere raggiungendo rapidamente una forte posizione sul mercato, fino a diventare il primo produttore di cemento del paese. A partire dalla seconda metà degli anni 90 il Gruppo ha rilanciato il processo di diversificazione geografica attraverso una serie di acquisizioni in Paesi emergenti come Bulgaria, Marocco, Kazakhstan, Tailandia, India oltre a operazioni condotte in Nord America. Attualmente il gruppo è presente, con oltre 21.800 dipendenti, in 19 paesi su 4 continenti.

Oro, capirne il valore ed investire

Nuovo record per l’oro! Il metallo prezioso trainato dalla debolezza del dollaro (anche questo ha stabilito un nuovo record: euro sopra 1,53) è venduto a 995,20 dollari l’oncia. Cerchiamo di capire bene una volta per tutte quanto è un’oncia e come è quotato l’oro.

L’oro può essere quotato al grammo o all’oncia. Un’oncia corrisponde a 31,1035 grammi. Nel 2001 un’oncia d’ora sarebbe costata 250 dollari; da allora ad oggi, in soli 7 anni, il prezzo dell’oro è praticamente quadruplicato. Da sempre questo metallo è stato sfruttato per il suo valore nel tempo come riserva monetaria o bene rifugio, soprattutto nei momenti di crisi della valute. Rispetto al tasso di inflazione il valore dell’oro è incredibilmente rimasto stabile nel tempo, il suo valore però è stabilito, come per altre commodities, dal rapporto domanda-offerta.

Essendo considerato un bene rifugio nei momenti di difficoltà dei mercati il suo prezzo tende a salire. Per capire meglio se nel 2001 io avessi acquistato 100 grammi di oro li avrei pagati 806 dollari circa. Otto anni dopo, oggi quindi, i miei 100 grammi di oro conservati in una bella cassetta di sicurezza, hanno un valore pari a 3’200 dollari circa: un incremento mica male se si considera che l’investimento di partenza era di soli 800 dollari circa.

Eni-Pdvsa: accordo strategico per lo sviluppo di un’area petrolifera in Venezuela

Il ministro dell’energia e del petrolio del Venezuela e presidente della compagnia nazionale venezuelana Pdvsa, Rafael Ramirez, e l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, hanno firmato in questi giorni a Caracas, alla presenza del ministro degli Esteri italiano Massimo D’Alema, un importante accordo strategico per lo sviluppo di un’area petrolifera nella faja dell’Orinoco, che e’ il piu’ grande deposito di idrocarburi pesanti mai scoperto al mondo con una quantita’ di olio in posto pari a 1.300 miliardi di barili e ingenti riserve, al momento valorizzate solo in piccola parte (la produzione attuale e ‘ di circa 600mila barili di olio al giorno). L’accordo tra Eni e Pdvsa riguarda “Junin 5“, uno dei blocchi petroliferi più promettenti della Faja. Junin 5 è situato nello stato di Anzoátegui, all’incirca 550 chilometri a sud-est di Caracas, e si sviluppa su un’area di circa 670 chilometri quadrati: all’interno del blocco sono stimate risorse potenziali per miliardi di barili, già confermate da numerosi pozzi esplorativi. Eni e Pdvsa hanno concordato di eseguire congiuntamente gli studi necessari per la determinazione delle riserve dell’area e lo schema di sviluppo più idoneo.

C’era una volta il latte… Oggi incremento medio di circa il 10%

I dati parlano chiaro: l’Osservatorio prezzi e tariffe del Ministero dello Sviluppo economico ieri in occasione della convocazione dei rappresentanti dell’industria e del commercio di settore da parte del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, De Castro, e del Garante per la sorveglianza dei prezzi, Antonio Lirosi, ha diffuso i dati riguardo l’aumento del prezzo del latte. In un anno, dal gennaio 2007 al gennaio 2008, il latte ha subìto un aumento dell’8,7%. E Milano e’ da record: nel 2007 il prezzo è aumentato del 16%. Impennata anche a Torino (+15%), mentre gli andamenti piu’ moderati si sono avuti a Napoli (+4,7%) e Firenze (+2,4%). Nell’ incontro al Mipaaf si sono esaminate le dinamiche e i problemi del settore latte, e si e’ appurata la presenza sul mercato di livelli di prezzo che variano in relazione alla tipologia del servizio, del punto vendita e come abbiamo visto, delle citta’. Al tavolo sono state anche rilevate le numerose segnalazioni riguardanti aumenti del prezzo del latte ricevute dal numero verde delle Camere di commercio in questi primi due giorni di attivazione (40 sulle 750 telefonate pervenute).

Commodities agricole per diversificare il proprio portfolio

Cosa sono le commodities? Sono semplicemente le materie prime, come petrolio e metalli preziosi, ma anche legname, cereali e prodotti “tropicali”( caffè e cacao). Il trading delle commodities segue le stesse regole del mercato azionario, con la sola differenza che le tendenze sono generalmente più chiare e soprattutto più durature.

Da qualche anno a questa parte gli investitori hanno scoperto questo tipo di investimento per diversificare il proprio portfolio. Complice la crisi dei mercati le materie prime ora stanno correndo, e non solo petrolio e metalli preziosi, che hanno stabilito un record dopo l’altro.

I crolli improvvisi tipici del mercato azionario sono più rari e facili da prevedere sulle commodities, le quali sempre più rappresentano un rifugio per tutti gli investitori, da quelli professionisti ai retail. Il pericolo però per quanto riguarda petrolio e metalli preziosi è che il grande rialzo ci sia già stato e che grossi ritorni potrebbero non arrivare se non a lunghissimo termine, perchè allora non guardare al mercato delle commodities agricole?

Crescita europea in calo, Italia ultima della classe

Ultimo quarto trimestre del 2007 in rallentamento per l’Europa: lo 0,4% da settmebre a dicembre, contro lo 0,7% del trimestre estivo. Un rallentamento leggero ma che non poteva preannunciare nient’altro che un taglio delle stime per il 2008. E così è stato: inflazione elevata ed in crescita, congiuntura internazionale negativa e rialzo delle materie prime. La zona euro crescerà appena dell’1,8% nell’anno in corso.

L’inflazione sarà al 2,9% nell’Ue e del 2,6% nella zona euro e secondo le stime non ritornerà a livelli normali fino all’ultimo trimestre. Dalla commissione europea arrivano comunque parole rassicuranti, soprattutto per le economie europee più robuste, e la certezza che non servano pacchetti fiscali stile “Bush”.

Nel dettaglio la Germania crescerà dell’1,6%, la Francia dell’1,7%, la Spagna del 2,7%. E l’Italia? Per noi il discorso è un po’ diverso. Mentre le altre grandi economie europee possono contare, parola di Almunia, su

buoni fondamenti,

noi rappresentiamo “l’ultimo della classe“.

Acciaio quotato al London metal Exchange, anche USA progetta di lanciare il suo primo contratto

Il London metal Exchange è il più grande mercato dei metalli non ferrosi al mondo. Il valore nominale giornaliero dei contratti scambiati si aggira attorno ai 10 miliardi di dollari. Annualmente il volume di trading è di circa 60 milioni di lotti con un controvalore di circa 2000 miliardi di dollari. Il LME contratta futures, opzioni e tapos su alluminio primario e secondario, rame, zinco, nichel, piombo, stagno e plastica. Le contrattazioni sono condotte attraverso il sistema LME Select e le contrattazioni nel floor di Borsa , oltre che via telefono 24 ore su 24. Il LME è un luogo di incontro dove si trovano i contraenti e qui nasce il punto di riferimento principale per la fissazione del prezzo del metallo fisico, inoltre il LME fornisce strutture dislocate in tutto il mondo dove i partecipanti possono consegnare e ritirare i metalli.

Nuovo record petrolio: più di 100 dollari al barile, ancora caro benzina

Il prezzo del petrolio continua a volare e supera la soglia dei 100 dollari al barile. Al Nymex di New York il Light crude avanza di 4,60 dollari a 100,10 dollari, superando il precedente record storico di 100,09 dollari di inizio gennaio, quando il petrolio aveva oltrepassato per la prima volta i 100 dollari. Nuovo record anche per il Brent, il greggio di riferimento europeo, è salito al nuovo massimo storico di 98,70 dollari al barile. Il prezzo del petrolio e’ tornato sopra quota 50 dollari nel 2004. Difatti nel 1990 l’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein porto’ il greggio a 35,62 dollari al barile. Nel 2007 l’oro nero aveva gia’ superato i 99 dollari, arrivando a 99,29 dollari, mentre nel 2006 il greggio era rincarato in media di 67-70 dollari al barile. Oggi l’impennata del greggio e’ trainata dalla forte domanda mondiale, guidata soprattutto dalle economie emergenti, come la Cina e dai timori per i rifornimenti globali, il timore che in questi giorni i dati sulle scorte settimanali Usa mostreranno una nuova stretta e la prospettiva di una riduzione dei livelli di produzione da parte dell’Opec. L’organizzazione dei Paesi produttori si riunirà il 5 marzo a Vienna e stando a quanto dichiarato nei giorni scorsi dai ministri del petrolio di Algeria e Iran, potrebbe decidere di ridurre la produzione nel secondo trimestre per via del calo della domanda che si verifica con la fine della stagione invernale nell’emisfero settentrionale.

Sud Africa: Mondiali e metalli preziosi, ma non solo

Continua il nostro “giro del mondo dei mercati”. Qualche giorno fa abbiamo cercato di capire se l’Africa stesse incominciando ad alzare la testa e se fosse giunto il momento di investire nel continente nero. Il paese africano che però la testa l’ha alzata già da molto tempo è il Sud Africa. Vedremo quali opportunità offre e se può essere considerato un “paese emergente”.

Il Sud Africa ha ormai una stabilità ed una credibilità tale da poter essere visto come un paese già “emerso”: la sua economia ha giovato, e giova tuttora, delle risorse che possiede in particolare metalli preziosi, come oro e platino, di cui è il maggior estrattore mondiale, e diamanti. In passato la sua economia era totalmente legata a questo settore, mentre ora grazie ad una maggiore diversificazione verso l’agricoltura, il settore finanziario ma anche il settore manifatturiero, sembra esservi meno intrecciata.