Multa record a Saint-Gobain e Asahi per cartelli non autorizzati sul vetro

 Cie. de Saint-Gobain SA, unità della società belga Soliver e Asahi Glass Co., facente parte della compagnia giapponese Nippon Sheet Glass Co., sono state condannate dall’Unione Europea a pagare una multa di ben 1,38 miliardi di euro a seguito di alcuni reclami secondo cui le due compagnie avrebbero fissato il prezzo dei vetri per autovetture. Saint-Gobain, la più grande azienda vetraria del mondo, ha subito la condanna al pagamento di 896 milioni di euro, la maggiore sanzione che sia mai stata inflitta a una società secondo quanto affermato dalla Commissione Europea.

 

Invece, Asahi Glass ha dovuto pagare la somma di 113,5 milioni di euro: il resto della multa è stato pagato da un’altra unità della Nippon, Pilkington (370 milioni di euro) e da Soliver (4,4 milioni di euro). Le sanzioni pecuniarie hanno raggiunto dei livelli così alti dato che le compagnie condannate sono recidive. Infatti, quasi un anno fa, Saint-Gobain, Pilkington e altre due società concorrenti furono condannate a una multa di 487 milioni di euro per aver partecipato a un cartello separato al fine di selezionare i prezzi del vetro utilizzato nell’industria delle costruzioni.

Per Noble le commodities torneranno a salire. Il mercato tuttavia resta in preda alla paura

 Per Noble Group Ltd le commodities torneranno a salire. La società con sede a Singapore e attiva nel settore delle materie prime ha presentato oggi i risultati economici relativi al terzo trimestre: utile netto  di 148 milioni di euro in salita dai 61 milioni dell’anno scorso; ricavi che balzano del 66% a quota 9,4 miliardi. Richard Elman, amministratore delegato del gruppo si è espresso con ottimismo intorno alle prospettive di redditività, dichiarando che il calo delle commodities è solo temporaneo e che i prezzi potrebbero tornare a salire grazie agli interventi dei governi per rilanciare la crescita economica.

“Quello che vedo è un punto di minimo. Non sarei sorpreso se vedessi i prezzi decollare ancora nei prossimi 12/18 mesi. […] Molti paesi agiranno con rinnovato vigore per revitalizzare le proprie economie. I cinesi stanno mettendo un sacco di soldi nelle infrastrutture.”

Scende anche il mercato USA: la fine della recessione non è vicina. I calcoli di Bloomberg

 Si è già spenta l’euforia portata sul mercato dall’elezione di Obama. Nell’ultima seduta di contrattazioni l’indice S&P 500 ha perso più del 5%, annullando quindi il +4,1% del giorno precedente. A spingere le vendite sono state le brutte notizie pubblicate in giornata, venute a ricordare che la recessione non è ancora passata. Secondo ADP Employer Services il mercato del lavoro USA ha perso a ottobre 157’000 unità (non accadeva dal 2002), mentre l’industria dei servizi si sta contraendo ad una velocità che non ha precedenti (stime dell’ Institute of Supply Management). In giornata poi si è espressa anche Meredith Whitney; l’analista di Oppenheimer che per prima ha previsto lo scoppio della crisi ha parlato ieri di un imminente calo del mercato dei prestiti ed in particolare del settore delle carte di credito. Sempre secondo Whitney le proposte di Obama in merito ai mutui potrebbero danneggiare le banche riducendone l’appetito per il rischio. Forte calo anche per il petrolio, sceso a 65 dollari al barile dai 70 di ieri.

Aumentano i prezzi dei diamanti: Harry Winston e Rio Tinto potenziano la perlustrazione del prezioso cristallo

 La domanda per investimenti sicuri e la carenza di nuove significative miniere da estrazione faranno aumentare i prezzi dei diamanti, dopo che i mercati finanziari mondiali si saranno stabilizzati: è quanto affermato da Robert Gannicott, direttore generale della Harry Winston Diamond Corp. Le riserve mondiali di diamanti grezzi raggiungeranno con difficoltà la domanda attesa, dato che gli acquisti cresceranno notevolmente in Russia, Medio Oriente e soprattutto in Asia. Gannicott, intervistato a tal proposito, ha affermato che:

I prezzi dei diamanti non sono ancora apprezzati totalmente dai mercati delle materie prime. Non credo che sia stato ben compreso il gap esistente tra domanda e offerta.

Calano le vendite di Rio Tinto e BHP, dopo la decisione della corte in favore di una condivisione ferroviaria con Fortescue

 BHP Billiton Ltd. e Rio Tinto Group, seconda e terza società mondiali per l’esportazione di minerali ferrosi, potrebbero essere costretti a rallentare le spedizioni dopo che l’alta corte ha confermato una decisione a favore della suddivisione della rete ferroviaria con le compagnie concorrenti. L’alta corte ha respinto, inoltre, il tentativo di BHP di sospendere l’utilizzo da parte di Fortescue Metals Group Ltd  dei suoi binari Mt. Newmann e Goldsworthy. Il tribunale australiano della concorrenza doveva già prendere una decisione finale lo scorso anno, quando il tesoriere Wayne Swan aveva stabilito di utilizzare altre tre aree minerarie nell’Australia occidentale, tra cui due appartenenti a Rio Tinto.

 

BHP ha annunciato che le vendite potrebbero crollare se dovesse avvenire la “spartizione” delle ferrovie: le previsioni dicono che questi binari trasporteranno circa 137 milioni di tonnellate metriche di ferro durante quest’anno fiscale. Rio Tinto e BHP stanno espandendo le loro operazioni minerarie per riuscire a far fronte alla grande domanda di materiali in acciaio, domanda che ha spinto i prezzi a un livello mai raggiunto in precedenza.

 

Commodities: tornano gli acquisti a causa del dollaro debole. Due ETF su cui puntare

 Tornano a salire le commodities. Era da luglio che il mercato stava rintracciando dai massimi, ma adesso sempre più operatori sembrano credere all’avvio di una nuova fase di rialzi. Ieri lo Standard & Poor’s GSCI Index per le commodities è salito dell’8,4% con rialzi record per il petrolio (+17%), platino, argento e soia (+9%). L’ indice Reuters/Jefferies CRB, basato sui prezzi di 19 materie prime (dal caffè al greggio) ha messo a segno un rialzo del 3,9%, il più alto della storia dell’indice.

Si sgonfiano i prezzi delle commodities agricole: scendono granturco, grano, soia e riso

 Se a fine maggio la preoccupazione per il prezzo delle più importanti commodities agricole era davvero alta, in questi ultimi giorni l’allarme sta rientrando. Rispetto ai massimi di maggio il prezzo del granturco è sceso del 35%, quello della soia del 28%, quello del grano intorno al 20%. In discesa anche il riso che ha fatto segnare un -22%. Significativo inoltre il fatto che le i maggiori ribassi sono stati registrati nelle ultime due settimane tanto che negli ultimi cinque giorni di contrattazioni il calo è stato in media dell’11%.