Accordo Vodafone-Telefonica per la condivisione delle reti di telecomunicazione mobile in Europa

 Vodafone e la spagnola Telefonica hanno annunciato la decisione di integrare le loro reti di telecomunicazione mobile in alcuni Paesi di competenza. Nello specifico l’accordo tra i due operatori prevede la condivisione delle infrastrutture in Spagna, Germania, Irlanda e Gran Bretagna per un risparmio decennale di circa centinaia di milioni di euro. Scopo principale dell’intesa è quello di far fronte alla crisi economica attraverso la cooperazione e il conseguente abbattimento dei costi. Previsti vantaggi anche per i clienti delle due compagnie:

Telefonica e Vodafone approfitteranno dei loro accordi per facilitare la diffusione delle loro rispettive reti, migliorando allo stesso tempo la qualità del servizio a lungo termine per i loro clienti e l’esperienza dell’utente di telefonia mobile, portando l’offerta di servizi come la banda larga mobile a un maggior numero di clienti su una maggiore area di copertura.

Yahoo alla conquista del New York Times. Ma non stava congelando gli stipendi?

 E se Yahoo comprasse il New York Times? L’ipotesi non sembra fantascienza. Anzi. Il quotidiano più prestigioso degli States, tra l’altro, è in crisi da un po’.

Lo riporta Repubblica: Vittorio Zambardino, sul suo blog, Scene Digitali, rilancia l’ipotesi fatta da Barron’s. L’idea sarebbe frutto delle strategie della nuova CEO di Yahoo, Carol Bartz. Nulla, ancora, è definito o ufficiale, ma il mercato e gli analisti stanno cominciando ad interrogarsi sul senso di una simile mossa. Il passaggio dal mondo del web alla dimensione editoriale – per di più di estremo spessore, dato che si tratta appunto del New York Times – avrebbe pro e contro. E certo sarebbe estremamente significativo dal punto di vista dei cambiamenti in atto nel mercato. Ma Yahoo se lo può davvero permettere?

Per Banca Imi Tiscali vale più di un euro e il titolo vola

 Le tante indiscrezioni sulle trattative in corso concordano quasi alla perfezione: il compratore BSkyB è disponibile a pagare gli asset inglesi di Tiscali ( una somma che valorizza l’intero gruppo all’incirca 1 euro per azione, meno della metà delle cifre che circolavano quest’estate, ma il 20% in più del valore di Borsa di oggi. Il Sole-24Ore di oggi riferisce che la trattativa con BSkyB è entrata nella fase finale e che la transazione è nell’ordine dei 450 milioni di sterline, ovvero 580 milioni di euro, la stessa somma di cui avevano parlato altre fonti giornalistiche due settimane fa ed il mese scorso. L’offerta della società della pay tv inglese (controllata da News Corp) porta ad una valutazione di Tiscali UK che è quasi identica a quella di Banca Imi, la banca d’affari che, insieme a Jp Morgan, svolge il ruolo di advisor per conto di Tiscali.

Con la crisi le vendite di quotidiani economici sono salite vertiginosamente, ma la raccolta pubblicitaria cala inesorabilmente

 La profonda crisi finanziaria in atto, alimentando sete di informazione in tempo reale ma anche desiderio di approfondimento su temi economici specifici, ha creato un’occasione senza precedenti per la stampa economica e per i siti web delle testate generaliste. Dall’inizio di settembre le vendite di quotidiani come Sole 24 Ore, Milano Finanza, Finanza Mercati e Libero con il suo inserto economico Libero Mercato sono aumentate in modo consistente. Questo effetto della crisi è reso ancora più evidente dall’esplosione dei ‘click’ registrati dai siti web delle stesse testate o dal ‘canale economia’ del Corriere.it – per non parlare di televisioni come la Cnbc, da sempre molto attente alla finanza.

Generalmente, quando l’economia va bene, la gente vuole
investire i propri risparmi: è allora che il pubblico delle testate come la nostra si allarga. Invece nelle fasi di mercato debole di solito perdiamo lettori,

ha spiegato a Reuters Alessandro Bompieri, direttore generale all’area editrice del Sole 24 Ore.

Espresso giù in borsa del 10%: è il crepuscolo degli dei per la carta stampata?

 Si sa quando l’economia ristagna e le crisi è ormai alle porte, uno dei primi comparti a soffrirne è quello della pubblicità. E a farne le spese sono perciò per primi i gruppi editoriali, come l’Espresso che ha perso ieri in Borsa il 10%. Le stime dellUpa (Utenti pubblicitari associati) mostrano, infatti, dati poco incoraggianti per il settore. Secondo le previsioni per il 2008 si avrà un incremento dello 0,5% rispetto al +3,4% di giugno. Particolarmente pesante, come dicevamo, la flessione della raccolta pubblicitaria per la carta stampata, stimata in calo del 3,5% rispetto al precedente +1,4%. Buona tenuta della televisione e della radio: +1,4% rispetto al precedente +1,6%, con una punta del -4,7% per i periodici; la televisione, per contro, crescerà di un modesto +1,4% e la radio avrà un trend positivo con una crescita del 4,2%. Sul 2009 l’Upa non si sbilancia, ma parla di “profonda incertezza” di fronte al deterioramento dell’economia.

Telecinco crolla negli ascolti, ad agosto peggior performance della storia

 Dopo aver dominato per lungo tempo le classifiche dell’auditel iberico, in agosto la corazzata spagnola di Mediaset, Telecinco ha avuto un vero e proprio tracollo, sprofondando al terzo posto del ranking, superata dai rivali storici Tve e da Antena 3. E d’altra parte la recente riforma radiotelevisiva promossa da Zapatero, che tante critiche aveva scatenato soprattutto proprio da Telecinco che aveva minacciato ricorsi alla corte costituzionale, che ha creato nuovi canali, come la Cuatro e la Sexta, ha sicuramente frammentato l’audience televisiva andando ad intaccare maggiormente proprio il gruppo italiano. I dati di ascolto registrati nel mese di agosto (14,9%), infatti, sono i peggiori da quando il gruppo ha fatto il suo ingresso nel mercato spagnolo. Secondo gli esperti il risultato cosi disastroso sarebbe da addebitare soprattutto ad una programmazione ormai vecchia e poco attenta ai nuovi gusti e alle nuove mode, che in Spagna sembrano attecchire maggiormente che altrove, considerando che programmi come il Gran Hermano, trasmesso da Telecinco appunto, ha dati di ascolto inferiori che in altri paesi europei.

Il rebus Telecom sembra non conoscere soluzione: necessario aumento di capitale?


Dopo aver toccato i minimi da dieci anni, sempre più vicino alla soglia di 1 euro il titolo Telecom Italia stenta a recuperare fiducia negli investitori. E d’altra parte sembra la sempre più intricata questione sul futuro assetto aziendale, dopo le dichiarazioni di uno dei principali soci, Gilberto Benetton, comincia ad assumere quasi i toni della farsa verso chi, in questi anni ha scommesso sull’azienda e fino ad ora è rimasto clamorosamente scottato.

Le affermazioni di Benetton, mercoledi, infatti erano sembrate chiare ed inequivocabili, affermando senza mezzi termini che prima o poi Telecom Italia dovrà fare un aumento di capitale e in quell’occasione la sua famiglia potrebbe decidere di non sottoscrivere, diluendo la propria quota. Le secche smentite subito giunte dai vertici aziendali non hanno assolutamente convinto i mercati, che sembrano ormai voler punire il titolo proprio e soprattutto per la sua mancanza di chiarezza circa il prosieguo del percorso aziendale.

Wall Street Journal: Yahoo riorganizza la sua attività

Yahoo sta pianificando una riorganizzazione della sua attività per centralizzare i suoi numerosi gruppi di prodotto. Questo secondo un’articolo in fronte page sul Wall Street