Moody’s declassa le obbligazioni di KBC dopo la prima perdita trimestrale della compagnia belga

 KBC Group NV, maggior compagnia per volume di mercato del Belgio per quanto riguarda i servizi finanziari, ha annunciato che le annotazioni relative agli investimenti strutturati costringeranno la società a tagliare i profitti del quarto trimestre di circa 900 milioni di euro. Tale ribasso è la conseguenza del declassamento da parte di Moody’s Investors Service di alcune obbligazioni debitorie detenute dalla stessa KBC. La società belga, la quale ha già ottenuto ben 3,5 miliardi di euro dal governo della nazione europea per poter far fronte alla crisi del credito, ha riportato lo scorso novembre la sua prima perdita trimestrale da quando la compagnia è stata creata, a seguito di una fusione, nel 1998.

Secondo Ivan Lathouders, analista economico presso la Bank Degroof di Bruxelles:

KBC è sempre stata molto proattiva e trasparente per quanto riguarda la sensibilità dei suoi profitti nei confronti dei cambiamenti nel valore degli investimenti.

In relazione invece agli andamenti borsistici del titolo, la compagnia belga ha guadagnato 54 centesimi di euro, vale a dire il 2,6%, chiudendo a quota 21,59 euro alla borsa di Bruxelles (il Brussels Stock Exchange, meglio noto come Euronext Brussels): in tal modo KBC ha potuto vedere il suo valore aumentare fino a 76 miliardi di euro.

Nonostante la crisi globale, il 2008 è stato un anno eccezionale per Lego

 Lego A/S, la nota azienda danese produttrice di giocattoli, potrebbe ottenere un guadagno record per quanto riguarda le vendite negli Stati Uniti nell’anno che sta per concludersi: il successo della compagnia è testimoniato dal fatto che sempre più genitori e bambini sono alla ricerca di giocattoli di qualità e che durino nel tempo. La crescita totale delle vendite della Lego sarà notevolmente superiore rispetto alle sue proiezioni di agosto, le quali avevano indicato un aumento del 12%, così come ha affermato in un’intervista telefonica il presidente dell’azienda, Soren Torp Laursen. La compagnia sta concludendo un anno davvero eccezionale per quanto riguarda i risultati economici negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Sempre secondo Laursen:

La società è molto unita, ci si sostiene l’un l’altro nonostante le condizioni attuali stiano mostrando come non ci sia da attendersi un futuro roseo dal punto di vista macroeconomico.

Lego, che ha sede nella città di Billund in Danimarca, rappresenta la più grande azienda al mondo per quanto riguarda la produzione dei famosi mattoncini a incastro per bambini: anche la compagnia K’NEX Brands LP, specializzata nella costruzione dei vari pezzi da montare, ha annunciato che le vendite sono in rialzo, nonostante l’industria dei giocattoli sia in difficoltà. Secondo Sean McGowan, analista economico di tale tipo di industria per la Needham & Co. di New York, le vendite di giocattoli dovrebbero subire un calo di 5 punti percentuali quest’anno.

La riscossa di Telecom Italia in Borsa

 Nell’ultimo mese il titolo Telecom Italia ha registrato una perfomance positiva del 20%, facendo meglio di tutto il comparto (l’indice Dow Jones delle tlc europee ha registrato infatti un +8% nello stesso periodo di tempo), e risultando in assoluto come il miglior titolo di tutto il principale listino di Piazza Affari. La comunità finanziaria, dopo aver pesantemente penalizzato il titolo, ora sembra cominciare ad apprezzare gli sforzi del nuovo management sul piano della ristrutturazione, basato su un forte ridimensionamento del debito, attraverso un consistente contenimento dei costi. A spingere sul titolo infatti sono le voci che vogliono una nuova struttura organizzativa più snella ed efficace all’interno dell’elefentiaco colosso delle tlc italiano, oltre che almeno due notizie importanti uscite in questi ultimi giorni.

Fiat pronta ad una profonda ristrutturazione per reagire a questa durissima crisi

 Spinta dalla crisi Fiat, come il resto dell’industria dell’automobile, sarà costretta ad una ristrutturazione radicale che ne cambierà i connotati. Per tornare a generare valore dovrà ridurre i costi e spingere a fondo sull’innovazione. L’auto del futuro dovrà costare meno ed avere sempre maggiore efficienza sia dal punto di vista dei consumi che da quelli della resa su strada. Questo comporterà perciò un profondo e radicale cambiamento in quello che è stata l’organizzazione dell’industria dell’auto fino ad ora. Questo almeno è quanto pensano il suo amministratore delegato Marchionne e gran parte degli esperti del settore. La situazione disastrosa in cui versano Gm e Chrysler in America, ha dimostrato come la politica dei grandi suv onnivori di energia portata avanti dai colossi di Detroit per anni e le loro grandiosi politiche di sviluppo di macchine sempre più potenti ed ingombranti è fallita miseramente.

Warner rimuove la sua musica da YouTube dopo le fallite trattative sui diritti d’autore

 Warner Music Group Corporation, società discografica statunitense che rappresenta una delle quattro principali etichette musicali del mercato mondiale, ha annunciato che provvederà a rimuovere tutti i suoi video e le sue canzoni dal sito YouTube di Google Inc., a seguito delle fallite rinegoziazioni di ieri relative ai diritti d’autore. Centinaia di migliaia di videoclip degli artisti musicali più importanti , come anche tutti i contenuti riguardanti la divisione pubblicitaria della Warner, verranno rimossi, come ha fatto sapere la società in un comunicato stampa. Secondo un accordo del settembre 2006, la compagnia musicale di New York incassa delle entrate dalle pubblicità e da altri pagamenti per le royalties.

 

Will Tanous, portavoce della Warner, ha così commentato la notizia:

Molto semplicemente, non possiamo accettare i termini che hanno portato alla rottura delle trattative e allo stesso tempo compensare artisti, autori, etichette e pubblicitari per il valore che essi forniscono.

C’è anche da dire che Warner Music fa anche molto affidamento sui suoi redditi derivanti dalla musica digitale per fronteggiare la concorrenza della pirateria online e il rallentamento della domanda di cd. La crescita delle vendite di musica digitale ha però subito un calo di 28 punti percentuali durante quest’anno: un dato preoccupante, se confrontato con le crescite registrate nel 2006 (+65%) e 2007 (+45%).

Honda trasferisce ricerca e sviluppo all’estero per accrescere la produzione

 Il presidente della Honda Motor Co., Takeo Fukui, ha annunciato che l’azienda automobilistica asiatica potrebbe spostare il settore della ricerca e sviluppo fuori dal Giappone, al fine di accrescere la produzione oltreoceano nel caso lo yen dovesse rafforzarsi ulteriormente. Lo stesso Fukui ha così spiegato i dettagli dell’annuncio:

Avremmo bisogno di ridurre la nostra capacità interna se la valuta giapponese dovesse continuare a essere scambiato a una quota superiore ai 90 yen per dollaro. L’azienda potrebbe decidere di porre termine all’importazione di prodotti completi.

 

Honda, seconda maggior azienda del Giappone per quanto riguarda la costruzione di autoveicoli, si aspetta ora che i prossimi sei mesi comporteranno notevoli perdite per la prima volta negli ultimi quindici anni. Il governo giapponese ha, tra l’altro, fatto sapere che ci sono possibilità di un suo intervento nei mercati valutari per proteggere l’economia del paese. Il primo ministro giapponese, Taro Aso, ha subito molte pressioni per interrompere l’impennata dello yen nei confronti del dollaro, evento che ha provocato l’erosione del valore delle esportazioni della nazione asiatica. Il prodotto interno lordo, inoltre, ha subito una contrazione di 1,8 punti percentuali nel terzo trimestre del 2008. Ogni yen che viene guadagnato contro il dollaro provoca un taglio del profitto operativo annuale della Honda di circa 18 miliardi di yen, secondo alcuni dati forniti dalla compagnia.

Heiniger si dimette da Rolex in un periodo difficile per l’industria degli orologi di lusso

 Rolex Group, l’azienda svizzera specializzata nella produzione di orologi, ha annunciato che il direttore generale Patrick Heiniger ha rassegnato le dimissioni per motivi personali dopo ben sedici anni. La compagnia di Ginevra ha inoltre precisato che Heiniger lascierà la Rolex al termine di questo anno. La società ha anche provveduto a smentire seccamente le indiscrezioni secondo cui vi sarebbero perdite per un miliardo di franchi svizzeri (900 milioni di dollari) conseguenti all’investimento effettuato con Bernard Madoff, il manager statunitense accusato recentemente di frode. Secondo alcune previsioni economiche, le vendite relative ai beni di lusso, e in particolare agli orologi, scenderanno di 4 punti percentuali nel 2009, dato che la crescita del reddito proveniente dai mercati emergenti è in netto declino.

 

Secondo Jon Cox, analista economico della società Kepler Capital Markets di Zurigo:

Le dimissioni di Heiniger in un momento del genere sembrano rendere più cupo il futuro per l’industria della produzione di orologi.

Lo stesso Cox ha anche aggiunto che un calo nelle vendite potrebbe condurre ad un maggior predominio delle principali aziende orologiaie nei confronti delle concorrenti minori. Walter von Kaenel, presidente della Longines, altra importante compagnia svizzera, aveva fatto sapere lo scorso mese che le aziende concorrenti più innovative saranno quelle che subiranno le perdite maggiori, a causa della domanda molto bassa di orologi di lusso.

Multa da 800 milioni di dollari per Siemens: corruzione

 Una multa record di 800 milioni di dollari (450 milioni di dollari da consegnare al dipartimento di Giustizia Usa e 350 milioni per la Sec, la Commissione di controllo della Borsa statunitense) per la Siemens. L’accusa arriva dalle autorità statunitensi: aver corrotto alti ufficiali governativi in vari Paesi del mondo, per ottenere assegnazioni di appalti (una fornitura di attrezzature mediche in Russia tra il 2000 e il 2007, un progetto riguardante la carta d’identità in Argentina tra il 1998 e il 2004, la realizzazione di una linea di trasmissione ad alta tensione in Cina, tra il 2002 e il 2203, le linee della metropolitana in Venezuela).

Lo scandalo sulle attività illecite della multinazionale è esploso nel 2006. Secondo le accuse, la società avrebbe sistematicamente pagato tangenti tra il marzo 2001 e il settembre 2007: la Sec ne ha contate almeno 4.283 per un ammontare di 1,4 miliardi di dollari. Secondo gli inquirenti, sono circa 300 i dipendenti compromessi con queste attività illecite. Lo scandalo ha portato alle dimissioni di alcuni dirigenti di alto livello, tra i quali il direttore generale Klaus Kleinfel e il suo predecessore e presidente Heinrich von Piere.

Apollo e Huntsman pronte a cooperare nel processo relativo al loro accordo di acquisizione

 Apollo Management LP, la società di capitale privato statunitense guidata da Leon Black, ha raggiunto un accordo per il pagamento di 700 milioni di dollari a Huntsman Corp., al fine di interrompere la trattativa relativa a un’acquisizione dell’azienda di prodotti chimici da parte della sua unità Hexion Specialty Chemicals Inc. Apollo pagherà 425 milioni di dollari dell’intera soma in denaro, mentre i restanti 250 milioni verranno elargiti in biglietti convertibili. La Hexion, società che ha sede in Ohio, ha affermato che ora si attende che Credit Suisse AG e Deutsche Bank AG, istituti prestatori nell’ambito dell’acquisizione da 6,5 miliardi di dollari, finanzino la sospensione del pagamento di 325 milioni di dollari ad Huntsman.

La trattativa, che era stata annunciata nel luglio 2007, ha spesso avuto luogo di fronte alla corte di giustizia, dato che Apollo e gli istituti creditizi coinvolti sono stati interrogati sul fatto che fosse finanziariamente attuabile una scalata alla compagnia. Huntsman, la quale è guidata da Salt Lake City e Houston, ha provveduto a citare Hexion lo scorso giugno di fronte alla Delaware Chancery Court per stabilire i termini dell’accordo di acquisizione. Black, portavoce di Apollo, si è così espresso durante una conferenza stampa:

Siamo felici che la situazione si stia risolvendo nella direzione più favorevole nei confronti dei nostril investitori.

Il settore auto in grandissima difficoltà anche in Europa per tutto il 2009

 I costruttori automobilistici europei temono un 2009 in perdita, mentre tutti gli indicatori mostrano che la grave crisi attraversata dal settore non riguarda soltanto i giganti americani dell’auto, impegnati in una lotta per la sopravvivenza. I dirigenti di Renault, Nissan e Fiat prevedono un nuovo calo del mercato l’anno prossimo, mentre la diminuzione delle vendite ha già costretto tre costruttori americani a chiedere un aiuto allo Stato, peraltro rifiutato giovedì scorso dal Congresso Usa. La tedesca Bmw, che vende sia utilitarie che auto di lusso col marchio Rolls-Royce, ha predisposto un sistema d’aiuto per le proprie concessionarie del valore di circa 100 milioni di euro. Il settore inoltre teme anche per un probabile aumento del prezzo del petrolio, se l’Opec decidesse la prossima settimana una riduzione della produzione. Un aumento del prezzo alla pompa rappresenterebbe un nuovo, duro colpo per l’industria automobilistica, che dà lavoro a 50 milioni di persone nel mondo, di cui 12 milioni solo in Europa, tenendo conto anche dell’indotto. Questo settore chiave è colpito dall’aumento dei prezzi dell’energia, quella delle materie prime e dalla mancanza di fiducia dei clienti a seguito della crisi finanziaria.

General Motors vicina al fallimento

 General Motors vicina alla bancarotta dopo che il Congresso ha espresso il suo rifiuto a fornire aiuti straordinari per il settore in grosse difficoltà. Il piano di intervento a favore delle big three (GM, Chrysler e Ford) era stato votato mercoledì sera a larga maggioranza dalla Camera, ma al Senato sono emersi troppi punti di disaccordo, ed è stato bocciato con 52 voti contrari e 35 a favore.

Il ceo di Gm Rick Wagoner, si è sempre opposto a una bancarotta, convinto che la situazione della società peggiorerebbe ancora, visto che la fiducia dei consumatori diminuirebbe ulteriormente, ma probabilmente crede di non avere più scelta. Per cominciare Wagoner ha indicato oggi l’ intenzione di ridurre del 30% la propria capacità di produzione all’inizio dell’anno prossimo, chiudendo, parzialmente o totalmente, una trentina di stabilimenti di produzione negli Stati Uniti, in Canada e in Messico. Qual’è la situazione degli altri tre colossi di Detroit? La Chrysler, anch’essa in pesanti difficoltà, appartiene ad un gruppo di investitori, mentre la Ford ha fatto sapere di essere in grado per il momento di farcela da sola.

Il Senato Usa boccia il piano salva auto e i mercati crollano nuovamente

 I future sulla Borsa di Wall Street sono in forte calo prima dell’apertura di oggi pomeriggio, dopo che il Senato Usa ha bocciato il pacchetto di aiuti urgenti da destinare all’industria dell’auto. Le perdite dei tre indici principali si aggirano intorno ai 3 punti percentuali. General Motors e Ford sono attese a un avvio molto pesante. GM, la società più colpita dalla mancata approvazione del piano, cede oltre il 30% nelle contrattazioni del preborsa di Francoforte, Ford perde quasi il 10%. E l’Europa ovviamente non può ch reagire malissimo alla decisione del Senato di bocciare il piano di aiuti alle auto. Come già accaduto in occasione del piano Paulson di salvataggio delle banche, la camera alta del Congresso americano, ha bocciato gli aiuti di Stato da 11 miliardi di dollari, gettando i mercati finanziari nuovamente nel panico. Il problema infatti si pone a livello mondiale, essendo molto forte la presenza dei colossi dell’auto Usa in Europa ed Asia. E’ per questo motivo che si moltiplicano le iniziative dei governi europei che hanno sul loro territorio impianti e personale delle divisioni europee dei colossi americani dell’auto.

Fiat: ancora cassa integrazione ma l’ad rimane positivo

 Mentre oltreoceano hanno approvato il progetto di legge che destina fino a 15 miliardi di dollari alle tre sorelle dell’auto di Detroit: General Motors, Chrysler e Ford. Al contrario, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha precisato che il governo non ha esaminato alcun provvedimento a favore del settore automobilistico. Infine, oggi si è riunito il consiglio di amministrazione di Fiat, per esaminare i dati di budget del 2009.

La filiale Case New Holland ha annunciato ieri altri tre mesi di cassa integrazione per lo stabilimento di San Mauro Torinese (macchine movimento terra). Le agenzie di rating (Morgan Stanley e Sal. Oppenheim) non sono molto clementi con l’azienda: nei giorni scorsi sono arrivati altri due declassamenti per le azioni Fiat. La banca americana vede nero nel futuro dell’intero settore auto in Europa; il titolo Fiat cede così il 5% in Borsa.