Si attende il voto del Senato USA per approvare il salvataggio di GM e Chrysler

 Il dibattito in seno al Congresso statunitense riguardo al salvataggio finanziario del settore automobilistico sta assumendo i contorni di una corsa contro il tempo. La Camera statunitense ha votato la scorsa notte l’approvazione dei prestiti di emergenza per General Motors Corp. e Chrysler LLC con 237 voti favorevoli su 407: ora l’attenzione è rivolta alle votazioni del Senato, dove l’opposizione repubblicana minaccia di far ritardare l’approvazione della legge. John Dingell, esponente democratico del Michigan, ha così commentato la situazione:

Senza questi importanti “prestiti ponte” c’è il rischio di incorrere nella più catastrofica crisi che il paese abbia conosciuto dai tempi della Grande Depressione.

La portavoce della Camera, Nancy Pelosi, ha lanciato una sfida ai senatori, affermando di non essere disposta a tornare a nuove discussioni nel caso il Senato dovesse far passare una differente versione del piano.

 

La legge in questione dovrebbe permettere a GM e Chrysler di attingere a ben 14 miliardi di dollari di prestiti, al fine di mantenere attiva la loro operatività: se non ci fosse tale sostegno, le due compagnie dichiarerebbero molto probabilmente bancarotta già a partire dalla fine di questo mese. Le aziende automobilistiche potrebbero ora essere costrette a dichiarare bancarotta se il cosiddetto “car czar” (lo zar dell’auto) venisse nominato dal presidente George W. Bush per supervisionare il programma.

La crisi della carta stampata Usa: Newseek a rischio chiusura?

 Se ne parla ormai da diverso tempo su quale potrà essere il futuro della carta stampata nel mondo sempre più tecnologico di oggi. E’, infatti, da almeno un lustro ormai che l’editoria tradizionale sembra caduta in una crisi di difficile comprensione e sopratutto soluzione. La diffusione di Internet e la sua informazione veloce, attraverso blog, quotidiani on line, chat room, forum, ha sicuramente rappresentato un punto di svolta per l’editoria tradizionale e la carta stampata. Le vendite infatti sono calate di anno in anno e con esse gli introiti pubblicitari, che sempre più vengono dirottati verso il mezzo internet o verso mezzi tradizionali ma di maggiore diffusione come televisione e radio. Ora questa crisi finanziaria sembra poter dare il colpo mortale ad un settore ormai boccheggiante. E’ notizia di qualche giorno fa delle gravissime difficoltà del Tribune, che edita testate storiche come il Chigago tribune e il Los Angels Times.

Marchionne: solo 5 o 6 produttori auto rimarranno sul mercato

 Il mercato dell’auto sembra piu di altri patire questa crisi finanziaria che ormai da un anno sta intaccando l’economia mondiale. La General Motors, che fino ad un anno e mezzo era fra le prime cinque societá quotate a Wall Street, ora e’ ad un passo dal fallimento, insieme alla altre due sorelle di Detroit, Ford e Chrysler. Ma anche in Europa ed Asia la situazione non é certo migliore, se si pensa che quasi tutti i grandi produttori di auto da Fiat a Renault fino a Wolksvagen hanno deciso per una chiusura degli stabilimenti di venti giorni almeno durante le feste natalizie. La stessa Toyota considerata da anni come l’azienda perfetta ha lanciato un allarme utili e ha rivisto le sue stime per il 2009 al ribasso.

Tutti i governi, a cominciare dalla nuova amministrazione americana stanno pensando a come aiutare questo settore vitale per l’economia industriale di ogni Paese. Anche in Italia si sta pensando a come aiutare il colosso Fiat che sembra tornata ai livelli di pre Marchionne, quando ormai il fallimento sembrava davvero dietro l’angolo. Il problema di Fiat é che al contrario di altri colossi industriali europei o americani ha gia’ abbondantemente goduto degli aiuti ed incentivi statali per oltre un ventennio e quindi ora esiste solo maggiore attenzione verso simili inziative.

Nintendo rileverà Sony dopo le ottime performance di vendita nel mercato USA

 Nintendo Corporation è pronta a rilevare una quota consistente di Sony Co., dato che la maggior azienda al mondo per quanto riguarda la produzione di apparecchi per videogames ha annunciato che le vendite della sua consolle Wii sono più che raddoppiate durante il “venerdì nero” della settimana di shopping, consentendo in tal modo di far risollevare la spesa per i consumi statunitensi. La società giapponese ha venduto infatti poco meno di 800.000 consolle Wii nel periodo di riferimento, così come ha anche precisato il presidente Satoru Iwata in un’intervista a Kyoto, città dove ha sede la Nintendo: le vendite si sono notevolmente incrementate rispetto allo scorso anno, anche perchè la compagnia ha provveduto a far aumentare la produzione per venire incontro alla domanda.

 

Le vendite della Nintendo nel mercato statunitense contrastano con la tendenza attualmente dominante della spesa per consumo, la quale persiste ad essere debole anche in questo quarto trimestre; il comparto dei negozi al dettaglio sta registrando la sua peggior crisi da almeno quarant’anni a questa parte. Iwata ha anche voluto spiegare il successo della sua compagnia:

Siamo stati fortunati a poter osservare i nostri prodotti tra le scelte preferite dai consumatori. In un periodo in cui l’economia si sta progressivamente deteriorando, è molto importante rimanere su tali livelli.

Libia azionista di Eni per il 10% del capitale

 Sicuramente fa bella mostra di sè Eni a Piazza Affari dopo l‘accordo con il Governo libico che vuole il 10% del capitale. Il titolo del colosso petrolifero registra un progresso del 9% a 16,79 euro. Pasquale De Vita, presidente Unione Petrolifera ha così commentato l’accordo:

La volontà espressa da un paese produttore di voler entrare nel capitale è anche un grande riconoscimento all’Eni.

Sembra infatti che sia stata proprio la Libia a manifestare al Governo italiano l’interesse a rilevare il 5% circa di Eni e la partecipazione avverrà attraverso il Libyan Energy Fund. Per il momento c’è il proposito del 5%, ma l’obiettivo è in realtà portare il fondo a detenere fino al 10% del capitale, come ha spiegato in un’intervista alla stampa l’ambasciatore libico in Italia, Hafed Gaddur. Allo scopo di arrivare a questa percentuale, gli acquisti saranno effettuati “compatibilmente con le condizioni del mercato”, ma direttamente in Borsa.

Ansaldo una azienda su cui puntare in un momento di crisi dei mercati

 Tre nuovi ordini acquisiti in meno di una settimana e la soddisfazione di essere uno dei migliori titoli del 2008 di Piazza Affari. Con una performance positiva da inizio anno del 10%, Ansaldo Sts , controllata da Finmeccanica e attiva nel segnalamento e nei sistemi ferroviari, sembra confermarsi come uno dei maggiori titoli difensivi di tutto il listino milanese. Questo sia perchè essa appartiene ad un settore di quelli cosi detti anticlici e sia perchè essa beneficia sicuramente del fatto che per contrastare il calo degli investimenti privati, i governi stanno facendo ricorso a politiche espansive al cui interno un capitolo importante sono gli investimenti per infrastrutture. Pochi giorni fa, ad esempio, il governo italiano ha annunciato investimenti per 16,6 miliardi di euro in nuove opere infrastrutturali di cui sicuramente Ansaldo sts che è attiva anche nella realizzazioni di linee della metropolitana ed opere ad esse legate, avrà una parte di tutto rilievo, come nel caso dell‘Expo milanese 2015.Ma Ansaldo è società attiva in tutto il mondo e l’ultimo contratto firmato nei giorni scorsi è una commessa da 103 milioni di euro della Rio Tinto per la realizzazione di un treno senza guidatore per il trasporto di minerali e metalli in Australia.

Soffre Enel dopo la decisione di vendere il comparto gas e parte delle energie rinnovabili

 Soffre in Borsa il titolo Enel, che deve incassare l’ennesimo report negativo da parte di una Banca d’affari. Questa volta ci si mettono gli anlisti di Deutsche Bank, che con un taglio del 44% sul prezzo obiettivo, posto ora a 4 Euro, consigliano di vendere i titoli della utility italiana. Sono tanti i motivi che pesano sul pessimo andamento del titolo in queste ultime giornate di Borsa. Inanzitutto ci sono le continue voci ed indiscrezioni a proposito del 25% di Endesa in mano al socio spagnolo Acciona, che vorrebbe avvalersi della possibilità di vendere le azioni ad un prezzo molto più alto di quello attuale, come da contratto statuito in tempi però in cui i mercati avevano ben altre valutazioni. E questo eventuale esborso di circa 10 miliardi di euro, in un momento come quello attuale metterebbe l’azienda italiana in una situazione patrimoniale assai delicata. Poi sono arrivate le voci di un blocco delle tariffe.

Con l’acquisto di Constellation, EDF tenta di espandere i propri affari nel mercato USA

 Electricite de France SA, la più grande società al mondo per quanto riguarda i reattori atomici, si è offerta di pagare 4,5 miliardi di dollari per l’acquisto della metà delle imprese nucleari della compagnia americana Constellation Energy Group Inc., al fine di potenziare la propria espansione nel mercato statunitense e di ostacolare l’offerta concorrente del miliardario Warren Buffett. La proposta in questione include un miliardo di dollari di investimento cash e un’opzione per l’utility statunitense, in modo da vendere a EDF gli assets non nucleari.

Constellation aveva già accettato quest’anno di vendere le sue partecipazioni, per una quota pari a 4,7 miliardi di dollari alla MidAmerican Energy Holdings Co. EDF, che detiene già il 9,5% della società statunitense, aveva avanzato in ottobre una proposta per acquistare l’intera partecipazione. Questa nuova offerta è stata studiata per permettere alla società francese di operare negli stabilimenti statunitensi ed evitare la possibile opposizione alla proprietà straniera dei complessi nucleari. Arnaud Scarpaci, manager della compagnia Agilis Gestion di Parigi, ha così commentato la possible acquisizione:

Sicuramente tale offerta rappresenta un buon affare per le prospettive di lungo termine di EDF negli Stati Uniti. Quest’ultima ha sicuramente un urgente bisogno di accrescere il volume dei propri affari e questo è il periodo più adatto per le acquisizioni.

I ceo riducono le spese personali: General Motors attende il piano d’aiuto del Governo

 La crisi Usa non ha risparmiato l’economia reale e i colossi automobilistici risentono della situazione negativa. General Motors ha accusato una flessione del 41% delle vendite a novembre e ha deciso di ridurre drasticamente la produzione a inizio 2009. Le previsioni per l’anno prossimo non sono delle migliori: Gm prevede ora di produrre 600mila vetture nel primo trimestre 2009, il 32% in meno rispetto allo stesso periodo del 2008.

Quali le possibili soluzioni per scongiurare il fallimento? GM aveva annunciato di dover tagliare altri 31.500 posti di lavoro negli Usa se non dovesse ottenere gli aiuti dal Governo. Nancy Pelosi, presidente della Camera dei Rappresentanti Usa, ieri ha affermato che una qualche forma di aiuto ai colossi automobilistici di Detroit arriverà:

Sono convinta che un qualche tipo di intervento ci sarà,

ha osservato in una conferenza stampa pochi minuti dopo che Ford, Gm e Chrysler hanno presentato al Congresso i loro piani per uscire dalla crisi utilizzando prestiti di denaro pubblico.

Un dipendente Wal Mart ucciso dalla ressa dei clienti in coda per i saldi

 Un dipendente della Wal Mart, il colosso della grande distribuzione a basso costo, è morto Venerdì ucciso dalla ressa provocata dai clienti che volevano entrare in uno dei magazzini della catena, presa d’assalto per i saldi che sono stati decisi nel periodo del Ringraziamento, il primo week end di grandi acquisti pre natalizi americani. Lo ha detto un portavoce della polizia spiegando che il dipendente di 34 anni si trovava all’ingresso del negozio poco dopo l’apertura quando è stato travolto e buttato a terra dalla folla, che cercava di entrare da ore nel grande magazzino della catena. Secondo i primi rilievi effettuati dalla polizia l’uomo è stato travolto dalla ressa e calpestato nella confusione dalle migliaia di persone entrate non appena sono state aperte le porte. Inoltre quattro clienti, tra cui una donna di 28 anni incinta, sono stati portati in alcuni ospedali locali per ricevere cure per le ferite riportate.

Commerzbank accelera nel suo progetto di fusione con Dresdner

 Commerzbank e Allianz sono in netto rialzo a Francoforte dopo che la banca, ieri sera, ha annunciato la conclusione dell’acquisizione di Dresdner Bank per oltre 5 miliardi di euro, con un risparmio di oltre 1 miliardo di euro rispetto al prezzo pattuito nel settembre scorso. Il titolo della banca tedesca aveva cominciato la sua discesa che attualmente è di circa il 65% dal suo valore di gennaio 2008, proprio a seguito della notizia della acquisizione di Dresdner. Il mercato infatti considerava l’operazione, in un momento di crisi finanziaria già in atto, troppo cara e rischiosa e per questo aveva penalizzato fortemente il titolo che aveva perso in una sola giornata il 13% del suo valore. La crisi finanziaria ha cambiato ancora di più le le carte in tavola considerando che Commerzbank è stata costretta a chiedere 8,2 miliardi al governo tedesco per ricapitalizzarsi e pagare la seconda tranche di Dresdner . In cambio la banca si è impegnata con il governo di non distribuire dividendi agli azionisti fino al 2010. Sulla scorta di questa notizia il titolo ha continuato la sua discesa fino ad arrivare a toccare i minimi storici vicino ai 5 euro per azione.

Enel stipula accordo con Sharp sul fotovoltaico

 Enel è in rialzo dell’1,1% a 5,03 euro. La società ha annunciato che investirà 1 miliardo di dollari con Sharp, secondo gruppo al mondo nella produzione di batterie per raccogliere l’energia solare, per installare un campo fotovoltaico in Italia.  Sharp, Enel insieme ad un’altra compagnia europea non ancora nota, costruiranno prima un nuovo impianto per la produzione delle pellicole per pannelli solari e poi istalleranno un campo fotovoltaico in Italia con l’obiettivo nel 2012 di raggiungere una potenza istallata di 189 Megawatt. Gli investimenti partiranno dal 2009 fino al 2012 e il campo inizierà a produrre energia già dal 2010. Questa notizia sembra aver rasserenato il clima intorno al titolo dopo che ieri era scoppiata una nuova grana per Enel sul fronte spagnolo.

Telecom Italia, si avvicina il piano industriale. Rete fissa, rete mobile e TIM Brasil sotto i riflettori

 Non manca molto al 2 dicembre, giorno in cui si riunirà il CDA di Telecom Italia per discutere delle attività brasiliane e del piano industriale 2009-2011. Due incontri, uno di mattina e uno di pomeriggio, vedranno l’impresa ex monopolista italiana di fronte a scelte importanti per il proprio futuro. Al cda della mattina sarà esclusa Telefonica e l’argomento principale saranno i risultati e le prospettive di TIM Brasil dopo la recente riduzione delle previsioni per il 2008. Il pomeriggio invece si parlerà del piano industriale e potrebbero arrivare importanti novità. Si vocifera infatti che Telecom Italia stia pensando ad importanti cessioni di asset per reperire liquidità.

Fitch declassa rating della Toyota: critica soprattutto la situazione del mercato USA

 Il rating del debito della Toyota Motor Corp. è stato tagliato dalla società Fitch Ratings: si tratta del primo declassamento negli ultimi dieci anni per quanto riguarda una azienda automobilistica, soprattutto a causa del calo delle vendite di automobili negli Stati Uniti, il quale ha portato a una drastica riduzione dei guadagni della compagnia asiatica. Fitch Ratings ha provveduto a declassare il debito della Toyota di due livelli, passando da AAA a AA, con prospettive negative per la società. Ciò ha avuto delle ripercussioni anche in borsa, dove il titolo della Toyota ha perso ben 4,6 punti percentuali, il maggior declino delle ultime due settimane. Il declassamento del rating del debito ha portato alla crescita dei costi dei prestiti per la compagnia giapponese, ostacolando potenzialmente la sua capacità di offrire prestiti a tasso libero al fine di aumentare le vendite nel mercato statunitense.

Tatsuya Mizuno, direttore di Fitch Ratings, ha così spiegato la decisione della società:

La Toyota sta subendo pesantemente la crisi globale del settore automobilistico. Gli sviluppi negativi in tale industria sono così forti e gravi che anche una delle migliori società come la Toyota non riesce a sostenere a lungo un rating del tipo AAA.

Il taglio alle valutazioni economiche della compagnia asiatica segue quello del 1998, quando la società Moody’s Investors Service ridusse il rating di lungo termine del indebitamento da Aaa a Aal.