EADS in difficoltà per i costi di aerei militari: non va meglio per Boeing

 La European Aeronautic, Defence & Space Co., compagnia proprietaria della società di costruzione di aerei Airbus, ha annunciato che i guadagni per il 2008 saranno superiori rispetto alle precedenti previsioni di profitto: tale incremento è stato sicuramente favorito dalla spedizione di numerosi jumbo A380, soprattutto al fine di contrastare il rallentamento della produzione della Boeing Co. EADS ha guadagnato il 3,7% alla borsa di Parigi proprio dopo che il direttore generale, Louis Gallois, ha fatto sapere che i guadagni per il 2008 supereranno i previsti 1,8 miliardi di euro. Il reddito netto per il terzo trimestre della società francese era pari a 679 milioni di euro, a fronte di una perdita causata dai costi per i ritardi nell’aereo da trasporto militare A400M.

 

Airbus, maggiore azienda al mondo per quanto riguarda la costruzione di aerei commerciali, ha messo a disposizione una decina di A380 a due piani sin dallo scorso anno: tali vetture sono state fornite a diverse aziende, tra cui la Singapore Airlinese Ltd. e la Emirates. Tra l’altro, la Boeing è stata di recente danneggiata notevolmente dal grave sciopero di otto settimane da parte dei macchinisti: la società statunitense sta comunque portando a compimento la costruzione di alcuni modelli 747 da immettere sul mercato.

Proiezioni negative per GM: liquidazione certa in caso di bancarotta

 Il crollo del titolo di General Motors Corp. dovrebbe costare al governo statunitense  più di 200 miliardi di dollari e costringerebbe la casa automobilistica americana alla liquidazione, secondo quanto rivelato da una previsione della società. Un crollo di GM significherebbe dunque un maggiore aiuto nei confronti di specifichi stati come il Michigan, Ohio e Indiana: è questa l’opinione di Nariman Behravesh, economista della società IHS Global Insight Inc. di Lexington (Massachusetts). La proiezione dello stesso Behravesh di un piano industriale tra i 100 e i 200 miliardi di dollari verrà dibattuto la prossima settimana al Congresso statunitense, anche per sostenere società come la Ford Motor e la Chrysler LLC.

 

Lo scorso 7 novembre GM aveva annunciato che vi erano concrete possibilità che non ci fosse abbastanza denaro per le operazioni della società entro la fine di quest’anno, nonostante sia stato apportato nuovo capitale e il mercato automobilistico si sia ripreso dalla sua peggiore crisi di vendite degli ultimi 17 anni: la società statunitense ha al momento bisogno di 11 miliardi di dollari per pagare i suoi addebiti mensili. Mentre vi sono alcuni investitori, tra cui Wilbur Ross, che fanno sapere che il collasso di GM creerebbe una situazione realmente caotica che si concluderebbe con la liquidazione, altri, come William Ackman, affermano che la compagnia automobilistica avrebbe occasione di riorganizzarsi in tribunale.

 

Eni interessata ad entrare nel capitale Repsol?

 Gazprom, il gigante energetico russo ha annunciato di non essere interessato all’acquisto del 20% del colosso petrolifero spagnolo Repsol, messo in vendita da Sacyr. Questa notizia è arrivata per porre un freno alle numerose indiscrezioni dei giorni scorsi che volevano appunto i russi entrare in maniera prepotente nel mercato energetico spagnolo. Il titolo repsol ha reagito pistivamente comunque a tutte queste indiscrezioni sulla Borsa di Madrid gudaganando oltre 2 pounti percentuali. Probabilmente il mercato scommette che evidentemente presto possa entrare nel capitale di Reposl o un grande colosso petrolifero, in previsione di una futura opa, oppure che vi sia una fusione fra Repsol, Gas natural e Fenosa, come da tempo si vocifera in ambienti finanziari spagnoli.

Cala il titolo Vivendi a causa delle acquisizioni in videogiochi e telefonia

 Vivendi SA, società proprietaria della più grande compagnia di musica al mondo, ha fatto sapere che il suo profitto ha subito un calo di 13 punti percentuali, soprattutto a causa dei costi derivanti dalle acquisizioni nei suoi affari relativi alla telefonia e ai videogiochi. Il reddito netto modificato della società è sceso a 625 milioni di euro, mentre un anno fa era pari a 721 milioni di euro: ciò ha anche significato una previsione media errata degli analisti economici, i quali avevano stimato un profitto pari a 657 milioni di euro per la compagnia francese.

 

Il direttore generale di Vivendi, Jean-Bernard Levy, ha tentato di rafforzare tutti gli affari della società soprattutto attraverso i rilevamenti aziendali degli ultimi due anni, facendo in tal modo incrementare i guadagni dell’emittente televisiva Canal Plus e della compagnia telefonica marocchina Maroc Telecom. Secondo una fonte proveniente dalla stessa Vivendi:

Il declino subito nei profitti è stato principalmente influenzato dall’effetto sfavorevole provocato dai costi di integrazione provocati dagli affari intrapresi da Vivendi insieme a Neuf Cegetel.

 

Fiat crolla in Borsa all’annuncio di nuove casse integrazioni

 Fiat Automobiles, che continua nella sua discesa in Borsa e ritorna abbondantemente sotto i 6 euro, ha comunicato ai sindacati i nuovi programmi di cassa integrazione per dicembre-gennaio negli stabilimenti di Mirafiori (Torino) e Pomigliano d’Arco (Napoli) per adeguare la produzione alla domanda in forte flessione. Lo dice una fonte del gruppo. L’azienda ha anche comunicato una nuova settimana di cassa integrazione (l’ultima di novembre) per tutta la carrozzeria di Mirafiori, compresa la linea di Alfa Mito che aveva evitato la precedente interruzione. Il successivo stop alla produzione cadrà a cavallo delle festività natalizie, allungandosi sul mese di gennaio. Lo stabilimenti di Mirafiori fermerà le linee dal 22 dicembre fino al 11 gennaio del 2009, ha detto la fonte interpellata da Reuters. L’impianto di Pomigliano si fermera’ prima, dal 8 dicembre, per riprendere l’11 gennaio del prossimo anno.

Anche il Santander a sorpresa delibera un aumento di capitale

 Ha destato un pò di impressione la decisione del Banco di Santander di varare un maxiaumento di capitale da 7,2 miliardi di euro. Nell’ambito dell’operazione di rafforzamento del capitale verrà emessa al prezzo di 4,5 euro un’azione ogni quattro esistenti pari all’emissione di 1,6 milioni di nuove azioni. L’aumento di capitale è garantito: una nota spiega che agli attuali azionisti spetta un diritto di opzione; inoltre, sia questi ultimi che gli investitori che compreranno i diritti sul mercato possono richiedere di sottoscrivere altre azioni in aggiunta a quelle che gli spetterebbero sulla base dei diritti di cui dispongono. Se le richieste per ulteriori azioni non sono sufficienti a coprire l’aumento di capitale, le azioni restanti potranno infine essere allocate in maniera discrezionale agli investitori. Questa notizia non è affatto piaciuta alla Borsa dove il titolo ha perso ieri quasi il 5% ed oggi è in calo di quasi il 6%.

Per AIG 150 miliardi di dollari: ancora un tentavivo per scongiurare il fallimento

 La vicenda AIG (American International Group) non è chiusa. Oggi verrà pubblicata la trimestrale del gruppo, ma ciò che adesso attrae l’attenzione del mercato è il flusso di notizie intorno al salvataggio. Il governo USA potrebbe tornare a versare risorse nel colosso assicurativo per allontanare ulteriormente i rischi di fallimento e dare stabilità ad un’azienda che rischierebbe di trascinare verso la bancarotta decine di altre società. A settembre i segnali di un probabile crollo portarono all’approvazione di un prestito da 85 miliardi di dollari, oggi le misure a sostegno di AIG potrebbero arrivare a toccare i 150 miliardi di dollari.

Telecom Italia: trimestrale positiva, battute le stime, ma in borsa non decolla

 Buona trimestrale per Telecom Italia: la società guidata da Franco Barnabè ha pubblicato risultati sopra le attese ricevendo commenti positivi da molti analisti. L’operatore italiano sta reagendo bene alla crisi economica e vengono confermati gli obiettivi per il 2008. Nei tre mesi da Luglio a Settembre di questo anno Telecom Italia ha visto i ricavi scendere a 7,630 miliardi di euro (-1,5% rispetto al 2007) con un Ebitda pari al 40% dei ricavi stessi e un utile netto di 623 milioni di euro (-11,8% rispetto al 2007). Il debito netto resta fermo a 35,77 miliardi a fronte di una capitalizzazione intorno ai 18 miliardi. Battute le stime degli analisti: il consensus si attestava infatti a 7,5 miliardi per i ricavi e a 565 milioni per l’utile netto.

Sprint Nextel sempre più in calo: i clienti passano ad altre compagnie telefoniche e aumenta il debito netto

 Sprint Nextel Corp., terza maggiore compagnia statunitense di telefonia mobile, ha fatto registrare un profitto in linea con le stime degli analisti economici, soprattutto perché molti clienti sono passati a compagnie che offrivano telefoni cellulari a prezzi più popolari. Se si eccettuano alcuni costi e guadagni, la società americana ha chiuso in pareggio il suo terzo trimestre, secondo quanto è stato reso pubblico da una dichiarazione odierna.

 

Entrando maggiormente nei dettagli, gli analisti avevano previsto un profitto medio del 3% per ogni azione. Sprint ha anche fatto sapere di voler rinegoziare i suoi accordi del credito, al fine di evitare il rischio di inadempienza. La compagnia telefonica ha tra l’altro perso circa 1,1 milioni di abbonati, il che rappresenta il peggior declino da quando vi è stata la sua acquisizione della Nextel Communications Inc. nel 2005. Sprint aveva previsto che ci sarebbe stata una pressione di tal genere sui suoi clienti in quest’ultimo trimestre. Gran parte delle persone si sono rivolte in massa alla AT&T Inc. per poter ottenere l’ultimo iPhone della Apple Inc.

 

Per Finmeccanica dopo l’aumento di capitale le prospettive sembrano buone grazie anche alla firma di importanti accordi

 Il governo sta preparando un drastico ridimensionamento delle Forze Armate. Una razionalizzazione che, secondo le indiscrezioni del Sole 24 Ore, porterà al taglio degli organici ed ad un giro di vite sugli investimenti. La voce destinata all’acquisto di nuove armi dovrebbe scendere nel 2009 a 4 miliardi di euro dai 5 miliardi del 2008.  La chiusura di decine di caserme ormai inutili, l’accentramento delle strutture logistiche e lo sfoltimento dei ranghi non rappresentano una minaccia per Finmeccanica, in quanto la holding della Difesa fornisce all’esercito principalmente prodotti di alto valore strategico e non mero materiale di consumo: non vende scarponi o fucili, ma elicotteri, aerei e sistemi per la guerra elettronica. Potenzialmente più preoccupante è invece il progetto del Tesoro di ridurre le risorse per gli investimenti: l’Italia, anche dopo l’acquisizione di Drs e l’espansione internazionale, resta il primo cliente di Finmeccanica con una quota del 29% del giro d’affari. Di conseguenza, le scelte del governo italiano potrebbero penalizzare ulteriormente le quotazioni di Finmeccanica, che nell’ultimo mese ha perso in Borsa il 28% (-48% da inizio anno).

Per Saipem report positivi di Ubs e Morgan Stanley: è il miglior petrolifero per fronteggiare la crisi

 Secondo Morgan Stanley ed Ubs, Saipem risentirà meno della concorrenza della caduta del prezzi del greggio, in quanto il suo portafoglio ordini è robusto, le sue capacità industriali riconosciute e la sua struttura finanziaria più che solida. Il titolo è caduto la settimana scorsa sui minimi dal gennaio del 2006 ed a questi prezzi incorpora uno scenario catastrofico che non avrebbe eguali nella storia recente dell’industria petrolifera. Entrambe le banche d’affari consigliano di acquistare il titolo. Le due banche d’affari hanno lavorato con energia sulle loro valutazioni per aggiornarle alla caduta del prezzo del greggio ed al peggioramento del quadro macro economico. La revisione è stata brutale e Ubs ha deciso, mediamente, un dimezzamento del target price delle società del settore. Morgan Stanley ha abbassato meno, ma solo perché aveva aggiornato di recente le sue aspettative. I due report concordano su molto aspetti e traggono anche le stesse conclusioni su Saipem: a 15 euro, dopo una discesa del 44% dall’inizio dell’anno, il titolo è da comprare perché sconta una caduta delle nuove commesse e pesantissime cancellazioni di ordini, eventi che contrastano con quanto comunicato dalla società in occasione della trimestrale.