Entro la fine del 2008 KKR diverrà una compagnia pubblica: la crisi economica sta rallentando la trasformazione

 KKR & Co. LP, la società finanziaria specializzata in particolare in operazioni di leveraged buyout e guidata da Henry Kravis e George Roberts, ha rimandato la pubblicazione dei suoi piani per la seconda volta in un anno, dato che la crisi del credito ha sempre più eroso il valore dei propri investimenti. La compagnia olandese, la quale sta progettando di diventare una compagnia pubblica rilevando la società che aveva creato nel 2006, avrà bisogno di un’altra settimana per poter completare la transazione.

 

KKR ha affermato che diverrà una compagnia pubblica entro la fine del 2008. Questo ritardo, come già sottolineato, è la conseguenza del rallentamento dell’economia globale e della forte crisi subita dai mercati finanziari a seguito della bancarotta di Lehman Brothers: la stessa società olandese ha fatto sapere che la difficile situazione dei mercati è continuata per tutto il mese di ottobre e a testimonianza di ciò c’è il calo di oltre 649 milioni di dollari nel valore degli investimenti che si è verificato negli ultimi tre mesi.

 

Con la conclusione dello sciopero dei macchinisti della Boeing, la società statunitense cerca di recuperare il lavoro arretrato

 I macchinisti della Boeing Co. hanno cominciato a tornare a lavorare oggi, dopo aver accettato un nuovo contratto che prevede un aumento del 15%: si è così concluso uno sciopero che aveva reso inattivi gli impianti di fabbricazione di aerei per ben otto settimane e che aveva inoltre provocato un taglio dei profitti pari a 10,3 milioni di dollari al giorno. Il nuovo contratto, di durata quadriennale, è stato approvato la scorsa notte dal 74% dei votanti, così come è stato annunciato dall’International Association of Machinists and Aerospace Workers.

 

Secondo Scott Carson, top manager della Boeing:

Si attende con ansia il momento in cui il team di lavoratori torni insieme per poter riavviare i lavori di costruzione di aerei per i nostri clienti.

La seconda compagnia al mondo per quanto riguarda la costruzione di aerei commerciali potrebbe avere bisogno di un altro mese per assestare al meglio le linee di assemblaggio. Lo sciopero indetto dai 27.000 membri della Boeing degli stati di Washington, Oregon e Kansas ed avviato lo scorso 6 settembre, è costato alla società statunitense circa 100 milioni di dollari in perdite per ogni giorno senza lavoro. Richard Aboulafia, analista statunitense esparto di consulenze nell’ambito dell’aviazione, si è così espresso al riguardo:

La maggior parte del lavoro di riassestamento sarà ben effettuato, nonostante richiederà più di un anno. Un altro fattore positivo è che nessuna compagnia aerea ha cancellato i suoi ordini a causa dello sciopero.

 

Italia si schiera con Fiat in materia di emissioni di Co2, ma in Europa è in minoranza

 L’Italia si è schierata ieri al fianco delle case produttrici di utilitarie come Fiat , rifiutandosi di seguire la strada intrapresa da Francia, Germania e Gran Bretagna attraverso un accordo per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Gli ambasciatori Ue sono riusciti a raggiungere un accordo per inserire gradualmente dei limiti alle emissioni di gas nocivi entro il 2015, rafforzando un accordo firmato da Francia e Germania in giugno, e ora potranno, assieme al Parlamento europeo, raggiungere un accordo finale quest’anno. Non è stata raggiunta invece un’intesa per stabilire l’ammontare delle multe da comminare ai produttori di auto che non rispettano questi limiti, dopo che Roma ha difeso strenuamente i produttori italiani.

Crediamo di non essere molto distanti da un accordo, ma non siamo ancora al punto da accettare la loro offerta. Non è stata colmata ancora la differenza,

ha detto una fonte del governo italiano.

L’unione tra Panasonic e Sanyo conferma l’interesse delle due aziende per lo sviluppo del commercio dell’energia solare

 Panasonic Corp., la più grande azienda al mondo per quanto riguarda la produzione di elettronica da consumo, tenterà di acquistare il controllo della Sanyo Electric Co. dai suoi principali azionisti. L’azienda giapponese lancerà a breve una proposta formale di acquisizione a Goldman Sachs Group Inc., Sumitomo Mitsui Banking Co. e Daiwa Securities SMBC Co.: l’indiscrezione è stata fatta da un dirigente della Panasonic che però ha preferito rimanere anonimo, dato che il piano non è stato ancora reso pubblico. Ed Rogers, direttore generale della società finanziaria Rogers Investment Advisors Y.K., si è così espresso al riguardo:

Non deve destare sorpresa il fatto che vi siano unioni di questo tipo, soprattutto alla luce della recente crisi economica.

 

Goldman Sachs e le due banche giapponesi detengono attualmente azioni privilegiate pari al 70% del totale di quelle della Sanyo, una delle principali aziende mondiali per la produzione di batterie ricaricabili. Le azioni privilegiate dovrebbero raggiungere una cifra superiore ai 6 miliardi di dollari, se dovessero essere convertite in azioni comuni al prezzo di chiusura di ieri del mercato (145 yen). La Panasonic avvierà le trattative per l’acquisto della partecipazione di maggioranza della Sanyo al fine di allargare i suoi affari nel commercio dell’energia solare: Hiroyuki Okamoto, uno dei portavoci della Sanyo, ha affermato di non avere ulteriori informazioni riguardo ai negoziati.

 

Per Eni risultati superiori alle attese e il titolo vola

 Eni chiude il terzo trimestre 2008 con risultati superiori alle attese sia a livello operativo che di utile netto. L’Ebit adjusted è salito a 6,2 miliardi eu (+46% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, +11% sul trimestre precedente e sopra le attese di 5,8 miliardi). L’utile netto è aumentato a 2,89 miliardi(+53% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, +25% sul trimestre precedente e sopra i 2,4 miliardi attesi). Nelle singole divisioni: per l’E&P (estrazioni e produzione) l’Ebit è cresciuto a 5,285 miliardi (+60% rispetto all’anno passato, +6% sul trimestre precedente e sopra i 4,9 miliardi stimati). Per il settore G&P (gas&power) l’Ebit è salito a 564 milioni, nella Petrolchimica l’Ebit si attesta a ?59 milioni eu, infine per l’Engineering si è fissato a 276 milioni eu. L’utile adjusted ha beneficiato anche di un livello di tassazione inferiore alle attese degli analisti (51,9% contro il 55% stimato). Per quest’anno il gruppo si attende una produzione in crescita del 3% rispetto all’anno passato.

La joint venture tra Jujitsu Ltd. e Siemens permetterà un aumento delle vendite dei server: si attende solo l’annuncio

 Fujitsu Ltd., la maggiore compagnia giapponese di servizi di software, è molto vicina a chiudere l’accordo per l’acquisto del 50% della partecipazione della Siemens AG: l’operazione è volta a creare una joint venture tra aziende di computer, al fine di aumentare le operazioni dei server. La società informatica asiatica potrebbe a tal fine spendere una cifra compresa tra i 50 miliardi  (515 milioni di dollari) e i 60 miliardi di yen: è atteso per la prossima settimana l’annuncio riguardo a questa intesa.

 

Un acquisto di questo tipo permetterebbe alla compagnia di Tokyo di avere il controllo completo sulla Fujitsu Siemens Computers Holding BV per poter espandere le vendite di computer in Europa, visto che il mercato giapponese si trova ancora in difficoltà. Per quanto invece riguarda la Siemens, la compagnia tedesca vedrebbe di buon occhio l’intesa, alla luce dei piani del direttore generale Peter Loescher, il quale punta a focalizzare le operazioni della società sul settore energetico, industriale e nei servizi sanitari. Michael Busse, analista economico di Magonza (Germania), ha così commentato la notizia:

Se si assume il punto di vista della Siemens si può sicuramente guardare con ottimismo al futuro. In questo ambiente, infatti, la società tedesca dovrebbe essere lieta di ottenere denaro dall’accordo.

 

Il caso Volkswagen in Borsa spiega molto bene l’assurda situazione creata dal mercato dei derivati

 Il caso del titolo Volkswagen, che in due sedute ha guadagnato il 220%, trascinando con se il listino di Francoforte fino al + 11,6% , e arrivando per pochi minuti ad essere la prima societa al mondo per capitalizzazione, è emblematico per dimostrare ancora una volta che gran parte dei movimenti recenti dei mercati azionari non è spiegabile solo con il peggioramento delle condizioni macro, ma anche e soprattutto con gli eccessi degli strumenti derivati. Volkswagen guadagna il 530% dall’inizio dell’anno senza alcuna motivazione apparente di tipo fondamentale. Secondo gli esperti a guidare la folle corsa del titolo degli ultimi giorni ci sono solo ragioni tecniche. Fatto scatenenate della bagarre intorno al titolo è stata l’annuncio dell’intenzione di Porsche a sorpresa di arrivare a controllare il 75% del capitale di Volkswagen. Ciò significa che al 42% già posseduto aggiungerà le azioni che derivano dall’esercizio di tutte le opzioni d’acquisto in circolazione (corrispondenti a un altro 31,5% del capitale), costringendo gli intermediari a chiedere la consegna delle azioni Volkswagen.

Luxottica alla prova dei risultati, gli analisti sono scettici sulla tenuta ma il sentiment rimane positivo

 Questa sera, dopo la chiusura dei mercati, Luxottica alzerà il velo sui conti del terzo trimestre. Occhi puntati quindi sul leader mondiale dell’occhialeria che potrebbe aver risentito della contrazione dei consumi negli Stati Uniti, suo principale mercato, dove realizza in dollari più del 70% del fatturato totale. Nonostante il contributo positivo della recente rivalutazione del dollaro (+16% contro l’euro nell’ultimo mese), Luxottica potrebbe avere difficoltà nel centrare i propri obiettivi 2008 e allo stesso modo ci potrebbero essere problemi anche per il 2009. A dirlo sono alcune delle maggiori banche d’affari che, secondo un sondaggio condotto da Bloomberg, prevedono un incremento del 7,8% dei ricavi del terzo trimestre, pari a 1,24 miliardi di euro rispetto a 1,15 miliardi dello scorso anno; le stesse stime indicano un utile netto in calo del 7,9% a 103,1 milioni di euro rispetto ai 112 milioni dello stesso periodo del 2007.

Hanwha acquisterà la partecipazione di Daewoo Shipbuilding per accrescere le attività e gli affari di sua competenza

 Hanwha Group, una delle maggiori compagnie della Corea del Sud, sta tentando di espandere i suoi affari relativi ai settori della costruzione e dell’energia: la società asiatica si è aggiudicata l’offerta per una partecipazione di maggioranza nella Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering Co., partecipazione che le permetterà di entrare nel mercato delle trivellazioni sottomarine. L’accordo finale tra le due compagnie verrà firmato nel prossimo mese di dicembre, ovvero immediatamente dopo che sarà stata completata la due diligence sulla Daewoo Shipbuilding: l’indiscrezione è arrivata dalla Korea Development Bank.

 

In particolare, la banca asiatica sta organizzando la vendita, ma non vuole rilevare quanto verrà pagato da Hanwha per acquistare la partecipazione del 50,4%. Hanwha, che si interessa a diversi settori produttivi, da quello degli esplosivi ai centri commerciali, vuole ulteriormente espandere le sue attività in nuove imprese, come quella delle trivellazioni e delle petroliere, per favorire la crescita dei suoi profitti. James Kim, analista della società coreana KB Investment & Securities Co., si è così espresso:

Nell’attuale situazione, sarà molto difficile per le compagnie finanziare molto denaro. Le azioni di quelle società che sono collegate in qualche modo con fusioni ed acquisizioni si trovano in pessime condizioni.

 

Trimestrale Fiat: battute le stime, ma forte preoccupazione per il 2009

 Quella che il gruppo Fiat ha pubblicato oggi è una trimestrale fatta di luci e ombre. Battute le stime per il terzo trimestre e confermate quelle per il 2008, il management si è trovato costretto a ridurre gli obiettivi per il 2009 a causa dell’andamento del mercato. Per i tre mesi da luglio a settembre il gruppo ha registrato un trading profit di 802 milioni di euro, in salita dell’8% rispetto allo scorso anno. Questo ha permesso a Fiat di battere le attese. Per il 2008 sono stati confermati gli obiettivi di redditività: trading profit atteso intorno ai 3,4 miliardi di euro, quindi nella parte bassa della fascia indicata già ad aprile.

Caterpillar, Texas Instruments e Sun zavorrano gli indici USA. La Fed soccorre i fondi monetari

 Brutta seduta per il mercato americano: gli indici tornano a scendere con ribassi intorno al 3% a causa delle trimestrali deludenti. Tra i tecnologici si salva solo Apple, la società californiana produttrice dell’iPod ha infatti battuto le stime di ogni analista con profitti in aumento del 26%. Brutte notizie invece da Texas Instruments e Sun Microsystems, con quest’ultima che ha fatto registrare una trimestrale in perdita. Significativa poi la trimestrale di Caterpillar. Il primo produttore di ruspe al mondo ha registrato un utile sotto le attese, a quota 868 milioni di dollari ed in calo dai 927 milioni dell’anno scorso. In aumento del 13% i ricavi.

La crisi finanziaria non sfiora PetroChina: la compagnia petrolifera asiatica acquisirà gli asset delle società più deboli

 PetroChina Co., la maggior azienda asiatica nell’ambito della produzione petrolifera, potrebbe acquistare le partecipazioni delle società energetiche rese vulnerabili dalla crisi creditizia, per poter espandere la propria produzione e venire incontro alla crescente domanda di carburante in Cina: è quanto affermato dal portavoce della società, Jiang Jiemin. PetroChina sta anche studiando la possibilità di acquisire finanziariamente le risorse delle compagnie più in affanno.

 

Le compagnie petrolifere della Cina hanno ripreso la loro ricerca di risorse globali, dopo un vuoto di due anni causato dalla peggiore crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione e dalla caduta dei prezzi dei beni da vendere nei mercati azionari. Le società più potenti stanno anche tentando di vendere gli asset per poter attenuare il peso del loro debito ed evitare i rischi di rifinanziamento. Lo stesso Jiang ha così commentato:

Stiamo studiando la situazione operativa di alcune compagnie internazionali, tra cui le società energetiche nel mercato dei capitali e non rinunceremo a nessuna opportunità.

L’indice asiatico MSCI AC Asia Pacific Energy ha perso circa il 55% quest’anno, percentuale nettamente superiore al 38% di caduta dell’MSCI World Index.