La situazione di Alitalia sembra giungere al termine con l’ausilio della cordata italiana

La soluzione Alitalia potrebbe essere davvero vicinissima, come ha confermato anche lo stesso Ministro delle Attività produttive Claudio Scajola. In settimana, infatti, secondo le ultime indiscrezioni l’ad di banca Intesa, Corrado Passera, advisor per il Governo, presenterà il suo piano, per la vendita della conmpagnia, al ministero del Tesoro. Il piano come era prevedibile verterà su un forte ridimensionamento della compagnia, sia a livello di costi, in primis con tagli consistenti di personale, sia a livello di rotte e di operatività aziendale.

In poche parole Alitalia dovrebbe rinascere più piccola, dopo un fallimento morbido, secondo una nuova versione della legge Marzano, e fondersi con Airone per formare una nuova compagnia tutta italiana che possa riprendere il controllo almeno del mercato domestico. Ma i nodi sul tavolo della discussione restano ancora molti a cominciare dal piano esuberi, che ha già ricevuto forte critiche dal sindacato. E poi la questione Malpensa che la Lega vuole assolutamente rilanciare, per finire al problema dei debiti che potrebbe scoraggiare la famosa cordata italiana di cui tanto si è parlato e che forse ora comincia a prendere forma.

La Roche si appresta a diventare la più grande azienda di farmaci statunitense

La Roche Holding AG, la maggiore azienda svizzera produttrice di farmaci, ha avanzato un’offerta per tentare di acquisire il resto della Genentech Inc. (azienda americana di farmaci) per 43,7 miliardi di dollari al fine di diventare la maggior produttrice di farmaci statunitense. La Genentech otterrebbe così 89 dollari di quota in denaro: la compagnia svizzera possiede già il 56% della Genentech e mette sul mercato molti suoi trattamenti.

L’acquisto consentirebbe dei risparmi al lordo d’imposta compresi tra 750 e 850 milioni di dollari all’anno: risparmi a cui si aggiungerebbero i guadagni conseguiti nel primo anno di chiusura. La compagnia svizzera, tra le maggiori al mondo riguardo alla biotecnologia, ha fornito alla Roche i suoi migliori prodotti, tra cui le terapie contro il cancro: il Rituxan, l’Avastin e l’Herceptin.

Dow Chemical, Warren Buffet e fondo sovrano del Kuwait acquistano Rohm&Haas

Dow Chemical è una multinazionale americana con sede a Midland, Michigan. Dal 2007 è il secondo più grande produttore chimico nel mondo, dopo la BASF. La compagnia fornisce materie plastiche, prodotti chimici, prodotti agricoli e la sua presenza si può contare in 175 paesi con l’impiego di 46000 persone in tutto il mondo. Spende più di $ 1 miliardi annui di spesa in R & S. La società ha venduto inizialmente solo candeggina e bromuro di potassio, oggi Dow è il maggior produttore mondiale di materie plastiche, tra cui polistirolo, poliuretani, polietilene, polipropilene, e gomme sintetiche.

La crisi di Fannie Mae e Freddie Mac coinvolge anche le quotazioni delle borse asiatiche

La crisi dei mutui ipotecari statunitensi non risparmia neanche le riserve asiatiche, ormai arrivate a raggiungere l’indice di mercato più basso dal novembre 2006. La Mitsubishi UFJ Financial Group, la nota società finanziaria giapponese e la Cathay Financial Holding, la più grande compagnia di servizi statunitensi, le quali possiedono da sole più di 50 miliardi di dollari di Fannie Mae e Freddie Mac, sono in calo come ripercussione delle gravi perdite che hanno coinvolto le due agenzie americane, che il Dipartimento del Tesoro si è impegnato a supportare.

Come conseguenza di ciò, uno dei principali indici asiatici, l’ MSCI Asia-Pacific ha perso il 2,1% raggiungendo quota 129,61 yen: tutti i suoi gruppi industriali sono in discesa, con le riserve finanziarie che contano per il 45% della perdita totale. Secondo Leslie Phang, direttore degli investimenti alle unità di Schroders Plc (una delle principali case di investimento internazionali con sede a Londra):

Freddie Mac e Fannie a Mae sono sostanzialmente di proprietà semi-statale e numerosi istituti di credito e governi in tutta l’Asia detengono il loro debito. Nessuno si aspettava un crollo di queste proporzioni.

Guru: arresto di Matteo Cambi

Qualche tempo fa si era pensato al miracolo imprenditoriale, ma poi qualche giorno fa la Procura di Parma chiede il fallimento della Guru. Ma non finisce qui: alcuni giorni dopo la Guardia di Finanza di Bologna arresta Matteo Cambi, amministratore unico della Jam Session, societa’ proprietaria del noto marchio di magliette Guru ed oltre a Cambi arresta anche i due amministratori di fatto della stessa societa’, Gianluca Maruccio De Marco e Simona Vecchi, madre dell’interessato.

L’ordinanza di arresto è stata richiesta dal pm Lucia Russo, i motivi sono molteplici: bancarotta fraudolenta, false comunicazioni sociali, illecita ripartizione di utili e riserve sociali, indebita restituzione di conferimenti, infedelta’ patrimoniale, formazione fittizia del capitale sociale. Paroloni che spesso non sappiamo neanche cosa vogliano dire, su internet troviamo tante definizioni, ma magari ci confondono ancora di più le idee. Cosa si intende per bancarotta fraudolenta? In pratica l’imprenditore finge di essere in perdita, di realizzare una insolvenza, anche apparente, nei confronti dei creditori. Un altro reato che può essere frainteso è la formazione fittizia del capitale sociale. Il capitale sociale è la garanzia ultima dei creditori, nel senso che se l’imprenditore è insolvente allora i creditori “attaccheranno” il capitale sociale, ma se il capitale sociale iscritto in bilancio è fittizio, i creditori si troveranno con in mano un pugno di mosche.

Shinsei Bank è in procinto di acquistare l’unità finanziaria giapponese della General Electric

Shinsei Bank, la prima banca giapponese controllata da investitori stranieri, si è accordata per acquisire le unità finanziare di consumo della General Electric , la multinazionale attiva nella teconologia e nei servizi, per 580 miliardi di yen (5,4 miliardi di dollari). La Shinsei acquisirà la divisione Lake della General Electric con sede a Tokyo.

Jeffrey Immelt, direttore esecutivo di General Electric, ha anzitutto la pressione di rianimare le azioni dopo aver annunciato una sorprendente caduta dei profitti per il primo quarto del 2008 in Aprile: attualmente dispone di più di 100 miliardi di dollari di assets finanziari (i valori materiali e immateriali di sua proprietà). L’istituto di credito giapponese è in declino da quando sono state adottate misure sui tassi di interesse nel 2006 e dopo le pratiche di riscossione da parte del governo del paese.

Enel e Acciona: la Lite per Endesa

Che la conivivenza fra i due principali soci di Endesa, Enel ed Acciona non sarebbe stata facile si era compresa a poche ore dall’accordo per comprare la conpagnia spagnola. Il socio spagnolo, infatti, appoggiato dal governo iberico ha sempre voluto contare molto di più della sua partecipazione di minoranza, a cominciare dal consiglio di amministrazione presieduto da Entrecanales numero 1 di Acciona. Fulvio Conti ha per un pò di mesi abbozzato ma ora sembra che abbia detto basta di fronte alle ingerenze e alle continue prese di posizione dello scomodo socio, e nelle ultime ore si parla con insistenza dell’intervento del ministero dell’Economia spagnolo per trovare una soluzione alla lite all’interno del board di Endesa.

Secondo alcune indiscrezioni, infatti, la famiglia Entrecanales starebbe spingendo sul rampollo a capo dell’azienda per far valere l’opzione di vendita sulle azioni di Endesa, che a questi prezzi di Borsa sarebbe un affare stante il fatto che in Borsa il titolo ha perso quasi il 40% del suo valore, crollando dai 40 euro ai 28 euro di oggi. In base all’accordo fra le parti, infatti, Enel dovrebbe acquistare a 40 euro il pacchetto di azioni in mano ad Acciona, ma Enel non vorrebbe comprare a più di 34 euro.