I nuovi dati sull’Euribor e le conseguenze sul mercato italiano.

Il tasso di interesse calcolato per il pagamento dei mutui ha finalmente invertito la rotta. Dopo i picchi da capogiro raggiunti nel mese di agosto adesso si intravede la possibilità di respirare per decine di migliaia di famiglie alle prese con i mutui variabili.

La buona notizia arriva dalla tabella del Supplemento al Bollettino Statistico di Bankitalia che ha reso note le ultime oscillazioni dell’Euribor e degli altri valori di riferimento ad esso collegati. Il contratto a tre mesi, quello di riferimento, è sceso di quattro punti percentuali attestandosi al 3,743%, valore più basso degli ultimi dieci mesi.

L’Euribor a un mese e quello a sei mesi non sono stati da meno, fermandosi rispettivamente al 3,416% e al 3,787%. Dallo stesso documento arrivano però altre liete novelle per i consumatori che si imbattono ormai quotidianamente nel TAN e nel TAEG. Quest’ultimo nel mese di ottobre si è fermato al 5,88% (contro il 6,11% di agosto, massimo storico) mentre il tasso nominale sui mutui è sceso fino al 5,76% (contro il 5,95% di agosto).

Brutte notizie per i mutui a tasso variabile: l’ Euribor tocca livelli record. Vediamo come cambia la rata

 La crisi dei mutui subprime continua a colpire e questa volta a subire i danni saranno i sottoscrittori dei mutui a tasso variabile. Le turbolenze della scorsa settimana hanno portato nuova incertezza nei mercati finanziari e se da una parte abbiamo visto scendere i mercati borsistici, conseguenze negative si sono avute anche nel mercato monetario. L’ Euribor, il tasso interbancario europeo è salito a livelli record dal 2000 proprio a causa della sfiducia che le banche adesso hanno le une nei confronti delle altre (con sfiducia intendiamo una più alta percezione del rischio che giustifica tassi di interesse più alti). Scendendo nel dettaglio vediamo che l’Euribor ad un mese è arrivato a quota 4,976%, l’Euribor a tre mesi ha toccato il 5,066%, quello a sei mesi il 5,276%.

Caro-mutui: come abbassare le rate con la rinegoziazione coattiva

Tre mesi di tempo dopo le lettere delle banche inviate a chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile per l’acquisto o la ristrutturazione di una casa. È questo il termine utile per scegliere la soluzione giusta per tagliare la rata e decidere se aderire alla proposta del ministro Tremonti, ad una di quelle dell’ex ministro Bersani o continuare con il vecchio mutuo.Tra le varie alternative a disposizione, vediamo oggi in cosa consiste la “rinegoziazione coattiva” proposta dal ministro dell’Economia Tremonti e prevista dal decreto legge 93/2008. Da gennaio 2009, chi aderirà alla rinegoziazione per alleggerire rate divenute troppo pesanti verserà una rata fissa calcolata in base alla media dei tassi applicati nel 2006

Al via l’accordo sulla rinegoziazione dei mutui a tasso variabile, attenzione però ai costi

 Il 29 agosto è il termine entro cui banche ed intermediari finanziari dovranno comunicare le informazioni riguardo la possibilità di rinegoziare il mutuo sulla prima casa. Tutte le banche hanno infatti aderito alla convenzione tra Abi e ministero dell’Economia riguardante i mutui prima casa a tasso variabile stipulati prima del 28 maggio 2008 e caratterizzati da tassi variabili. Con questa operazione le banche vogliono venire incontro a coloro che adesso si trovano in difficoltà perché hanno visto crescere in modo significativo la rata del mutuo negli ultimi tre anni (i tassi sono aumentati in Europa dal 2% al 4,25%).

La crisi di Fannie Mae e Freddie Mac coinvolge anche le quotazioni delle borse asiatiche

La crisi dei mutui ipotecari statunitensi non risparmia neanche le riserve asiatiche, ormai arrivate a raggiungere l’indice di mercato più basso dal novembre 2006. La Mitsubishi UFJ Financial Group, la nota società finanziaria giapponese e la Cathay Financial Holding, la più grande compagnia di servizi statunitensi, le quali possiedono da sole più di 50 miliardi di dollari di Fannie Mae e Freddie Mac, sono in calo come ripercussione delle gravi perdite che hanno coinvolto le due agenzie americane, che il Dipartimento del Tesoro si è impegnato a supportare.

Come conseguenza di ciò, uno dei principali indici asiatici, l’ MSCI Asia-Pacific ha perso il 2,1% raggiungendo quota 129,61 yen: tutti i suoi gruppi industriali sono in discesa, con le riserve finanziarie che contano per il 45% della perdita totale. Secondo Leslie Phang, direttore degli investimenti alle unità di Schroders Plc (una delle principali case di investimento internazionali con sede a Londra):

Freddie Mac e Fannie a Mae sono sostanzialmente di proprietà semi-statale e numerosi istituti di credito e governi in tutta l’Asia detengono il loro debito. Nessuno si aspettava un crollo di queste proporzioni.

Mutuo Mediolanum Freedom: conosciamolo meglio

Le famiglie investono sulla casa, Mediolanum investe sulle famiglie. È questo il principio su cui si basa il nuovo Mutuo Mediolanum Freedom proposto da Banca Mediolanum. In un momento di difficoltà, causato dall’aumento dei tassi d’interesse, in cui vertono molte famiglie italiane che hanno sottoscritto un mutuo, Banca Mediolanum intende contribuire alla risoluzione del problema proponendo una riduzione dei tassi di interesse dei mutui in portafoglio di tutti i propri clienti di circa lo 0,64%.

L’iniziativa ha suscitato fin da subito molto interesse tanto che nei primi tre giorni dal lancio del mutuo in rete ci sono state 1.300 richieste.

Modificare il tipo di tasso e la durata: sostituire un mutuo conviene?

L’idea di sostituire un debito in corso può apparire molto appetibile quando i tassi dei nuovi mutui sono decisamente più bassi. Ma conviene sicuramente? Anche con differenze di 5 punti percentuali non è detto che sostituire il vecchio mutuo convenga. Sebbene l’effetto del tasso sia importante non bisogna dimenticare che esso agisce sul capitale residuo e solo per il periodo rimanente. Al tempo stesso la sostituzione di mutuo implica l’intervento del notaio con costi globali piuttosto consistenti. Tra l’altro le spese non sono strettamente proporzionali all’importo di mutuo, incidendo in misura maggiore sulle cifre più piccole.

Affinché l’operazione sia vantaggiosa è necessario che il risparmio prodotto dalla riduzione del tasso di interesse sia ovviamente maggiore delle spese di sostituzione.