Disoccupazione USA aumenta più del previsto

 Negli Stati Uniti si continua a perdere il lavoro: aumentano le domande di disoccupazione e questi aumenti superano le previsioni. Il mercato del lavoro sta subendo uno scossone e sebbene negli ultimi mesi abbia mostrato segni di lenta ma stabile ripresa, la situazione sembra sconvolgersi nuovamente. Una nota del Dipartimento del Lavoro USA sottolinea che le richieste sono aumentate di 24 mila unita’ a 399 mila nella settimana terminata lo scorso 7 gennaio. Le ultime previsioni parlavano di un aumento di sole 8 mila unita’ a 380mila.

Asta BOT con rendimenti dimezzati, scende lo spread

 L’asta di BOT prevista per oggi si è conclusa nel migliore dei modi; il riflesso del buon esito arriva perfino ad abbassare lo spread BTP-Bund che ora, dopo una perdita del 6.45% circa, oscilla intorno a 483 punti.

I Buoni Ordinari del Tesoro in asta oggi con scadenza annuale sono stati collocati con rendimento più che dimezzato rispetto al mese di Dicembre; si registra infatti un rendimento del 2.735% rispetto al precedente 5.95%. La buona domanda dei titoli ha permesso al Tesoro di collocare i Bot annuali per 8.5 miliardi di euro a fronte di una domanda di oltre 12 miliardi di euro.

Liberalizzazioni e tassisti in rivolta

 La parola liberalizzazione non piace ai tassisti, o almeno non piace come la intende il governo Monti: il 23 gennaio la categoria ha deciso di fermare il lavoro in tutto il Paese. Le sigle sindacali di categoria, riunite a Bologna, hanno deciso uno sciopero generale e lo scopo, come é facile immaginare, é quello di contestare le liberalizzazioni decise dal governo. Per il giorno 16 é stata invece convocata un’assemblea a Roma, tra le altre cose, per consegnare all’autorità antitrust un documento in cui saranno scritte tutte le perplessità relative alla norma. Le liberalizzazioni, secondo i propositi del governo, saranno adottate con lo scopo di ridurre i prezzi e di aumentare la concorrenza, per questa ragione i consumatori, in parte, sembrano essere a favore.

Fitch minaccia declassamento al rating dell’Italia

 Rischio di declassamento per il nostro Paese: la “minaccia arriva da Fitch” e riguarda il giudizio sul debito italiano. Riley, responsabile dei rating sovrani dell’agenzia statunitense, sottolinea che l’Italia ha bisogno di una credibile rete di protezione e al momento questa non è disponibile, per ora comunque il rating sul debito italiano rimane pari a “A+”. Il futuro appare incerto e non solo per l’Italia: altri Paesi europei potrebbero vedersi tagliare il merito di credito di uno o due gradini a causa della crisi sistemica che influenzerà il giudizio sulla solvibilità degli Stati. Solo alcuni mesi fa, l’agenzia Fitch aveva declassato otto banche italiane e lanciato l’allarme recessione per l’Italia.

Decreto liberalizzazioni entro il 20 gennaio

 Favorire la concorrenza: questo é il principale scopo del Governo tecnico presieduto da Monti, che punta a liberalizzare i principali sistemi economici dell’Italia. Di seguito le mozioni tecniche che saranno comprese nel provvedimento d’urgenza riguardante le liberalizzazioni e che dovrebbe essere varato entro il giorno 20 di questo mese. Le liberalizzazioni colpiranno il settore dell’energia, taxi, farmacie, notai, trasporti e vanno ricomprese nella “fase due” della manovra finanziaria. Il decreto quindi dovrà essere varato entro qualche giorno e tale forma é stata scelta perché garantisce tempi brevi, mentre una legge avrebbe un tempo di preparazione più lungo nelle aule del  Parlamento. Ovviamente anche stavolta é stata l’Unione Europea a chiedere tempi stretti. Il piano non è ancora pubblico, ma sono emerse alcune indiscrezioni e dichiarazioni di membri del governo, dalle quali si possono cogliere alcune delle misure che saranno contenute nel prossimo decreto.

Ubi Banca chiude 36 filiali

 Durante la crisi dei subprime degli anni precedenti una lunga serie di istituti di credito degli Stati Uniti sono crollati, anche se poi tutto si è “risolto” con l’acquisto da parte della rimanenza “sana” a prezzi scontati dei primi. Ora che la crisi monetaria interessa l’area Euro (grazie anche, lo ricordiamo sempre, all’attacco proprio dagli Stati Uniti tramite le agenzie di rating)  ci si aspetta da diversi mesi l’equivalente di quello che è successo oltre oceano.

Dopotutto ad essere ancora una volta nel mirino sono proprio gli istituti di credito Europei, oltre che i debiti sovrani che sembrano diventati ingovernabili. Da quando l’Euro ha cominciato ad accusare i suoi problemi, questo è il primo vero effetto della fase di crisi che stiamo passando ed interessa il colosso UBI Banca.

Titolo Unicredit nel giorno di aumento di capitale

 Dopo l’annuncio di conferma dell’aumento di capitale di Unicredit, varato con uno sconto complessivo del 43% sul prezzo dei primi di Gennaio 2012, il titolo si è velocemente allineato a quello che sarebbe poi stato il prezzo della nuova emissione, anche se a ben guardare c’è ancora una certa differenza.

Andando a ritroso nella storia dell’iter per l’aumento di capitale di Unicredit ricordiamo che uno dei partner chiave (la Libia)  ha dato il pieno supporto per l’operazione, mentre dall’altra parte abbiamo investitori storici come Blackrock che invece hanno prontamente diminuito l’investimento (nel caso specifico dimezzato) dopo l’annuncio ma anche dopo le nuove tensioni nella zona Euro.

Libia rafforza il capitale di Unicredit

Scott Thompson passa alla guida di Yahoo!

 Cambio al vertice di Yahoo!: poco prima dell’apertura di Wall Street l’azienda ha presentato Scott Thompson, il nuovo amministratore delegato. Un volto in realtà ben conosciuto nel mondo del web: Thompson é presidente di Paypal, divisione di eBay, ed ora assumerà la carica di nuovo amministratore delegato del gruppo. Carol Bartz, l’ex ad, é stata licenziata improvvisamente circa quattro mesi fa, la stessa manager in una sua comunicazione ai dipendenti aveva scritto di essere molto addolorata del licenziamento avvenuto con una telefonata dal presidente del board. Così si era proceduto all’eliminazione di un capo considerato come una sorta di ostacolo alla crescita, un capo troppo debole per un’azienda così importante, ma anche in difficoltà. È risaputo ormai che la società, pioniera della rivoluzione del web negli anni ’90 continua a soffrire la concorrenza di Google.

Default Grecia a marzo: Papademos chiede aiuti

 Grecia ancora a rischio default: il premier greco Lucas Papademous ha chiesto ai cittadini di accettare ulteriori riduzioni dei salari, unico percorso percorribile per evitare un default nel mese di marzo. Secondo il governatore una riduzione momentanea dei salari é essenziale per la competitivita’ greca e, parlando con i sindacati e gli imprenditori, sarà necessario accettare sacrifici limitati per evitare un esito catastrofico. Opposizioni da parte dei sindacati: da parte loro hanno sottolineato di non essere disponibili ad accettare una riduzione del salario minimo (che ad oggi supera di poco i 750 euro) nonché la  riduzione o abolizione delle tredicesime e quattordicesime. Un processo del genere sarebbe ritenuto un “crimine” come affermato da Dimitris Asimakopoulos, presidente del GSEVEE, uno dei principali sindacati greci.

Disoccupazione in Italia sempre crescente

 Alla parola crisi si affianca spesso un altro termine molto noto, non solo ai giovani. La perdita del lavoro é una situazione in cui vengono a trovarsi non solo i giovani che faticano sempre più nella ricerca dell’occupazione. Anche le persone più adulte, dopo anni di lavoro arrivano a perdere quello che hanno costruito: sono gli effetti di una crisi sempre più dilagante che non accenna a fermarsi. Cresce l’allarme disoccupazione in Italia e i più penalizzati sono i giovani e le donne: un giovane su tre, di età compresa tra i 15 e i 24 anni, non ha un lavoro. Situazione ancora peggiore per le giovani donne del Sud: qui il 40% delle donne non riescono a trovare lavoro (dati Istat).

Fiat aumenta quota in Chrysler

 L’unione Fiat-Chrysler sembra aver dato buoni frutti: Chrysler restituisce i prestiti ricevuti dal governo statunitense. La vendita di 1,37 milioni di auto nel 2011, il 26% in più rispetto al 2010, ha permesso all’azienda di riprendersi dalla crisi: secondo gli analisti non sarà facile raggiungere quota 6 milioni di vetture vendute entro la fine del 2014, come si era prefissato l’ad Sergio Marchionne. Difficoltà non da attribuire al lavoro di Chrysler ma all’attuale recessione economica in atto, che non risparmierà neanche il settore delle auto. La quota di 6 milioni però non rappresenta solo un miraggio, potrebbe essere un obiettivo reale se Fiat decidesse di legare con un’azienda in Asia, dove il gruppo non ha ancora una posizione di rilevo.

Stipendio dei dipendenti del Senato

 Con tutti i contratti a progetto in circolazione non é facile trovare qualcuno che percepisca la fantomatica tredicesima. Chi ne ha sottoscritto uno, sa benissimo che il contratto a progetto non prevede nè ferie nè tredicesima, tantomeno quattordicesima. Eppure c’è qualcuno in Italia che non solo ha sia la tredicesima che la quattordicesima, ma anche la quindicesima. E come se non bastasse anche la sedicesima. Sembra uno scioglilingua, ma questa non é altro che la realtà del regolamento sul personale del Senato. All’articolo 17 comma 3 di suddetto articolo infatti, l’«indennità compensativa di produttività», che di fatto equivale a una sedicesima, é una mensilità aggiuntiva rispetto alle già quindici di cui gode lo stipendio dei dipendenti del Parlamento.

Salvezza dell’euro e dimissioni di Berlusconi

 Il presidente dimissionario lascia le redini del governo al professore della Bocconi. Questo é quello che sappiamo. A distanza di pochi mesi però emergono dei restroscena che forse alcuni non avrebbero osato immaginare.  Quando si parla dell’euro e della sua salvezza, la protagonista indiscussa dello scenario é sicuramente la cancelliera tedesca Angela Merkel, la quale avrebbe chiamato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo scorso ottobre per chiedergli di sostituire il premier: la tempesta finanziaria in Italia stava avrebbe potuto far crollare l’economia europea. E stavolta non si tratta di un’indiscrezione qualunque o di supposizioni da bar: lo rivela niente di meno che il Wall Street Journal in una ricostruzione fatta sulla base di fonti diplomatiche, sempre secondo quanto affermato dal giornale.

Esito asta BTP a 10 e 3 anni

 L’ultima asta del 2011 costringe ad un bilancio annuale molto contrastato; l’andamento del collocamento è di difficile interpretazione visto che se da un lato abbiamo avuto rendimenti in leggero calo, dall’altro la domanda non è stata soddisfacente e lo spread Btp-Bund torna ad allargarsi.

Il collocamento dei Buoni del Tesoro Poliennali a 10 anni ha visto in particolare due BTP che rispettivamente sono stati offerti al 6.98% (per quanto riguarda la scadenza 2022) e 6.7% (per quanto riguarda invece la scadenza al 2021) e sono identificabili con ISIN IT0004759673 e IT0004695075. Rispetto al precedente dicevamo che c’è stato un calo nel rendimento annuale (7.56%) ma la domanda ha visto un rallentamento notevole; per il primo BTP di cui sopra si parla di una domanda in linea (2.5 miliardi collocati per una richiesta di 3.39 miliardi) con le aspettative, mentre per il secondo (con scadenza nel 2021) l’assegnazione è stata di 1.17 miliardi quando invece era stato previsto un collocamento di 2 miliardi.