Fiat firma l’accordo per il nuovo contratto

 Fiat e sindacati sono finalmente giunti ad un accordo, con il via libera di Fim, Uilm, Fismic, Ugl e l’assenza della Fiom, é stata firmata l’intesa per il contratto del gruppo, che interessa 86.000 dipendenti in tutto il nostro Paese. All’ultima fase del negoziato la Fiom non ha voluto prendere parte: non ha condiviso l’impegno a raggiungere l’intesa. La Fiat ha confermato tutti gli investimenti per ‘Fabbrica Italia‘ e il vincolo a rimanere sul territorio nazionale. Buone notizie per i dipendenti: il contratto che avra’ la durata di un anno e si applica agli 86mila lavoratori dei circa 60 stabilimenti del gruppo in Italia tra Fiat e Fiat Industrial, dal 2012 è stato fissato un premio di risultato di 600 euro (da corrispondere nella stessa misura anche a chi ha subito lunghi periodi di cassa integrazione), uno scatto ulteriore di anzianità per tutti gli addetti, un aumento reale della paga base.

Fmi, la partecipazione all’Efsf non è impossibile

 Il cosiddetto “fondo salva-stati” (noto anche come European Financial Stability Facility) sta tentando di potenziare il proprio raggio di intervento, magari accompagnandosi ad altri strumenti e veicoli: uno di questi è lo Spiv (un veicolo speciale di investimento), del quale potrebbe far parte persino il Fondo Monetario Internazionale. L’indiscrezione è giunta direttamente da alcuni funzionari dell’area dell’euro, i quali si sono detti alquanto possibilisti. L’organo sorto a Bretton Woods ha comunque soltanto ipotizzato questa sua partecipazione, ma finora non vi è ancora una decisione ufficiale e precisa, tutto dipenderà dalle varie misure che saranno adottate.

Borsa di Tokyo, apertura in rialzo dopo i colloqui europei

 Le ventate europee giunte da Bruxelles hanno soffiato fino alle latitudini giapponesi: l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha infatti avviato le contrattazioni odierne con un buon rialzo, dopo che lo stesso mercato nipponico è stato incoraggiato dai passi positivi che i leader comunitari intendono adottare per fronteggiare la crisi del debito. Nel dettaglio, c’è da sottolineare come l’indice asiatico in questione abbia guadagnato 1,38 punti percentuali, ricavando un ammontare molto vicino ai duecento punti complessivi (119,92 per la precisione) e attestandosi a quota 8.798,81. Lo stesso discorso deve essere fatto per l’altro riferimento azionario, vale a dire il Topix, il quale ha cominciato le sedute di oggi con un incoraggiante +0,95%.

Standard & Poor’s bacchetta anche la Slovenia

 Il lavoro di Standard & Poor’s prosegue indefesso: l’agenzia americana di rating può essere paragonata a Sanson e Mastro Titta, i boia della Rivoluzione Francese e della Roma ottocentesca, instancabili nell’utilizzare la scure. Quest’ultima è sempre più affilata e l’ultima “esecuzione” ha riguardato la Slovenia, stato membro dell’eurozona dal 2007: il debito sovrano di breve e lungo termine della nazione balcanica è stato infatti declassato da AA ad AA-, nonostante l’outlook sia rimasto stabile, a causa soprattutto della critica posizione fiscale del paese. Questa riduzione del giudizio dell’agenzia riflette inevitabilmente il deterioramento sloveno dal punto di vista economico, un declino cominciato nel 2008 a seguito della crisi globale; in aggiunta, il governo di Lubiana non ha finora presentato una strategia o un piano credibile per quel che concerne il consolidamento finanziario, come riconosciuto da diversi analisti ed economisti.

Russia e Ucraina alla guida di una nuova zona di libero scambio

 La ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche è destinata a rivivere dopo oltre vent’anni? Le varie nazioni che componevano il blocco in questione sono protagoniste di un accordo volto a creare una zona di liberi scambi dal punto di vista commerciale: è scontato ricordare che le due principali economie, vale a dire Russia e Ucraina, sono in cima alla lista dell’accordo in questione, una sorta di rivisitazione di un passato commerciale non troppo lontano nel tempo. L’intesa, tra l’altro, viene a realizzarsi subito dopo che l’Unione Europea ha cancellato una recente riunione col presidente ucraino Viktor Yanukovych, poco intenzionato ad ascoltare le pressioni occidentali che gli chiedevano e gli chiedono tuttora di rilasciare dalla prigione l’ex premier Yulia Tymoshenko.

Air France, Spinetta nuovo ad per salvare i conti

 Non si può certo dire che Air France-Klm stia vivendo uno dei suoi momenti più tranquilli: Pierre-Henri Gourgeon non è più l’amministratore delegato del gruppo transalpino e al suo posto dovrebbe essere incaricato Jean-Cyril Spinetta, per quello che dovrebbe essere un ritorno al passato. I problemi principali per il vettore francese sono soprattutto due, vale a dire il calo dei profitti e le rivelazioni circa il ruolo dei piloti in un incidente. L’incarico di Gourgeon durava da due anni e mezzo e la sua poltrona doveva rimanere ben salda a terra fino al 2013. Invece, ora sarà costretto ad abbandonare la compagnia nel mezzo delle polemiche.

Dexia: l’Ue valuta la compatibilità del salvataggio

 Dexia sta facendo tribolare parecchio i risparmiatori e la sua situazione è sempre più critica: qualche spiraglio per la banca franco-belga lo si intravede grazie soprattutto a Bruxelles, visto che la Commissione Europea si è decisa ad acconsentire alla nazionalizzazione della filiale del Belgio, il secondo istituto di credito di tutto il paese. Volendo essere ancora più precisi, questa nazionalizzazione sarà soltanto a carattere temporaneo, ma quali vantaggi potrà apportare? L’intento dell’Ue è sostanzialmente quello di preservare nel miglior modo possibile la stabilità del sistema finanziario, dunque questa operazione era ormai divenuta necessaria a causa degli ultimi sviluppi della vicenda.

Kinder Morgan-El Paso, un nuovo colosso energetico negli Usa

 Si tratta di uno degli accordi energetici di maggiore rilievo della storia: Kinder Morgan Incorporated ha infatti raggiunto un’importante intesa per l’acquisizione di El Paso Corporation per 2,1 miliardi di dollari. Come già ricordato, questa transazione settoriale rappresenta uno degli affari più colossali dell’ultimo anno e mezzo e dovrebbe riuscire a dar vita al più grande network infrastrutturale degli Stati Uniti. Volendo entrare maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che l’offerta in denaro cash e titoli azionari ha portato alla valutazione di 26,87 dollari per ogni singolo titolo di El Paso, circa il 37% in più rispetto al prezzo di chiusura della settimana appena conclusa.

Hulu, non è esclusa una imminente quotazione

 I proprietari di Hulu, vale a dire News Corporation, Walt Disney Company e Providence Equity Partners, sono pronti a considerare nuovamente la quotazione del celebre sito web di video-streaming: si parla infatti espressamente di offerta pubblica iniziale, con una vendita di titoli azionari che dovrebbe consentire ai colossi appena menzionati di aumentare il capitale e gestire al meglio l’ambito finanziario. A cosa servirebbe dunque il denaro cash di una ipo? Hulu potrebbe avere senz’altro la possibilità di competere con concorrenti importanti come Netflix e Amazon per quel che concerne soprattutto la programmazione televisiva.

Nuovi possibili acquirenti per Yahoo: Kkr e Blackstone

 La lunga fila di “corteggiatori” di Yahoo si amplia ulteriormente: gli ultimi due in ordine temporale sono Kkr & Company e Blackstone Group, società che vengano considerate tra le papabili per il rilevamento del celebre colosso americano. In realtà, volendo essere ancora più precisi, c’è da dire che esse faranno parte con tutta probabilità di un consorzio volto a garantire i finanziamenti necessari, anche se una offerta vera e propria non è ancora stata formalizzata. Come è noto, da ormai un mese il celebre motore di ricerca sta rivedendo in maniera strategica le proprie opzioni, operazione che è cominciata in coincidenza con il licenziamento dell’ad Carol Bartz. Quest’ultima gestione è caratterizzata da strenue lotte per scongiurare i declini delle vendite o competere con l’acerrima rivale Google, ora invece si dovrà cooperare con i cinesi di Alibaba Group.

Malpensa-Singapore Airlines, ancora incertezza sull’autorizzazione

 I cieli milanesi e quelli singaporegni non sono mai stati così vicini come in questo momento: Marco Reguzzoni, capogruppo della Lega Nord alla Camera, ha voluto evidenziare l’intesa raggiunta in merito alla compagnia asiatica Singapore Airlines, un accordo ottenuto insieme al ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, e che va a interessare da vicino uno dei principali aeroporti del nostro paese, Malpensa. Che cosa è stato deciso esattamente? In pratica, la stessa Singapore Airlines aveva espressamente richiesto di poter volare su Milano appunto, una scelta che è poi divenuta una priorità del governo.

Occupy San Francisco, proteste di fronte alla Wells Fargo

 Undici contestatori associati all’ormai celebre movimento Occupy Wall Street è stato arrestato nel corso della giornata di ieri mentre bloccava l’ingresso della banca Wells Fargo, proprio nel distretto finanziario di San Francisco: il loro rilascio è stato comunque immediato e ha consentito di conoscere un nuovo capitolo di questa protesta contro le banche e i poteri forti, tanto che è risuonato forte lo slogan “Siamo il 99%”. Persino qualche dipendente dell’istituto di credito americano ha appoggiato questa manifestazione, ricordando che le giuste cause che l’hanno favorita.

Visa e Mastercard citate in giudizio per price fixing

 Il destino sta accomunando in ogni occasione Visa Incorporated e Mastercard: come è noto, si tratta di due delle principali compagnie attive nel campo delle carte di credito, le quali sono state entrambe citate in giudizio per un “price fixing”. In pratica, i due colossi statunitensi si sarebbero resi protagonisti di una vera e propria soppressione della concorrenza per quel che concerne gli operatori Atm, così come ha denunciato un gruppo commerciale. Per l’appunto, quest’ultimo ha accusato le società in questione di violazioni della legislazione Antitrust, a causa di evidenti restrizioni imposte ad operatori indipendenti; inoltre, i prezzi adottati da Visa e Mastercard per l’utilizzo di network alternativi (ad esempio Star, Shazam Incorporated e TransFund) erano fin troppo variabili.