Diventa sempre più difficile ottenere prestiti e mutui

Questo è quello che emerge dalla ricerca effettuata da Bankitalia usando come campione nove gruppi bancari italiani. Criteri più rigidi sia nel concedere mutui e prestiti alle famiglie, sia nel finanziarie le imprese, cosa che non accedeva da due anni. La crisi internazionale dei mercati ha reso ogni operazione più costosa, ma soprattutto ha suscitato nelle banche una maggiore consapevolezza della percentuale di rischio. Di pari passo con la restrizione dei criteri per l’erogazione di prestiti arriva anche però la riduzione di richieste: il mercato immobiliare appare in frenata e molti aspettano a comprare casa, inoltre la fiducia dei consumatori è drasticamente calata viste le prospettive non certo rosee dell’economia nazionale ed internazionale.

Unicredit dimezza gli utili ma resta ottimista, parola di Alessandro Profumo

La trimestrale di Unicredit non è stata per così dire esaltante: utili in calo del 51% nonostante l’esposizione ai mutui subprime sia passata da 164 a 94 milioni di euro. L’utile per azione sarà compreso in una forchetta tra 0,52 e 0,56 euro, cifre inferiori alle stime degli analisti, che hanno fatto perdere al titolo il 3,26%. I ricavi registrato sono in calo del 18,9% a 6,45 miliardi. La trimestrale Unicredit ha tirato verso il basso tutto il comparto finanziario: Intesa San Paolo ha perso il 2,87%, Popolare Milano il 4,34% e Mps lo 0,67%.

Il peggio però è passato

Queste le parole di Alessandro Profumo dopo l’assemblea, ma evidentemente i mercati non gli hanno dato fiducia. Colpevole delle perdite di Unicredit soprattutto il settore dell’investment banking e le svalutazioni a cui l’istituto è stato costretto. Positivi invece i risultati riguardanti l’attività tradizionale: +15% gli utili e +8,4% i ricavi.

Unicredit punta molto sull’Europa Orientale e prevede l’apertura di nuove filiali: grazie alla massiccia presenza in questa area geografica e agli investimenti fatti i ricavi sono cresciuti del 25%.

Il ritorno di Tremonti, un “no global” come ministro?

Torna dopo due anni alla guida del Ministero dell’Economia Giulio Tremonti, laureato in giurisprudenza, e chiamato ora ad una prova importante vista la situazione economica internazionale e soprattutto quella italiana, schiacciata tra l’inflazione ed il non adeguamento dei salari. Tremonti è un personaggio senza dubbio particolare, protagonista di contraddizioni (nel 1991 disse al Corriere della Sera che “il condono è una forma di prelievo fuori legge” per poi approvarne diversi durante i passati governi Berlusconi), ed autore di best-sellers.

L’ultimo suo libro è “La paura e la speranza. Europa: la crisi globale che si avvicina e la via per superarla“, un “manifesto no global” come è stato definito da alcuni, in cui l’autore denuncia le magagne della finanza internazionale e indica la retta via alla Vecchia Europa. E la soluzione sarebbe “più stato“, tutto il contrario di quello che il governo Prodi aveva provato a portare avanti con le liberalizzazioni (tentativo purtroppo non del tutto riuscito, ma partito da un presupposto inattaccabile). Sembra incredibile che “i comunisti” (in questo caso Veltroni) parlassero di mercato e di concorrenza per superare le contraddizioni ed i problemi, mentre il Ministro del governo di centro destra parla di Stato!

Certo Tremonti non si può definire no global nonostante alcune dichiarazioni “al limite”, però un protezionista sì: proteggere l’Europa dall’invasione asiatica e da tutti quei paesi e mercati che ripongono la loro forza nei bassi salari e nei costi azzerati rispetto ai nostri. Suo merito indubbio è stato senz’altro quello di portare alla ribalta della campagna elettorale temi spinosi e reali, al contrario di qualche suo collega, ma non so quanto questa sua filosofia potrà caratterizzare il suo mandato di ministro.

Economist: intervista a John Elkann al ponte di comando della IFIL

Il 18 dicembre 1997 John Elkann entrò nel cda del Gruppo Fiat . A quei tempi disse l’avvocato Agnelli

Oggi entra a far parte del Consiglio della Fiat mio nipote, primogenito di mia figlia Margherita. Sta per compiere 22 anni, la stessa età che avevo io quando entrai in Consiglio nel 1943. John Elkann è giovane, ma ha già dimostrato di possedere notevoli capacità e doti morali. Ritengo che l’ingresso di John sia il modo più significativo per far sentire, anche simbolicamente, la continuità della vicinanza della famiglia nei confronti della Fiat e del management che porta avanti le responsabilità della gestione dell’azienda.

John Jacob Philip Elkann detto Jaki è oggi un manager italiano, azionista e dirigente FIAT. Figlio di Margherita Agnelli e del giornalista e scrittore Alain Elkann, è nipote dell’industriale Gianni Agnelli e quindi erede della famiglia Agnelli a cui fa capo la Fiat.

L’occupazione in banca cresce in tutta Italia?

Cresce l’occupazione in banca e si rafforza la qualità del lavoro arrivando a impegnare il 32% di laureati sul totale dei dipendenti bancari (nel 2005 erano il 25%). Si consolida anche il processo di crescita del personale femminile (40% del totale occupati ).

L’ andamento non brillante dell’economia italiana
e le previsioni dell’Unione europea sulla bassa crescita non frenano la capacità del settore bancario di favorire una tenuta dei livelli occupazionali, le banche hanno saputo offrire lavoro ad alta professionalità a un numero crescente di lavoratori anche di fronte a un contesto di continuo cambiamento dovuto a processi di concentrazioni, ristrutturazioni ed esodi anticipati.

Lo ha dichiarato il presidente dell’Abi, Corrado Faissola, aprendo la due giorni del convegno annuale ‘Hr 2008 – Banche e risorse umane: competenze e merito per crescere nella banca che cambia‘. Nel credito è accentuato, infatti, il fenomeno di ricambio generazionale.

Per il Direttore generale dell’Abi, Giuseppe Zadra,

il notevole progresso tecnologico del sistema non ha limitato l’offerta di lavoro grazie soprattutto al significativo sviluppo della domanda di servizi finanziari e bancari.

Una figura che vede una reale crescita è quella del consulente finanziario, o agente o promotore, ormai non si sa più che nome dargli, allo scopo di nascondere quello reale: procacciatore finanziario. Per “procacciatore d’affari” si intende colui che riceve da un’impresa, senza divenirne dipendente né subirne il potere di direzione, l’incarico di promuovere contratti in suo nome.

Chi diceva che i mercati emergenti non erano più un buon investimento?

C’è chi sosteneva che i mercati emergenti avevano fatto il loro percorso, temporaneamente arrestatosi a causa della crisi finanziaria mondiale e dell’impennata dei costi delle derrate alimentari. Ma è davvero così? In realtà i grandi nomi della finanza continuano a puntare su di essi e gli investimenti ad indirizzarsi verso i paesi africani e asiatici. Deutsche Bank ha stilato un report sugli hedge funds secondo cui proprio il continente africano e i paesi mediorientali saranno i top performer. Ebbene sì, perchè i mercati emergenti la loro crescita la stanno proseguendo ed è una crescita magari più contenuta ma anche più consolidata, più strutturale, che attira non solo le speculazioni del momento ma anche investimenti di lunga durata, che puntano alle loro infrastrutture ed ai loro consumi.

Ordonez, membro del consiglio direttivo della Bce, intendeva proprio questo quando ha defintio i paesi emergenti “più pronti rispetto al passato ad affrontare le crisi finanziarie”. Certo le sfide che devono affrontare risultano più ardue ancora forse di quelle che stiamo affrontando noi, l’inflazione e i costi delle materie prime, ma hanno probabilmente più risorse di noi per vincerle.

Anche i mercati azionari si distinguono per una maggiore capacità di “riscossa”: mentre le piazze europee e Wall Street si accontentano di tornare felicemente alla tranquillità, il Bovespa brasiliano segna i massimo storici. E questo nonostante i paesi del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) siano molto legati all’andamento del nostro ciclo economico.

Il mercato della pubblicità on line raggiunge 1 miliardo di euro

Si è svolto ieri lo IAB 2008, nella sua seconda edizione romana; IAB sta per Interactive Adevertising Bureau e tema del forum era ovviamente il mercato della pubblicità in rete. Presenti 2500 professionisti e 18 aziende leader del settore per confrontarsi e capire quale futuro avrà un mercato come quello del business pubblicitario in rete.

Layla Pavone, presidente dello IAB prevede che il mercato arrivi a quota un miliardo di euro, vista la significativa crescita che ha registrato annualmente, toccando percentuali del 40%. La prossima frontiera sarà invece rappresentata dai video pubblicitari, rubando ancora di più la scena alla televisione, il cui mercato pubblicitario appare ormai saturo ed in crescita solo del 2-3% l’anno.

Il mercato della pubblicità in rete è riuscito a ritagliarsi il suo spazio anche in Italia, ed il Web sta conquistando sempre più adepti: in marzo gli utenti sono stati il 5% di più del mese precedente. E cresce sempre di più anche il tempo di utilizzo incrementato del 145%, togliendo spazio al consumo degli altri media.

Piaggio lancia Vespa Gts 300 super

La guerra aveva lasciato macerie e miseria. I magnifici aeroplani che la Piaggio fabbricava prima del conflitto, non servivano più. Gli italiani avevano bisogno di muoversi, ma l’automobile costava troppo e la motocicletta non era abbastanza pratica. Fu così che, grazie al desiderio di innovazione di Enrico Piaggio, Corradino d’Ascanio, ingegnere aeronautico, “inventò” nel 1946 la Vespa.. Vespa è diventata così nel mondo, sinonimo di scooter, un’automobile a due ruote, facile da guidare, più economica di un’auto e nello stesso tempo, diversa dalla classica moto, se non altro per il tipo di telaio, a carrozzeria, che permetteva la guida senza doversi necessariamente sporcare gli abiti, come sulle moto di allora. Questa motoretta ha oltrepassato i confini del tempo, tanto che dal lontano 1946, vive ancora come protagonista sulle strade di tutto il mondo.

Ubs travolta dall’uragano subprime

Non è la prima volta che Ubs si trova al centro di una bufera a causa dei mutui subprime: tra febbraio ed aprile aveva infatti annunciato svalutazioni per la cifra record di 37 miliardi di dollari. Ma le magagne continuano per l’istituto svizzero, che nel primo trimestre 2008 ha registrato una perdita di 11,500 franchi svizzeri, perdita già annunciata in aprile, ma non per questo meno influente.

Ubs procederà quindi ad un ridimensionamento: entro il 2009 saranno tagliati 5500 posti di lavoro e 22 miliardi di asset ceduti a BlackRock. La banca d’investimenti statunitense, “sottoposta” di Merril Lynch, ha già firmato un accordo preliminare per acquisire 15 miliardi di dollari di asset a rischio dalla banca svizzera.

Cedere questi asset ad alto rischio permetterà ad Ubs di ridurre l’esposizione ai subprime, sebbene ancora nessuno abbia voluto avventurarsi in previsioni per il resto dell’anno. L’esposizione è stata ora ridotta del 60% ma i mercati stanno attraversando una fase troppo delicata perchè si possa dire con certezza se Ubs andrà incontro ad ulteriori problemi.

Mutuo da cambiare: meglio rinegoziare o surrogare?

Innanzitutto che differenza c’è tra le due operazioni? La sostituzione del mutuo, come era abitudine prima del Decreto Bersani sulla portabilità, implicava che la vecchia ipoteca fosse cancellata e che ne fosse fatta una nuova con evidenti costi. Grazie alla nuova normativa, entrata in vigore ufficialmente nel 2007, questo può essere fatto con un’unica operazione di surrogazione, risparmiando così sulle spese notarili e sulle imposte. Ho usato il termine ufficialmente perchè nella pratica perchè come denunciato dal presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà pochi giorni fa, la maggior parte degli istituti ancora non ha applicato le nuove regole, continuando a far pagare ai clienti queste spese.

Le spese notarili per la surroga del mutuo, quando non sono rimborsate almeno in parte dalle banche come nel caso dell’opzione Porta Mutuo di Barclays, dovrebbero risultare almeno dimezzate rispetto a quelle per l’apertura di un contratto completamente nuovo.

Tra l’altro l’ultima Finanziaria ha anche imposto che sia obbligo di tutte le banche offrire la surrogazione senza costi ulteriori. Se la banca presso cui siete andati a chiedere il trasferimento del mutuo vi aggiunge costi ulteriori o penali, fatelo presente.

Diminuisce la spesa per pane e pasta ma aumenta per la telefonia

Gli ultimi dati sui consumi indicano il permanere di una crisi profonda e strutturale della domanda interna. A marzo c’è stato un calo dell’1,7% dei consumi nazionali, rispetto allo stesso mese del 2007. Si tratta della flessione più pesante, in termini di quantità, degli ultimi tre anni. Anche il caro-alimentari ha fatto la sua parte: nonostante la Pasqua, i consumi alimentari di marzo sono diminuiti in quantità dell’1,1% (-1,7%, sempre in quantità, nel primo trimestre). Non sono mancati rincari di pane e pasta: la Confederazione italiana agricoltori (Cia) segnala infatti un calo dei consumi del 3,5% per il pane e del’1,8% per la pasta, legati a aumenti di prezzo rispettivamente del 18,6% e 13,1% nel primo trimestre, nei confronti dello stesso periodo del 2007.

Yahoo: gli investitori insorgono, Jerry Yang ha tirato troppo la corda?

Dopo il ritiro dell’offerta da parte di Micorsoft e la conclusione delle trattative, avvenuto di domenica, gli analisti si attendevano un brusco crollo delle azioni di Yahoo e così è stato. Il titolo è arrivato infatti a perdere il 22% a Wall Street (più di 8 miliardi bruciati) con conseguente guadagno di Google (+ 1,38%) la cui posizione di leadership appare sempre più consolidata.

Giudizio negativo dei mercati quindi sulla gestione delle trattative da parte di Jerry Yang, ma non solo. Anche tra gli azionisti serpeggia il malumore, al punto che due fondi pensione hanno già annunciato la possibilità di ricorrere a delle class action per ottenere risarcimento visto il premio volatilizzatosi con la rottura delle trattative.

I maggiori azionisti del motore di ricerca si sono scagliati contro Yang, accusandolo di non aver valutato attentamente i loro interessi ma di avere condotto la trattativa con “il cuore”, essendo il fondatore della società e quindi troppo legato all’indipendenza di Yahoo da non vedere i reali vantaggi di una vendita a Microsoft.

GTECH di Lottomatica ha acquisito il 90% di St Enodoc Holdings Limited

GTECH è un’azienda leader nella tecnologia di gioco e società di servizi, fornisce tecnologia innovativa e contenuti creativi. L’azienda, controllata al 100% da Lottomatica S.p.A., ha acquisito il 90% di St Enodoc Holdings Limited, operatore leader nella gestione completa dei servizi per i giochi white label, con sede a Gibilterra, e controllate, inclusa St Minver Limited, per un valore in contanti pari a 28 milioni di euro. Ne dà notizia un comunicato di Lottomatica. Gtech stima di pagare fino a 13,6 milioni di euro aggiuntivi calcolati in base al rendimento del business nel 2008 e nel 2009. Il dieci per cento di St Enodoc rimane a Gary Shaw, fondatore e Presidente, fino al 2012, momento in cui sia Mr. Shaw che Gtech avranno il diritto di indurre Gtech all’acquisto delle azioni di Mr. Shaw. La società prevede di finanziare l’operazione attraverso la disponibilità di cassa.

In un momento in cui continuiamo ad espandere la nostra presenza nel settore del gioco via Internet, St. Enodoc ci appare come la giusta scelta. St Enodoc fornisce servizi tecnologici ad alcuni dei più rinomati marchi in Europa i quali operano nei giochi del bingo interattivo, del poker e dei casinò, incluso il supporto tecnico specializzato per le reti peer-to-peer per la gestione di frodi e collusioni.

ha dichiarato Jaymin B. Patel, Presidente e CEO di GTECH. E noi aggiungiamo che si trattava di una scelta sicuramente appetibile: nell’ultimo bilancio del 30 Giugno 2007, St Enodoc ha registrato entrate per circa 13,7 milioni di euro.

Mutui: cosa offrono le banche straniere in Italia/1: Barclays e Deutsche Bank

Le banche nel resto d’Europa hanno costi più bassi e servizi bancari più convenienti“. E quando le banche del resto d’Europa arrivano in Italia? Il sistema finanziario e bancario italiano risulta essere senza dubbio più arretrato e le banche straniere avrebbero potuto dare una spinta innovativa e soprattutto aumentare la concorrenza con innegabili vantaggi per i consumatori. Ma è quello che è successo veramente? Il settore dei mutui rappresenta il cuore delle offerte delle banche ed è lì che si combatte la battaglia più dura sul fronte della concorrenza.

Deutsche Bank offre tre prodotti in questo campo.
  • Mutuo pratico: per acquisto o ristrutturazione immobile ma anche sostituzione mutuo; prevede cinque diverse soluzioni per il tipo di tasso (variabile, fisso, variabile a rata costante, misto rinegoziabile ogni 5 e misto rinegoziabile ogni 10). Per le erogazioni stipulate entro giugno l’offerta speciale prevede: spread a 0,85% (fino a 80% dell’immobile), spread a 1% (tra 80% e 95%), spread a 1,10% (fino al 100%), senza spese di istruttoria.
  • Mutuo graduato: prevede addebito trimestrale di rate composte da soli interessi e la possibilità di effettuare versamenti per ridurre il debito, senza alcuna penale per estinzione anticipata e riduzione.
  • Mutuo senza ipoteca: se esistono garanzie alternative la banca offre la possibilità di stipulare il mutuo senza iscrivere un’ipoteca sull’immobile. In questo caso basta essere titolari di una polizza a vita, di titoli o fondi che continueranno a essere redditizi. Il vantaggio di questa possibilità è dato anche dall’assenza di spese notarili.