Italcementi-Calcestruzzi nomina nuovo Cda: dura nota dell’amministratore giudiziario

Associazione mafiosa e falso in bilancio, queste le accuse con cui i pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta hanno iscritto nel registro degli indagati la Calcestruzzi spa, l’azienda del gruppo Italcementi . Inoltre Calcestruzzi è accusata di aver usato miscele di calcestruzzo «allungate» e di bassa qualità per risparmiare e creare al contempo fondi neri che in Sicilia rappresentavano il trenta per cento del fatturato e sarebbero stati utilizzati per finanziare i clan mafiosi, mentre nel resto d’Italia avrebbero avuto scopi ancora da accertare.

Parmalat: rinviata udienza al 16 maggio

Sono passati quattro anni e tre mesi da quando Calisto Tanzi, ex patron della multinazionale di Collecchio, fu arrestato all’aeroporto di Malpensa di ritorno da un viaggio in Sudamerica. L’accusa: bilanci truccati e dubbie coperture finanziarie. Secondo quanto sostengono i Pm Vincenzo Picciotti, Paola Reggiani e Lucia Russo, che hanno chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio tanto degli ex amministratori e sindaci della società di Collecchio, quanto di revisori contabili ed esponenti del mondo bancario e finanziario italiano. Due le accuse agli ex ragionieri del gruppo dirigente di Calisto Tanzi: il concorso in bancarotta fraudolenta e l’associazione per delinquere.

Quattordici miliardi di euro di ‘buco’ accertato, 200mila i risparmiatori danneggiati di cui 33mila probabili parti civili, 56 imputati, 125 udienze previste e circa 10 milioni di pagine di documenti. Sono alcuni dei numeri del “processo del secolo”. Il tribunale di Parma, dopo aver sentito alcuni giorni fa le parti, ha deciso di rinviare l’udienza del processo Parmalat al 6 maggio. Un’altra udienza è già fissata il 13 giugno. Questo si è reso necessario, secondo il presidente del collegio dei giudici, Eleonora Fiengo, per

meditare adeguatamente dal momento che le richieste della difesa dei 65 imputati e quelle della Procura, necessitano di un ulteriore approfondimento.

Bearn Stearns sull’orlo del fallimento e viene comprata da Jp Morgan. A chi toccherà adesso?

E’ di venerdì la notizia che la banca d’affari statunitense Bear Stearns è sull’orlo del fallimento: sono stati momenti di panico, con il titolo che perdeva il 40% e la metà del valore della quinta banca di investimenti degli Usa, 5,7 miliardi di dollari, bruciati. Sono subito arrivate in suo soccorso la Fed e Jp Morgan, che le avevano garantito fondi e prestiti così da prolungare la propria attività per altri 28 giorni. L’intervento avrebbe dovuto evitare crolli a catena sui mercati finanziari, reazione del resto inevitabile: le borse europee sono precipitate, per non parlare di quelle statunitensi.

Come era prevedibile la banca d’affari ha accusato l’alta esposizione nella concessione dei mutui subprime (non che vi fosse esposta più delle altre grandi banche statunitensi) e non una crisi di liquidità emersa nelle “ultime 24 ore” come ha cercato di far credere un amministratore delegato stuoito anche lui stesso alle parole che pronunciava. La crisi di Bear Stearns era annunciata già da parecchio tempo e si tratta di parecchi miliardi, di cifre che un prestito ponte può solo tamponare.

Atlantia: approvato bilancio 2007

Atlantia è dal maggio 2007 la nuova denominazione sociale di Autostrade S.p.A. Atlantia, holding di partecipazioni e strategie di portafoglio nel settore delle infrastrutture e delle rete per la mobilità e la comunicazione, controlla il 100% del capitale di Autostrade per l’Italia, la maggiore concessionaria di costruzioni e gestione di autostrade a pedaggio in Italia, che insieme alle sue concessionarie controllate si posiziona ai primi posti in Europa.

Il Consiglio di Amministrazione di Atlantia S.p.A., riunitosi ieri sotto la presidenza di Gian Maria Gros-Pietro, ha esaminato e approvato il progetto di bilancio d’esercizio 2007 di Atlantia S.p.A. e il bilancio consolidato 2007. I ricavi consolidati attestati sono pari a 3.272 milioni di euro, in aumento del 4,1% rispetto al 2006 , il margine operativo lordo (EBITDA) pari a 2.068 milioni di euro, in aumento del 4,0% rispetto al 2006. Considerati l’andamento del traffico nei primi mesi del 2008, lo sviluppo delle attivita’ collaterali e il consolidamento integrale sull’intero esercizio delle societa’ acquisite all’estero nel corso del 2007, le previsioni economiche per l’esercizio in corso consentono di stimare anche un andamento migliorativo della gestione rispetto ai risultati dell’esercizio precedente.

Alitalia: via libera all’offerta di Air France-Klm

Accettata l’offerta di AirFrance-Klm da Alitalia: la compagnia francese acquisterà il 100% delle azioni. Il controcambio è stato fissato a 160 azioni di Alitalia per una di AirFrance, quindi 8,7 milioni di azioni del gruppo di Spinetta per acquisire la compagnia di bandiera italiana, per un totale di 608 milioni di euro complessivi.

Air France si farà carico di tutti i debiti e metterà in atto un aumento di capitale per un miliardo di euro per dare il via al rilancio della compagnia aerea. Secondo quanto previsto Alitalia avrà un utile operativo dal 2009. Come già è successo per Air France e Klm, Alitalia manterrà una propria identità, i propri logo, marchio e livrea.

Blue Chips italiane: Telecom, Enel e Fiat

Per chi gioca a poker le blue chips sono le fish blu, quelle che hanno il valore più alto. La borsa è in effetti un gioco d’azzardo e le blue chips sono le azioni “meno azzardate”, quelle più sicure, perchè delle grandi società, con una storia alle spalle di solidità e stabilità, e, in teoria, una garanzia per chi vi investe.

Le blue chips sono così definite in base al volume degli scambi che le riguardano e alla loro popolarità, quindi della loro presenza nei portafogli degli investitori. Sono tutte società ad alta capitalizzazione. Le blue chips appartengono principalmente agli indici S&P Mib e Midex, e sono 84 circa, per una capitalizzazione totale pari a 772 miliardi.

Nelle scorse giornate i mercati sono nuovamente scesi al ribasso, fino a registare nuovi minimi dell’anno. Attendersi una ripresa dei mercati a breve risulta improponibile, quello in cui è possibile sperare è un mese di marzo ed aprile senza brutte sorprese e con “un po’ di respiro per la borsa”. Vediamo come si stanno comportando alcune tra le principali blue chips italiane e cosa potremme aspettarci nel prossimo futuro.

Unicredit non è più la banca dei derivati?

Ricordate poco tempo fa il caso Divania, il suo fallimento, e l’inchiesta svolta dall’Espresso in cui veniva accusata Unicredit di aver spinto “forzatamente” gli imprenditori ad acquistare derivati? E ricordate poco tempo prima nei mesi di settembre ed ottobre, i ribassi di Unicredit dovuti all’esposizione in derivati e la crisi finanziaria dei mutui subprime e le richieste di risarcimenti danni?

Unicredit occupa nel mercato italiano una posizione di rilievo nella distribuzione di prodotti derivati con una quota di mercato che pari alla metà del totale. Questo però negli ultimi tempi le ha causato non poche grane, soprattutto a livello di immagine.

Alessandro Profumo ha finora cercato di liberare la sua banca dall’etichetta di “banca dei derivati” ed è quello che ha fatto anche di fronte al cda riunitosi ad Istanbul in questi giorni. Nei primi 9 mesi del 2007, secondo le elaborazioni di Bankitalia, la perdita potenziale dei derivati è passata da 3,5 a 5,2 miliardi.

Comprare casa: meglio aspettare?

Basta scorrere una qualunque rassegna stampa sul mercato immobiliare italiano della prima metà del 2007 o del 2006 per rendersi conto che i prezzi delle case avevano intrapreso un trend di crescita che sembrava inarrestabile. Negli ultimi 9 mesi però la situazione è decisamente cambiata, quasi capovolta. Cerchiamo di capirne qualcosa di più.

La crisi immobiliare Usa (sommata ovviamente al deprezzamento del dollaro) ci ha portato a scrivere di quanto potesse essere conveniente ora come ora investire “nel mattone” oltreoceano. Ma l’Italia sta per seguire le orme del gigante Stati Uniti?

Secondo quanto rivelato dall’osservatorio di Tecnocasa l’inversione del trend è in atto dal secondo semestre 2007, con i prezzi delle case nelle grandi città in calo medio dell’1,5%. Erano anni che i prezzi non accennavano a fermare la propria crescita ed un calo, seppure di “piccola entità” significa un cambiamento di rotta.

Cina: inflazione in crescita da 11 anni, diminuisce la massa monetaria

In Cina rallenta la crescita della massa monetaria segnando a febbraio un +17,5% rispetto all’anno precedente. Lo comunica la Banca Popolare della Cina sul suo sito web. Il dato segue il +18,9% registrato a gennaio ed è leggermente inferiore al +17,8% atteso dagli economisti. Gli investimenti diretti stranieri in Cina a febbraio hanno evidenziato un aumento del 38%, alimentando i timori per la crescita della liquidità e dell’ inflazione. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente gli investimenti stranieri sono saliti all’equivalente di 6,9 miliardi di dollari, facendo totalizzare nei primi due mesi del 2008 un rialzo del 75% a 18,1 miliardi di dollari.

Pirelli Tyre torna a casa

Prima metà della seduta di Borsa oggi con protagonista assoluto Pirelli, +2,36% a 0,6555. A far volare alto il titolo la notizia della riacquisizione di Pirelli Tyre Spa.

Il 38,9% del produttore di pneumatici era nelle mani di Speed Spa dall’agosto 2006. Il consorzio di istituti finanziari ( Mediobanca, Unicredit, Intesa San Paolo, Lehman Brothers, Jp Morgan, Banca Leonardo) ha ricevuto un esborso cash di 434,4 milioni di euro ed ha ottenuto che Pirelli si accollasse 401 milioni di euro di debito.

Quasi due anni fa Speed Spa aveva acquisito la quota per 740 milioni, mentre ora il suo valore si attesta sugli 835 milioni di euro. Sull’accordo la data di ieri, ma indiscrezioni in merito erano già nell’aria, ed il mercato aveva dato già segni di gradimento, gradimento amplificato oggi dal fatto che gli analisti attribuivano a Pirelli Tyre un valore sugli 850-900 milioni.

Rapporto Ocse sulle buste paga: italiani solo 13 mila euro l’anno

L’Ocse, ha pubblicato ieri il rapporto aggiornato sulla tassazione delle buste paga: tra i paesi industrializzati che vantano stipendi piu’ alti i soliti noti: la Svizzera, con un netto medio di 34.136 dollari, il Lussemburgo (33.726) e il Giappone dove un lavoratore medio senza figli a carico porta a casa annualmente un netto di 33.189 dollari. In fondo alla classifica Ungheria e Messico, sotto i 10 mila dollari. Gli italiani invece hanno uno degli stipendi piu’ bassi, pari a 19.861 dollari annui pari a circa 13mila euro, collocandosi dietro a paesi come la Grecia dove lo stipendio netto di un lavoratore senza carichi di famiglia e’ pari a 25.572 dollari e la Spagna, 22.207 dollari il cui ‘lordo’ e’ poco superiore a quello italiano, 27.913 contro 27.780 dollari. La causa di questa situazione è rappresentata dalle tasse, nel 2007 sono salite ancora dello 0,3% portandosi al 45,9%, al sesto posto tra i paesi Ocse.

Covered bond sul mercato italiano: le banche tentennano

I covered bond sono uno strumento finanziario solo da poco disciplinato in Italia. Si tratta di obbligazioni il cui rimborso è garantito da un patrimonio separato. La garanzia del rimborso è fornita dai flussi generati dagli assets immessi nel patrimonio e destinati a ripagare il debito. I covered bond dovrebbero essere una soluzione “invitante” per chi investe ed allo stesso tempo ridurre i costi delle banche per il finanziamento.

La banca in pratica cede i crediti, che possono essere fondiari o ipotecari, ad altre società. Questo fa sì che i covered bond abbiano un profilo di rischio molto basso e consentano un elevato grado di liquidità.

L’Italia è arrivata in questo mercato con un po’ di ritardo rispetto ad altri paesi europei, come ad esempio la Germania (con il 33,6% delle emissioni europee totali), che usano i covered bond da moltissimo tempo.