A metà aprile i prezzi dell’oro hanno messo a segno una discesa così forte che non si vedeva da 30 anni. Fino a quel momento le quotazioni del metallo giallo si erano mosse quasi sempre nella stessa direzione degli indici azionari (in particolare quelli americani), mostrando quindi una forte correlazione positiva. Il crollo dell’oro non è stato, però, seguito sul Nyse dall’indice Dow Jones e S&P500. Tuttavia, nelle ultime cinque sedute l’indice S&P500 ne ha chiuso tre in rosso e due hanno evidenziato ribassi rispettivamente del 2,3% e dell’1,43%.
NYSE
Wall Street crolla dopo attentato alla maratona di Boston
Ieri sera tutto il mondo è stato scosso da una notizia che ha purtroppo rievocato tragici eventi legati alle dinamiche del terrorismo internazionale dell’ultimo decennio. La maratona di Boston, una delle più antiche al mondo, è stata segnata da un attentato che ha provocato più di 100 feriti e due morti, tra cui un bimbo. Due bombe sono esplose dentro un hotel a poche decine di metri dalla linea d’arrivo. Un terzo ordigno è stato individuato prima che potesse esplodere ed è stato messo in sicurezza dagli artificieri.
Nuovi massimi storici per Dow Jones e S&P500
A Wall Street non si ferma la corsa delle borse. Ieri al Nyse l’indice Dow Jones ha aggiornato i massimi storici a 14.826,66 punti, chiudendo la seduta in rialzo dello 0,88% a 14.802,24 punti. Da inizio anno l’indice più rappresentativo della borsa di New York guadagna quasi il 13%. Dopo una lunga rincorsa, che durava ormai da più di cinque anni, anche l’indice S&P500 ha toccato nuovi record assoluti. L’indice S&P500 ha chiuso la seduta con un rialzo dell’1,22% a 1.587,73 punti. Il nuovo top assoluto è 1.589,07 punti.
Wall Street aggiorna record storici
Il rally delle borse americane sembra essere immune alle notizie negative provenienti dal Vecchio Continente, dove continua a imperversare la crisi del settore bancario e del debito pubblico di numerosi paesi appartenenti all’area euro. Wall Street continua a mettere a segno nuovi record, nonostante ieri hanno deluso le aspettative i dati macroeconomici relativi al mercato del lavoro e al comparto manifatturiero. Alla borsa di New York (Nyse) l’indice azionario Dow Jones ha toccato un nuovo massimo storico a 14.585,10 punti, chiudendo la seduta con un rialzo dello 0,36%.
Goldman Sachs risultati quarto trimestre 2012
La Goldman Sachs, una delle banche più influenti nel panorama finanziario mondiale, ha diffuso ieri i risultati del quarto trimestre del 2012 battendo le attese degli analisti. Il giro d’affari della banca newyorkese è cresciuto del 53% a 9,24 miliardi di dollari dai 6,04 miliardi di dollari registrati nell’ultimo quarter del 2011. Gli analisti stimavano un volume d’affari pari a 7,98 miliardi di dollari. Nell’ultimo trimestre dell’anno la banca ha prodotto utili per 2,83 miliardi di dollari, ovvero quasi tre volte in più di quanto incassato nello stesso periodo dell’anno precedente.
Wall Street torna ai livelli di dicembre 2007
Il boom di inizio anno ha praticamente cancellato cinque anni di crisi. Infatti, l’indice azionario statunitense S&P500 ha chiuso l’ultima seduta di borsa poco sopra 1.466 punti, ovvero il livello di chiusura più alto da dicembre 2007. L’indice è così tornato su livelli che venivano scambiati poco prima che si abbattesse la più grave crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione degli anni ’30, che culminò con lo scoppio della bolla dei mutui subprime, la bancarotta di Lehman Brothers, la nazionalizzazione di banche e compagnie assicurative e il tracollo del sistema finanziario mondiale.
Borsa di Wall Street acquistata dall’Ice per 8,2 miliardi
Dopo più di 200 anni di storia il New York Stock Exchange dice addio alla sua indipendenza. Prevale così la nuova legge dei mercati che vuole un maggiore consolidamento delle borse globali nelle mani di pochi grandi gruppi. Così il Nyse Euronext viene acquistato dall’Ice (IntercontinentalExchange), il colosso dei mercati future (materie prime e petrolio) per una cifra pari a 8,2 miliardi di dollari. L’offerta di Ice per il simbolo di Wall Street è pari a 33,12 dollari per azione, che incorpora un premio del 37,7% rispetto alla chiusura di due giorni fa.
Citigroup taglia 11mila dipendenti e vola in borsa
Il terzo più grande istituto bancario degli Stati Uniti, ovvero il conglomerato finanziario Citigroup, ha annunciato un piano per ridurre la forza lavoro del 4%, allo scopo di abbattere i costi e aumentare l’efficienza. Ciò vuol dire che la banca americana taglierà 11.000 posti di lavoro. Si trata di una decisione in linea con il piano di trasformazione della banca, che il nuovo amministratore delegato Michael Corbat intende portare avanti nei prossimi mesi, dopo aver sostituito a ottobre scorso l’ex ad Vikram Pandit.
Hp crolla a Wall Street su maxi-perdite e irregolarità contabili
Continua il momento negativo per le azioni Hewlett-Packard (ticker al Nyse “HPQ”). Il colosso americano dell’informatica ha perso ieri in borsa l’11,95% a 11,71 dollari, toccando il minimo più basso degli ultimi dieci anni a 11,35 dollari. I volumi sono risultati su livelli record: scambi così elevati non si vedevano da agosto 2010. A far crollare ancora il titolo a Wall Street è stata la diffusione di risultati trimestrali molto negativi, che si sommano alle irregolarità contabili connesse alla neo-acquisita Autonomy.
Wall Street in profondo rosso dopo vittoria Obama
La vittoria alle elezioni presidenziali americane di Barack Obama, che ha superato lo sfidante repubblicano Mitt Romney, non è piaciuta a Wall Street, che in realtà da tempo gli aveva voltato le spalle. Negli alti salotti della finanza non piace il programma del riconfermato presidente americano, che punta ad aumentare la tassazione sui redditi da investimenti e a colpire i redditi dei più ricchi. Obama non appoggerà i settori chiave dell’economia americana, ovvero quello dell’energia e dell’alta finanza, che invece sono storicamente appoggiati dai repubblicani.
Wall Street vicina ai massimi di sempre
Wall Street snobba la crisi e si avvia verso il raggiungimento dei massimi di sempre toccati nell’ottobre del 2007. Nessuno avrebbe mai immaginato una ripresa così repentina dei corsi azionari dopo la debacle del 2008, a seguito dello scoppio della bolla dei mutui subprime e al crack Lehman Bothers. Non è bastata nemmeno la peggiore crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione degli anni ’30 a mettere in ginocchio la finanza made in USA, dimostrando che la Corporate America è sempre in grado di regaire alle crisi.
La Sec ricompenserà gli informatori delle frodi
La Securities and Exchange Commission è pronta a tutto pur di avere una borsa valori “pulita” e libera da qualsiasi tipo di frode: in effetti, la Sec (la Consob americana per intenderci) ha annunciato di voler mettere a disposizione un premio molto sostanzioso da destinare a tutti coloro che collaboreranno in tal senso. Entrando maggiormente nel dettaglio della notizia, c’è da dire che l’obiettivo è proprio quello di rendere più proficua questa collaborazione, visto che i soldi saranno elargiti nei confronti di coloro che forniranno informazioni e dati utili per il contrasto alle frodi che di solito si verificano in Borsa.
Facebook potrebbe abbandonare il Nasdaq
Il crollo del titolo Facebook alla borsa di New York è finito nel mirino della SEC e sono partite anche le prime proposte di class action contro Zuckerberg, Morgan Stanley e il Nasdaq. Intanto, la notizia più clamorosa – secondo quanto divulgato da fonti Reuters – sarebbe quella del possibile divorzio tra Facebook e il Nasdaq dopo appena 5 giorni di quotazione sulla borsa americana dei titoli tecnologici. Si parla già di primi contatti con il Nyse, che accoglie tutti i tipi di società e quindi non solo hi-tech.
Goldman Sachs aumenta dividendo per la prima volta dal 2006
A Wall Street è stata ripetutamente criticata per le sue pratiche poco etiche adottate nei confronti della clientela, ma ieri si è presa una piccola rivincita. Nonostante il bilancio sia apparso in calo, Goldman Sachs – la più discussa tra le banche d’affari a stelle e strisce – ha battuto le attese degli analisti e dimostrato che il settore bancario americano è in crescita e in condizioni nettamente migliori rispetto alle rivali europee. In linea generale, Goldman Sachs non ha comunque brillato nei conti visto che l’utile netto è sceso del 23% a 2,11 miliardi di dollari.