Opec: il caro greggio deriva dalla speculazione, ma Arabia Saudita annuncia aumento produzione

La speculazione è all’origine del caro petrolio, vicino ai 140 dollari al barile. Ne è convinta la maggior parte dei paesi produttori, che ieri si sono confrontati con gli stati consumatori alla conferenza di Gedda, in Arabia Saudita. Presenti i ministri per l’Energia di oltre 30 paesi. L’Arabia Saudita ed il Kuwait dichiarano che l’Opec dovrebbe aumentare la produzione se il mercato lo dovesse richiedere. L’Arabia Saudita ha infatti deciso di aumentare ulteriormente, entro luglio, la propria produzione di greggio, portandola a 9,7 milioni di barili il giorno: lo ha annunciato re Abdullah in apertura dei lavori del vertice di Gedda, dedicato appunto al rincaro dei prezzi petroliferi e alle sue conseguenze.

Standard & Poor’s abbassa giudizio di rating su Eni

Downgrade della maggiore compagnia petrolifera italiana dovuta al forte incremento del debito finanziario lordo registrato a fine 2007: 20 miliardi di dollari rispetto a una

Bimestre negativo per il settore automobilistico italiano. La Fiat preoccupata per lo sciopero dei Tir

Andamento negativo, nell’ultimo bimestre, per il mercato delle auto in Italia. Secondo l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, ad aggravare una situazione già strutturalmente debole,

Wall Street Journal: Yahoo riorganizza la sua attività

Yahoo sta pianificando una riorganizzazione della sua attività per centralizzare i suoi numerosi gruppi di prodotto. Questo secondo un’articolo in fronte page sul Wall Street

Petrolio ai massimi: Cina aumenta prezzo di benzina e diesel

Da venerdi il prezzo di benzina e diesel in Cina aumenterà del 18%, per un importo corrispondente a mille yuan a tonnellata, cioè 145,5 dollari circa. Le misure saranno adottate innanzitutto per adeguare i prezzi al consumo alle impennate del greggio, che nelle passate settimane ha toccato i 140 dollari al barile, ed inoltre per tamponare le pressioni inflazionistiche, che Pechino ha messo in cima alla sue preoccupazioni sul fronte economico. La conseguenza dovrebbe essere una frenata della domanda e quindi una riduzione anche del prezzo del petrolio. Né l’annuncio di una riunione fra Paesi produttori e consumatori né quello di un aumento della produzione da parte dell’Arabia Saudita (che ha ufficializzato un incremento pari a 200.000 barili al giorno) avevano avuto finora un tale prorompente effetto sul prezzo del petrolio.

Nei Paesi emergenti i Governi investiranno in infrastrutture

Secondo la definizione di Antoine W. van Agtmael, un economista della International Finance Corporation, il primo a coniare il termine, un paese emergente è caratterizzato da un reddito medio pro-capite inferiore alla media mondiale, ma superiore ad un livello minimo. Sotto a tale livello, si collocano i paesi del cosiddetto quarto mondo.

Molte economie fino a poco tempo fa ritenute a rischio sono diventate solidissime. Il Brasile ad esempio cresce del 5% all’anno grazie a consumi ed investimenti. In Messico la situazione è analoga. I governi di questi paesi si sono dimostrati responsabili e lungimiranti e sono stati in grado di approfittare delle ricchezze generate dal boom delle materie prime per sanare i conti pubblici. Lo stesso dicasi per l’Asia e molti paesi dell’Est Europa. Questi paesi in passato sono stati debitori, adesso, nel complesso, sono creditori.