Il nuovo meccanismo di stabilità europeo, ovvero l’ESM (European Stability Mechanism), non sembra avere la strada in discesa e rischia di diventare uno strumento controverso e non facilmente applicabile rispetto alla variabilità degli scenari sui mercati finanziari. Nonostante l’accordo raggiunto venerdì tra i leader dell’Eurogruppo, due paesi virtuosi del Nord Europa minacciano uno sgambetto all’euro e ai meno virtuosi stati membri della periferia europea. Infatti, Finlandia e Olanda hanno annunciato di essere pronte a bloccare l’acquisto di titoli pubblici sul mercato secondario da parte del fondo ESM.
Politica Economica
Come funziona lo scudo anti-spread
Venerdì alle prime luci dell’alba i leader dell’Eurogruppo hanno approvato una serie di misure di salvataggio della zona euro, da oltre due anni finita nel mirino della speculazione internazionale a causa di un eccessivo indebitamento di alcuni stati membri. Tra le misure più importanti decise dai leader dell’UE-17 spicca il cosiddetto scudo anti-spread, ovvero quel meccanismo che potrà permettere di tenere sotto controllo i rendimenti dei titoli pubblici più esposti alla speculazione dei mercati. E’ nato da un’idea del premier italiano Mario Monti, appoggiato dal premier spagnolo e da quello francese.
Scudo anti-spread approvato dall’Eurogruppo
Stamattina all’alba i leader europei hanno trovato l’accordo necessario per il salvataggio della zona euro dopo 13 ore di trattative serrate, che avevano visto di fronte il blocco dei paesi periferici (appoggiati dalla Francia di Patrice Hollande) e quello dei paesi nordici (capitanati dalla Germania del cancelliere Anngela Merkel). La proposta italiana dello scudo anti-spread era stata bocciata più volte dai tedeschi, ma anche qualche esponente della BCE aveva fatto intendere che non era possibile concretizzare l’idea in quanto si infrangeva il mandato dell’istituto centrale europeo. Monti, appoggiato da Spagna e Francia, si è battuto con decisione fino all’ultimo.
Cosa sono gli eurobond
In una fase molto “calda” per la crisi dei debiti sovrani e per la moneta unica europea – con gli investitori internazionali sempre più pronti ad alzare la guardia e a voltare le spalle all’Europa se non dovessero arrivare soluzioni concrete per arginare la crisi – molti policy makers tornano a spingere verso gli eurobond (o e-bond o stability bond), anche se resta inflessibile la posizione della Germania che, attraverso le parole del cancelliere Angela Merkel, ritiene questa ipotesi assolutamente inutile per risolvere la crisi dell’euro. Ma che cosa sono gli eurobond e come funzionano?
Strategie anti-crisi delle banche centrali
Dallo scoppio della crisi finanziaria nel 2008, le principali banche centrali mondiali sono intervenute a più riprese per tentare di arginare la crisi, sostenere il sistema finanziario, evitare gli squilibri sul mercato valutario e provare a rilanciare la crescita economica. I risultati finora ottenuti non sono stati esaltanti anche se dopo il crack di Lehman Brothers i mercati finanziari globali si sono pian piano allontanati dal precipizio proprio grazie all’interventismo delle banche centrali, evitando i gravi errori commessi in passato, come ad esempio durante la Grande Depressione degli anni Trenta.
Grecia forma il nuovo governo pro-euro
Il leader del Pasok, Evangelos Venizelos, ha dichiarato che le forze politiche greche hanno raggiunto l’accordo per la formazione di un nuovo governo. La notizia è stata battuta già da tutte le principali agenzie di stampa internazionali. Il nuovo esecutivo sarà formato da Nea Dimokratia (partito di centro-destra), che avrà 129 seggi, Dimar (sinistra democratica), che avrà 17 seggi, e il partito socialista Pasok (33 seggi), che però non avrà poltrone nel nuovo esecutivo. Il nuovo governo greco avrà dunque 179 parlamentari di maggioranza su 300 membri complessivi, per cui il “cuscinetto” di sicurezza sarà pari a 29 voti.
S&P voleva destabilizzare l’Italia secondo Procura di Trani
La Procura di Trani ha chiuso la prima tranche di indagini relativi al ruolo svolto dall’agenzia di rating Standard & Poor’s durante la fase di turbolenze sui mercati finanziari da maggio 2011 a gennaio 2012 con il focus chiaramente rivolto sull’Italia, che ha poi raggiunto il picco della crisi sul finire di novembre 2001 quando lo spread tra il Btp e il Bund schizzò clamorosamente a 575 punti base, ai massimi di sempre, scuotendo il paese sia dal punto di vista finanziario che politico (l’aggravarsi della crisi portò alle dimissioni di Silvio Berlusconi e all’arrivo del nuovo esecutivo tecnico guidato da Mario Monti).
Cina può acquistare bond USA senza passare per Wall Street
Il Tesoro USA permetterà alla Cina di acquistare i Treasury Bond americani senza passare necessariamente per Wall Street. Washington ha deciso di offrire un trattamento “vip” al suo principale creditore ed è la prima volta che attiva una relazione informatica diretta con un governo straniero. Anche se non annunciata pubblicamente, sembra che questa prassi sia già in vigore dalla scorsa estate. Pechino può così piazzare i suoi ordini di acquisto senza passare per l’intermediazione finanziaria delle banche di Wall Street per partecipare alle aste del Tesoro USA. Tuttavia, per vendere sarà però necessario ricorrere ancora ai primary dealers.
Piano Stati Uniti-Inghilterra per salvare le grandi banche
Mentre l’Europa continua a fronteggiare la crisi dei debiti sovrani e la probabile uscita della Grecia dall’unione monetaria, il fronte anglosassone costituito da Stati Uniti e Gran Bretagna sta lavorando per rafforzare le linee di difesa in caso di fallimento delle grandi banche. La Bank of England, la Financial Services Authority e la Federal Deposit Insurance Corporation stanno implementando un piano d’emergenza per proteggere le big del credito nel caso in cui avvenisse un clamoroso tracollo di una delle sette più grandi banche dei due paesi, come Goldman Sachs e Barclays.
Bankitalia ottimista sullo spread a trecento punti
Gli ultimi andamenti dello spread, il differenziale tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi, confermano un’altalena di cui non ci si può fidare troppo, tra risalite e cadute altrettanto repentine. Ma c’è chi è pronto ad assicurare un calo a livelli molto più accettabili rispetto agli ultimi mesi: si tratta di Fabrizio Saccomanni, attuale direttore generale della Banca d’Italia (ha conteso il posto di governatore fino all’ultimo a Ignazio Visco), il quale è intervenuto nel corso di un convegno per spiegare la sua posizione. Il direttore ha infatti spiegato come lo spread in questione possa anche scendere fino a trecento punti base (il livello attuale si aggira attorno ai 350), a testimonianza del fatto che c’è molto ottimismo sul possibile recupero della nostra economia.
Visco (Bankitalia) certifica la recessione italiana
Un anno difficile e contrassegnato da una profonda recessione: è questa la visione che ha il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in merito al 2012, una constatazione che è stata resa nota nel corso del convegno organizzato da Assiom Forex. Questo vuol dire che le banche e il paese dovranno affrontare sfide di non poco conto, cercando in tutti i modi di allocare il credito, gestendolo in maniera sana e prudente. Le previsioni di Palazzo Koch per l’anno attualmente in corso non sono molto incoraggianti, lo stesso Visco ha messo in luce un calo del prodotto interno lordo pari a 1,5 punti percentuali (due mesi fa l’Ocse si era limitata a un -0,4%).
Il Parlamento greco approva il piano di austerity
Il primo ministro greco Lucas Papademos è riuscito a ottenere il consenso parlamentare per quel che riguarda il piano di austerity che Atene dovrà affrontare nei prossimi anni: si tratta delle misure che si sono rese necessarie per assicurare il salvataggio da parte della cosiddetta “trojka” (Banca Centrale Europea, Ue e Fondo Monetario Internazionale). Le proteste all’esterno del Parlamento sono cominciate ben prima del voto e hanno messo a ferro e fuoco la capitale ellenica. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che il pacchetto in questione è passato con il voto favorevole di 199 deputati contro i 74 contrari.
Per Papademos ultime trattative per evitare il default greco
Il primo ministro greco Lucas Papademos ha pianificato per la giornata odierna una serie di discussioni con i principali leader politici del paese: l’argomento centrale sarà, e non potrebbe essere diversamente, l’implementazione di nuove misure fiscali per assicurare il secondo salvataggio a livello comunitario. Il default ellenico non è lontano e neanche gli ultimi tagli dell’esecutivo (1,5% del prodotto interno lordo per la precisione) sembrano essere utili per scongiurarlo, visto che la domanda da parte dei creditori è sempre più pressante. La preoccupazione più grande è che Atene abbia ormai superato tutti i limiti relativi all’austerity.
Fiscal compact 2012, le nuove misure stabilite dall’UE
Attraverso una intesa allargata assunta nella giornata di ieri, l’Unione Europea è riuscita a compiere il decisivo passo in avanti verso il nuovo Fiscal Compact, il Patto di bilancio che impone regole di rigore comuni sui conti pubblici e sulla crescita economica. Ad ogni modo, l’accordo consolidato in ambito comunitario non è ancora una certificazione di omogeneità di intenti da parte dell’Unione Europea. I Paesi membri sembrano infatti ancora divisi in merito ad alcuni temi di particolare importanza come – su tutti – le modalità di risoluzione della crisi economica greca.
Inoltre, non tutti i 27 membri hanno sottoscritto l’accordo. Si sono tirati fuori dalle regole del Fiscal Compact – come era prevedibile alla vigilia – la Gran Bretagna, e le Svezia (quest’ultima, per “ragioni parlamentari” prevalentemente riconducibili alla scarsa maggioranza di cui gode il premier locale).