Future americani positivi: cresce fatturato Johnson & Johnson

Future americani positivi a Wall Street dopo la pubblicazione dei dati macro relativi ai prezzi alla produzione a marzo, saliti oltre le attese, e del balzo a 0,63 punti dell’indice Empire State aprile. I future sul Dow Jones salgono dello 0,34%, quelli sul Nasdaq dello 0,65%, S&P500 +0,38%. Spunti positivi grazie alla trimestrale del gigante dei prodotti di largo consumo Johnson & Johnson: il risultato per azione è stato di 1,26 dollari, superiore alle stime del consensus posizionate a 1,21 dollari. Anche il fatturato è cresciuto, con un progresso del 7,7% a 16,2 miliardi di dollari. Il gruppo ha inoltre rivisto al rialzo l’outlook per l’intero 2008, facendo sapere di attendersi ora un eps operativo di 4,4/4,45 dollari. Prima dei risultati Johnson & Johnson in controtendenza i cattivi annunci di colossi come Alcoa (AA), General Electric (GE). Sugli altri mercati, sul valutario, euro in flessione nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di ieri a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5778. In lieve progresso l’oro.

Le elezioni e la Borsa: come ha reagito Piazza Affari e i titoli su cui puntare con il governo di centro destra

La Borsa tradizionalmente è influenzata da ciò che accade non solo a livello economico ma anche politico: come avrebbe potuto rimanere indifferente alle elezioni? Il pericolo maggiore è stato scongiurato perchè ai mercati tutto poteva andare bene tranne un pareggio, perchè i mercati avevano bisogni di stabilità. Per il resto non importa chi vince, la finanza è talmente ormai proiettata sulle questioni internazionali che la politica “locale” conta poco.

Quando ieri i primi exit poll hanno fatto credere che lo scarto potesse essere minimo la Borsa è scesa del 1%, anche se va detto che già prima i mercati erano al ribasso. Nell’afterhours quando ormai era sicuro il Berlusconi III i titoli che attorno a lui orbitano sono andati in controtendenza: Mediaset ha guadagnato il 2% a 6,16 euro, Mediolanum l’1,42% e Mondadori il 2,13%.

Euromobiliare si è spinta ancora più in là e ha individuato i titoli che dovrebbero beneficiare dell’insediamento del nuovo governo di centro destra.

730 e Modello Unico: quando presentarli

Sono in tanti, dal nord al sud, a vivere di sommerso, a non ritenere giusto pagare le tasse, a vivere di mafia o a vivere di privilegi non dovuti. Solo una minoranza crede che la legalità e la meritocrazia siano più importanti del proprio orticello. Pagare le tasse è un dovere di tutti i cittadini. Ma è un diritto anche conoscerle, oggigiorno tra rinnovi di normativa fiscale e cambiamenti radicali, la maggior parte dei cittadini preferisce affidare la compilazione dei relativi documenti a ragionieri o dottori commercialisti quando in realtà alcuni documenti potrebbero essere benissimo compilati anche da chi non possiede una laurea in economia aziendale.

Il Modello 730 è stato introdotto in Italia nel 1993 relativamente alla presentazione della dichiarazione dei redditi per l’anno 1992. Esso sostituì il modello 740 semplificato ed è riservato ai lavoratori dipendenti e pensionati. Il modello 730 fu ideato e progettato alla fine degli anni ’80 dal Ministro delle Finanze Giorgio Benvenuto e lo scopo principale era quello di provvedere immediatamente al rimborso delle imposte a credito a favore dei dipendenti e pensionati. Cosa significa? Significa che il modello 730 non è obbligatorio, ma lo si compila solo se si hanno “soldi da avere indietro”. Quindi si allegano al modello 730 tutte le ricevute (mediche, universitarie..), i lavoratori dipendenti ed i pensionati possono presentare la dichiarazione dei redditi (Modello 730) direttamente al proprio datore di lavoro (se questi ha preventivamente comunicato all’agenzia delle entrate la propria disponibilità alla raccolta ed alla trasmissione telematica) o dell’ente che eroga la pensione oppure rivolgendosi ad uno dei Centri di assistenza fiscale (CAF). Dal 2006 è possibile presentare il modello 730 anche attraverso un professionista abilitato (consulente del lavoro, dottore commercialista, ragioniere o perito commerciale) entro lo stesso termine di presentazione al CAF. Il servizio è in genere gratuito per coloro che consegnano la dichiarazione precompilata, mentre, nel caso di coloro che non sono in grado di effettuare la compilazione, il servizio è a pagamento.

FMI taglia stime sulla crescita

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) fu istituito nel 1945 a seguito degli accordi raggiunti nella Conferenza di Bretton Woods del 1944, cui hanno partecipato le potenze Alleate nella seconda Guerra mondiale. Finalizzata a scongiurare il ripetersi di gravi crisi economiche, come la Grande Depressione degli anni ’30 l’obiettivo statutario del FMI è la promozione della stabilizzazione delle relazioni monetarie e finanziarie internazionali.

Secondo il Fmi l’incremento del prodotto interno lordo del nostro Paese non supererà quest’anno lo 0,3%. Un taglio drastico rispetto all’1,3% previsto a ottobre, ma anche nei confronti dello 0,6% che lo stesso Fmi riteneva ancora raggiungibile a inizio marzo in un documento riservato. Riduzione anche per la zona dell’euro. Il prodotto registrera’ un aumento inferiore all’1,3%, a fronte dell’1,8% stimato a gennaio. Nei giorni scorsi sono uscite indiscrezioni anche sulla crescita globale, che si fermera’ al 3,7%, e su quella statunitense, che non dovrebbe andare oltre lo 0,5% a fine 2008 e allo 0,6% nel 2009. Uno studio preliminare al Rapporto economico globale afferma che c’e’ una possibilita’ su quattro di una recessione globale e definisce quella dei mutui subprime la peggior crisi finanziaria dai tempi della Grande depressione.

Ancora mutui subprime: Bernanke ammette la crisi

Le borse mondiali da quando sono venuti a galla i primi default di alcune società e fondi hedge americani che hanno puntano sul comparto subprime, hanno subito violenti scossoni, a causa della crisi del comparto immobiliare statunitense. Le conseguenze sono molteplici:

Inoltre gli effetti negativi non sono rimasti confinati al settore finanziario ma avrebbero sconfinato nell’economia reale, attraverso il valore delle attività e l’avvallabilità del credito.

Afferma Ben Bernanke . Negli Stati Uniti è previsto un taglio non indifferente dei posti di lavoro nel settore bancario per i prossimi 12-18 mesi. L’industria bancaria americana tagliera’, nel corso dei prossimi 12-18 mesi, circa 200.000 posti di lavoro. La riduzione dell’occupazione e’, secondo quanto afferma uno studio della Celent, una risposta alla crisi dei mutui subprime.

Petrolio debole in Asia e recessione Usa

Il petrolio accompagna la storia dell’uomo da secoli, nel bene e nel male, e fin dall’antichità il greco “naphtha” richiamava il fiammeggiare tipico delle emanazioni petrolifere. I popoli dell’antichità avevano già ben noti i giacimenti di petrolio (olio di pietra) superficiali che utilizzavano per produrre medicinali e bitume o per illuminare le lampade. Oggi il petrolio è croce e delizia del genere umano. Delizia perché senza esso forse non riusciremmo a spostarci (a meno che non avessimo inventato nuove energie alternative), croce perché il rincaro del petrolio (nonostante brevi periodi di riduzione dei prezzi, ma comunque il trend è sempre in crescita) è qualcosa di estenuante..

In leggero ribasso il prezzo del greggio in Asia. Ieri nel dopo-mercato elettronico che fa riferimento al Nymex, la Borsa merci di New York, a Singapore il petrolio light per consegna a maggio è stato trattato a 104,65 dollari a barile, con un ribasso di 0,18 dollari. Ieri a New York aveva guadagnato 3,85 dollari salendo a 104,83 dollari a barile.

MEF: buon andamento delle entrate fiscali e contenuta evoluzione della spesa

In via provvisoria, il fabbisogno di marzo e’ risultato pari a 11,7 miliardi, inferiore di 4,9 mld rispetto a quello registrato nel mese di marzo 2007, pari a 16.607 milioni. Nel primo trimestre del 2008 si e’ invece registrato complessivamente un fabbisogno di 20,3 mld, inferiore di circa 4 mld al 2007, risultato pari a 24,247 mld. Lo rende noto il ministero dell’Economia e delle Finanze aggiungendo che il risultato è dovuto a maggiori entrate fiscali, contenimento della spesa e malgrado maggiori oneri per il debito per 750 milioni ed 1 miliardo di anticipo per ridurre il deficit sanitario.

In una nota, il Mef spiega che

la riduzione del fabbisogno di marzo risulta determinata dal buon andamento delle entrate fiscali e da una contenuta evoluzione della spesa, in linea con le previsioni. Va inoltre notato come il saldo del mese incorpori maggiori oneri di interessi sul debito per circa 750 milioni e l’erogazione di circa 1.000 milioni per il pagamento di una quota delle anticipazioni programmate per l’estinzione dei debiti sanitari degli anni passati.

Airbus-Eads: il cambio euro dollaro li soffoca

L’apprezzamento dell’euro e le difficoltà finanziarie hanno colpito pesantemente la Eads-Airbus, il gruppo aerospaziale europeo. Il 2007 si è chiuso in perdita: la differenza al netto rispetto allo scorso anno è stata di 446 milioni di euro. Ad influire sul rosso, superiore alle aspettative, la debolezza del dollaro e i ritardi nelle consegne del jumbo A380.

L’utile operativo è stato di soli 52 milioni (nel 2006 era stato di 399). Eads è apparsa comunque fiduciosa sul fatto che nel 2008 i conti potessero migliorare. Ma i problemi non sono finiti qui: Eads era in trattativa per vendere tre stabilimenti tedeschi al OHB/Mt Aerospace, ma il riassetto non è riuscito. L’obiettivo di Airbus era che Ohb, una volta acquistati gli stabilimenti, vi investisse per ammodernarli; in cambio Airbus avrebbe condiviso i contratti di lavoro, in modo da raggiungere una netta riduzione dei costi. In pratica si tratterebbe di esternalizzare cosicchè gli acquirenti degli stabilimenti diventerebbero fornitori.

Ohb non solo non ha racimolato i capitali necessari, ma ha anche valutato la non convenienza di una tale operazione (con contratti in dollari) dato l’attuale cambio. Eads sta cercando di fare la solita cosa con alcuni stabilimenti in Francia ed in Gran Bretagna: la buona riuscita di queste operazioni è fondamentale per il gruppo aerospaziale. Se non dovessero andare in porto, come è successo con quelli tedeschi, Airbus dovrebbe sostenere tutte le spese da sola, causando così un ulteriore peggioramento dei conti.

La stagflazione colpirà l’Unione Europea?

Il presidente della Bce ha affermato che l’aumento dei prezzi nel 2008 resterà abbondantemente al di sopra dell’obiettivo del 2% (tra il 2,6 e il 3,2% in base alle più recenti stime). Cause principali la crescita del costo dei prodotti alimentari, la crescita dei salari superiore alle previsioni ed ovviamente l’aumento dei costi dei prodotti energetici potrebbero far lievitare l’inflazione. Secondo la Commissione, i prezzi del greggio resteranno molto alti per tutto l’anno. Tutto questo spiega la riduzione delle previsioni di crescita dell’Eurozona per il 2008 di 0,4 punti percentuale (da 2,2% all’1,8%), nelle previsioni intermedie pubblicate dalla Commissione lo scorso 21 febbraio. Secondo il Presidente è necessario seguire la strada della moderazione salariale ed evitare aumenti automatici legati alla crescita dell’inflazione.

Joaquin Almunia, commissario Ue agli affari economici e monetari, commenta:

L’economia della zona euro continua ad affrontare difficoltà considerevoli e, malgrado i fondamentali restino solidi, comincia a sentire la crisi.

Nonostante la conferma che la condizione di fondo dell’economia è buona, soprattutto grazie alla forte crescita dei mercati emergenti , un elevato livello dei profitti aziendali, l’assenza di squilibri macroeconomici (conti esterni in equilibrio e buon livello di risparmio), la Commissione europea non ha aspettative del tutto positive.

Dimuinuisce il tasso di disoccupazione in Italia ma non al Sud

Scende al 6,1% il tasso annuo di disoccupazione (dal 6,8% del 2006) ai minimi rispetto al ’93: la riduzione riguarda soprattutto il Mezzogiorno. Cresce tuttavia il numero degli inattivi in età produttiva: +1,1% la media 2007 su base annua. Aumentano però gli inattivi al Centro (+2,5%) e del Sud (+1,8%). Cosa significa essere “inattivi”? Semplicemente questo termine sta ad indicare che costoro non hanno cercato lavoro. Sempre al Sud, il numero delle donne inattive sale a quasi 4 milioni e mezzo di unità (+1,3%). Quali potrebbero essere le cause? E soprattutto, perché si ha un maggior numero di inattivi al Sud? Trovare una lavoro al Sud non è facile, ecco perché molti giovani preferiscono emigrare al Nord o in altre nazioni, andando così ad incrementare quel fenomeno denominato “ fuga dei cervelli”. Quindi sebbene al Nord si sia avuta una riduzione della disoccupazione, del Sud e le isole non si potrebbe dire lo stesso, possiamo prendere un esempio: i dati Istat del quarto trimestre 2007 confermano, secondo la Cisl, la gravità della situazione occupazionale in Sardegna. Il tasso di disoccupazione si attesta all’11,2% rispetto al 10,6% dello stesso trimestre dell’anno precedente e quello di occupazione, sempre per i due trimestri considerati, si porta nel 2007 al 52% rispetto al 52,9% del 2006.

Il tanto odiato euro: vantaggi reali di una moneta unica

Spesso ci lamentiamo affermando che da quando è entrato in vigore l’euro non riusciamo più a mettere un po’ di risparmi da parte e molti addirittura affermano di non arrivare a fina mese. Ma è così negativa l’adozione di una moneta unica? Spesso sentiamo dire che l’euro “fa male” alle nostre tasche ma “fa bene” all’Italia. Cosa significa? Bene, in realtà i vantaggi della moneta unica sono realmente molteplici. Innanzitutto, la presenza di una moneta unica diminuisce i costi di transazione, ovvero gli impedimenti negli scambi tra le economie. Con un’unica moneta gli introiti derivanti dalla vendita dei beni all’estero sono immediatamente spendibili nel Paese di origine delle esportazioni e non occorre convertirli in valuta nazionale.

Tali costi, ovvero quelli dedicati al servizio di conversione delle due valute, sono del tutto evitati quando circola una moneta unica. Un’altra argomentazione a vantaggio dell’ unione monetaria è che essa non può essere sottoposta ad attacchi speculativi, ovvero improvvisi aumenti nella domanda di valuta estera in cambio di valuta nazionale, in particolare non sorgono problemi di credibilità del regime di cambio i quali possono generare aspettative di deprezzamento e indurre ad attacchi speculativi. Un altro aspetto dell’unione monetaria è che la politica monetaria è scelta collegialmente e non unilateralmente, riducendo così la probabilità di politiche monetarie anticicliche per alcuni membri.