Il Ministro italiano all’Economia ed alle Finanze, Giulio Tremonti, avrebbe potuto tenere un comportamento migliore in merito alla vicenda legata al pagamento in contanti dell’affitto romano di cui tanto si parla in questi giorni. A scriverlo è il Financial Times che da un lato ha fatto presente come per i destini dell’Italia non siano indispensabili sia il Premier, sia il Ministro all’Economia.
Ritratti
Unrae: i dati di luglio sono preoccupanti
Un calo annuo di ben cinque punti percentuali: è questo il dato preoccupante che è stato diffuso nel corso della giornata di ieri dall’Unrae, l’unione che raggruppa tutti i rappresentanti degli autoveicoli esteri. Il ribasso in questione si riferisce alla raccolta degli ordini destinati all’acquisizione di vetture nuove e può essere tradotto con un’altra stima, altrettanto eloquente, vale a dire quella dei 123mila contratti in meno. Il periodo di riferimento, inoltre, è lo scorso mese di luglio, terminato da appena due giorni.
Credito Sanmarinese, i pericolosi contatti con la mafia
I rapporti tra finanza italiana e mafia sono più stretti di quanto si creda. Ne è una chiara testimonianza l’ultima inchiesta che sta riguardando il Credito Sanmarinese, uno dei principali istituti della Repubblica del Titano: l’arresto del presidente Lucio Amati è giunto dopo la conclusione dell’operazione “Decollo Money” da parte della Dda di Catanzaro contro la ‘ndrangheta. Nel dettaglio, la banca in questione, sulla quale la Banca Centrale di San Marino esercita da tempo il proprio commissariamento, si sarebbe macchiata di reati gravi, quali i rapporti di collaborazione tra mafiosi e faccendieri e il Credito stesso.
Fincantieri, l’ad Bono si oppone ai licenziamenti
Il futuro di Fincantieri, il celebre complesso di cantieri navali, non è del tutto chiarito, ma per lo meno le preoccupazioni di qualche giorno fa sembrano ridimensionate: tanto più che persino l’amministratore delegato del gruppo triestino, Giuseppe Bono, si è spinto ad affermare che il lavoro della spa sarà sempre improntato ad evitare qualsiasi tipo di licenziamento. Come mai allora tante ipotesi di chiusura di stabilimenti e di tagli occupazionali non più tardi di un mese fa?
Confesercenti: i risparmi dell’abolizione delle province
La mancata abolizione delle Province da parte del Parlamento ha scatenato una serie di polemiche a catena: i deputati hanno deciso in gran parte di non votare, mantenendo inalterata la struttura degli enti locali, ma c’è chi ha cercato di comprendere quali reali vantaggi economici potrebbero essere ottenuti senza di esse. Si tratta della Confesercenti, associazione che ha stimato in ben sette miliardi di euro all’anno l’ammontare che potrebbe essere risparmiato in tal senso; il risultato verrebbe ottenuto in maniera migliore trasferendo tutti i dipendenti ad altri livelli territoriali, altrimenti si andrebbe a creare un ovvio problema di disoccupazione.
Parmalat: nuovo cda, Franco Tatò diventa presidente
I colori blu, bianco e rosso della bandiera francese fanno ormai parte integrante di Parmalat: Lactalis è riuscita a far breccia nell’azienda di Collecchio, causando in tal modo l’inizio di una nuova fase in cui saranno protagonisti nuovi personaggi. In effetti, il nuovo consiglio di amministrazione che si è venuto a creare non conterà più sulla figura di Enrico Bondi, il grande risanatore dai tempi del crack, ma su Franco Tatò, il presidente designato. L’esperienza del manager è conosciuta da molti addetti ai lavori, ora bisognerà avviare una gestione differente.
Tirrenia: la Sardegna ricorrerà contro la privatizzazione
Tirrenia e Regione Sardegna, la frase più azzeccata per descrivere questo “rapporto” è che il buon sangue non sta certo scorrendo. L’assessorato sardo ai trasporti non ha usato mezzi termini per esprimere il proprio punto di vista in merito alla privatizzazione della compagnia campana: l’obiettivo è quello di raggiungere un accordo quanto prima, anche perché sembra imminente l’intervento dell’Antitrust per bloccare i cartelli del settore in questione. In particolare, non è piaciuta la sortita della Compagnia Italiana di Navigazione (Cin), la quale si è rivolta al governo per escludere la Saremar dalle trattative.
Referendum: cosa cambia con la vittoria dei Sì
Lo spoglio delle schede è terminato, il referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento ha raggiunto e superato di slancio il consueto quorum, un evento che non accadeva da addirittura sedici anni: i quasi 27 milioni di votanti hanno consentito di raggiungere un importante 57% di affluenza, con una vittoria preponderante dei Sì (94%). Che cosa cambierà ora dal punto di vista economico dopo questa consultazione? Esaminiamo ogni ambito uno per uno. Anzitutto, c’è il quesito sul nucleare: in questo caso si è espresso il 56,99% degli aventi diritto al voto, con il 94,8% di Sì e il 5,2% di No.
Unrae: Jacques Bousquet è il nuovo presidente
C’era grande attesa per conoscere il successore di Loris Casadei alla guida dell’Unrae: il nuovo presidente dell’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri è Jacques Bousquet, il quale ha ricoperto finora l’incarico di direttore generale di Renault Italia. Il francese sarà il numero uno dell’associazione fino al 2013. E le idee già non mancano. In effetti, Bousquet è intenzionato a istituire sin da subito gli Stati Generali del settore, in modo da poter dialogare con gli altri protagonisti principali, quali il Ministero dei Trasporti e quello dell’Ambiente, oltre ovviamente all’Aci.
Gli altri due pu
I referendum sull’acqua: vantaggi e svantaggi economici
Dei quattro referendum che si terranno i prossimi 12 e 13 giugno, ben due sono dedicati all’acqua: il primo quesito chiede la cancellazione dell’articolo 23-bis della legge 133 del 2008, relativo all’affidamento e alla gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, mentre il secondo si riferisce alla determinazione delle tariffe del servizio idrico integrato in base alla remunerazione del capitale investito. È evidente, dunque, come le due questioni abbiano una rilevante importanza economica. Ma cosa prospettano esattamente i due fronti? I sostenitori del sì, quelli che in pratica vogliono abrogare le due norme, ritengono che l’acqua sia un bene fondamentale e l’accesso ad essa un diritto da difendere dalle logiche di privatizzazione.
Istat: nel 2010 un salario medio mensile di 1.286 euro
Poco meno di 1.300 euro: non è certo incoraggiante la busta paga mensile che gli italiani riescono mediamente a percepire, un dato che è stato messo in luce dall’Istat con il suo Rapporto Annuale sulla situazione del nostro paese. Nel dettaglio, la cifra esatta ammonta a 1.286 euro e si riferisce allo scorso anno. I confronti tra le varie categorie di lavoratori sono poi altrettanto impietosi, specialmente se si tratta di una differenza di sesso: in effetti, gli stipendi in questione sono più spesso a favore degli uomini che delle donne (1.407 euro contro il 1.131 delle lavoratrici), un gap che ancora non si riesce a colmare.
Italia, ecco le aziende che smentiscono il rapporto dell’Istat
Come è emerso dal Rapporto 2011 sul coordinamento della finanza pubblica dell’Istat, il nostro paese rischia di caratterizzarsi per una forte perdita del prodotto interno lordo: eppure, nonostante queste previsioni, in Italia ci sono delle Di chi si tratta? Se le banche si contraddistinguono per un andamento altalenante, sono almeno tre gli esempi virtuosi da seguire. Si tratta, anzitutto, di quelle compagnie che operano nel mondo della moda, in primis del Gruppo Armani: nel 2010, infatti, l’utile netto è stato pari a 161 milioni di euro (in aumento dell’80% rispetto a un anno prima), mentre i ricavi consolidati si sono attestati a quota 1,58 miliardi.
Medioriente: Obama auspica il ritorno ai confini del 1967
La questione mediorientale sta molto a cuore al presidente statunitense Barack Obama, il quale ultimamente se ne sta occupando con una certa frequenza: l’auspicio del titolare della Casa Bianca è quello di vedere nuovamente in vigore i negoziati tra israeliani e palestinesi basati sui confini statali precedenti alla cosiddetta Guerra dei Sei Giorni del 1967. L’appello di Obama è stato rivolto, in particolare, all’American Israel Public Affair Committee, la lobby israeliana, anche se lo stesso presidente ha fatto notare che nella sua proposta non c’è nulla di originale, ma la base già scelta da altre amministrazioni per queste discussioni.
Fmi: il belga Reynders si propone per la direzione generale
Mentre si dà già per scontata la scelta di Christine Lagarde come nuovo direttore generale dell’Fmi, fioccano anche le auto-candidature per l’ambito ruolo economico: una di questa proviene dal Belgio, più precisamente dall’attuale ministro delle Finanze Didier Reynders. Quest’ultimo, intervistato da un’emittente televisiva del proprio paese, ha fatto sapere che accetterebbe di buon grado una propria nomina in seno all’organizzazione di Washington.