Le due più grandi dinastie bancarie del mondo, con una storia nel mondo finanziario ultracentenaria, hanno deciso di unirsi in una partnership strategica per sbarcare sul mercato americano. Il fondo di investimento Rit Capital Partners, guidato da Lord Jacob Rothschild, ha annunciato l’acquisizione del 37% del capitale del gruppo di consulenza e gestione fondi della famiglia Rockefeller. Non si conosce ancora il controvalore dell’operazione, ma non dovrebbe essere inferiore ai 100 milioni di sterline. Attraverso questa alleanza si punta alla creazione di nuovi fondi di investimento e all’acquisizione congiunta di società di gestione fondi.
Servizi Bancari
Crollo BPM in borsa dopo arresto Ponzellini
Il titolo Banca Popolare di Milano, codice di borsa BPM, sta perdendo il 10% a Piazza Affari dopo essere stato anche sospeso dalle contrattazioni per eccesso di ribasso. Attualmente il titolo quota a 0,3 euro, ma ha toccato anche un minimo intraday a 0,294 euro. Il crollo del titolo è dovuto alla notizia dell’arresto di Massimo Ponzellini, ex presidente del gruppo bancario milanese. Ponzellini è finito agli arresti domiciliari, insieme al suo ex collaboratore Antonio Cannalire, nell’ambito dell’inchiesta su un finanziamento sospetto da 148 milioni di euro alla società Atlantis di Francesco Corallo.
Titoli bancari italiani preferiti da Société Générale
La banca francese Société Générale intravede spiragli positivi per il settore bancario italiano, sebbene ci siano ancora molte zone d’ombra. Tuttavia, le banche italiane non possono essere paragonate a quelle spagnole, attualmente in una fase molto delicata con il terzo istituto di credito del paese, cioè Bankia, che ha dovuto chiedere gli aiuti finanziari al governo centrale: la prima iniezione di liquidità è stata pari a 4,5 miliardi, poi è stata avanzata una richiesta per altri 19 miliardi di euro. Société Générale ha innanzitutto analizzato la prima trimestrale dell’anno per le banche italiane.
Crisi banche spagnole maggio 2012
Oltre alla Grecia, l’altro grande osservato speciale nella zona euro è senza dubbio la Spagna. Negli ultimi mesi Madrid sta sperimentando una pericolosa accelerazione della crisi bancaria, dovuta alle perdite legate allo scoppio della bolla immobiliare. Molti istituti di credito necessitano di nuove iniezioni di liquidità per evitare il tracollo e ciò potrebbe compromettere irrimediabilmente la capacità del governo, targato Mariano Rajoy, di rispettare gli obiettivi di deficit di bilancio concordati con l’UE: 5,3% nel 2012 e 3% nel 2013.
Previsioni titolo Banco Popolare secondo banche d’affari
Negli ultimi giorni il titolo Banco Popolare (codice di negoziazione: BP) è stato sotto i riflettori alla borsa di Milano, grazie alla validazione dei modelli interni di valutazione dei rischi da parte della Banca d’Italia che permetterà all’istituto bancario italiano di raggiungere i target dei ratios patrimoniali richiesti dall’Eba (European banking authority) entro il prossimo giugno. Ciò dovrebbe allontanare definitivamente il rischio della conversione del bond da un miliardo di euro. La reazione degli investitori è stata molto positiva, tanto che nel giorno di diffusione della notizia il titolo è salito subito del 19%.
Unicredit e Intesa SanPaolo vendono quota in Borsa di Londra
Le due maggiori banche italiane, Unicredit e Intesa SanPaolo, hanno annunciato la cessione della propria quota detenuta nel London Stock Exchange Group, la società che controlla la borsa di Londra ma anche la borsa italiana, a seguito della fusione avvenuta nel 2007. Il titolo LSE Group è in forte calo quest’oggi, dopo la notizia dell’addio delle due big italiane. Unicredit collocherà 16,6 milioni di azioni ordinarie LSE, mentre invece Intesa SanPaolo collocherà la sua quota pari a 14,5 milioni di azioni.
Il piano per la riorganizzazione di Banca Carige
Il progetto di riorganizzazione di Banca Carige potrà a breve diventare realtà: lo ha deciso il consiglio di amministrazione dello stesso istituto ligure, il quale è intenzionato a rendere ancora più efficace ed efficiente il piano strategico che è stato predisposto per il triennio 2011-2014. In particolare, la banca dovrebbe essere in grado in questa maniera di diventare più attiva anche al di fuori della Liguria, la sua regione di elezione, tanto che è già tutto pronto per il conferimento alla Banca Carige Italia spa, gruppo di nuova costituzione. La notizia è circolata nella giornata di ieri e si sono avute delle conferme in tal senso.
Ubi Banca promossa dalle banche d’affari
Continua il buon momento in borsa per il titolo Ubi Banca (codice di negoziazione: UBI), che sta guadagnando anche oggi l’1,8% quotando in area 2,37 euro. Ieri il titolo ha messo a segno una performance del 6,58%, dopo che venerdì 18 maggio era stato toccato il minimo più basso di sempre a 2,1 euro. A mettere le ali al titolo a Piazza Affari, come del resto anche altri big italiani del credito (in particolare Banco Popolare), è stata la decisione della Banca d’Italia di dare il via libera all’utilizzo dei modelli interni per la misurazione del rischio di credito verso le imprese e dei rischi operativi.
Piano Stati Uniti-Inghilterra per salvare le grandi banche
Mentre l’Europa continua a fronteggiare la crisi dei debiti sovrani e la probabile uscita della Grecia dall’unione monetaria, il fronte anglosassone costituito da Stati Uniti e Gran Bretagna sta lavorando per rafforzare le linee di difesa in caso di fallimento delle grandi banche. La Bank of England, la Financial Services Authority e la Federal Deposit Insurance Corporation stanno implementando un piano d’emergenza per proteggere le big del credito nel caso in cui avvenisse un clamoroso tracollo di una delle sette più grandi banche dei due paesi, come Goldman Sachs e Barclays.
Rischio derivati JP Morgan da 100 miliardi
Lo scandalo relativo alle attività di trading sui derivati, che è costato finora a JP Morgan una perdita da oltre 2 miliardi di dollari in sei settimane, potrebbe essere soltanto una piccola falla in un sistema di operazioni sui prodotti finanziari derivati ben più complesso. Inoltre, sembra che il ceo della banca d’affari americana, Jamie Dimon, fosse a conoscenza delle strategie della divisione sotto accusa, vale a dire il chief investment office di Londra. Questo ufficio, guidato fino a pochi giorni fa dalla dimissionaria Ina Drew, avrebbe accumulato un portfolio da 100-150 miliardi di dollari in titoli ad alto rischio, come gli asset-backed securities (Abs).
L’offerta su ApuliaProntoprestito supera il 95% del capitale
Le azioni ApuliaProntoprestito sono interessate attualmente da un adempimento ben preciso, vale a dire quello relativo all’obbligo del loro acquisto: è proprio per tale motivo che la giornata di ieri è stata caratterizzata da un comunicato fondamentale in questo senso, vale a dire quello di cui sono rese protagoniste Banca Apulia e la compagnia Hdi Assicurazioni. Nel dettaglio, queste ultime hanno fatto sapere che allo stato attuale delle cose risultano essere pervenute delle richieste di vendita per un totale di oltre dodici milioni di titoli azionari. Questo vuol dire che si sta parlando di una quota pari al 5,1% del capitale sociale della stessa emittente: aggiungendo questo monte agli oltre 212 milioni di titoli che sono già in possesso degli offerenti ancora prima dell’inizio dell’intera procedura di obbligo di acquisto, si ottiene un ammontare complessivo di 224,58 milioni di azioni.
Rischio derivati sui mercati finanziari
Il recente scandalo legato alle attività di trading sui derivati di JP Morgan, che ha collezionato una perdita pari a oltre 2 miliardi di dollari in circa 6 settimane, ha fatto tornare a galla il timore che questo mercato sia troppo grande per essere controllato e che le banche d’affari siano in grado di mettere in piedi scommesse speculative altamente rischiose senza dover dare conto a nessuno, ma facendo tremare mezzo mondo quando le cose non vanno per il verso giusto.
Nel 2011 sono crollate le cartolarizzazioni bancarie
Non è azzardato affermare che nel nostro paese si teme ancora l’effetto dei mutui subprime americani, la causa scatenante della grave crisi economica del 2008: non si spiega altrimenti il comportamento dei nostri istituti di credito, i quali sono molto accorti da questo punto di vista e dal 2007 hanno provveduto a ridurre in maniera piuttosto considerevole le cosiddette cartolarizzazioni. Nello specifico, si tratta della vendita di una attività, oppure di servizi di un’altra società mediante il collocamento di bond; di conseguenza, il credito in questione viene ceduto a dei soggetti terzi e il rimborso è in grado di restituire il capitale e le cedole di interessi. Ebbene, come ha spiegato la Consob (Commissione Nazionale di Società e Borsa), queste operazioni sono diventate sempre più rare nel corso del 2011.
Ubi Banca vicina ai target richiesti dall’Eba
La crisi sui mercati finanziari, la recessione e il credit crunch impongono alle banche una maggiore attenzione alla propria patrimonialità, in modo tale da evitare di finire sotto stress ed entrare in una spirale negativa di eventi nel caso in cui dovesse esserci un inasprimento della crisi stessa. Sotto questo aspetto Ubi Banca sta facendo notevoli passi in avanti, avvicinandosi sempre più alle richieste dell’Eba, cioè l’Autorità Bancaria Europea. Ubi ha anche presentato dei buoni risultati trimestrali. La banca ha chiuso il primo trimestre del 2012 con una crescita dell’utile netto del 63,1% a 105,4 milioni di euro.