Lo yuan cinese è caduto a livelli che non venivano raggiunti da luglio 2005, periodo in cui ci furono problemi nelle quotazioni col dollaro: a causa di questa situazione i policy makers stanno limitando l’apprezzamento della valuta asiatica, al fine di favorire gli esportatori e sostenere la crescita tra la crisi economica globale. Il premier cinese Wen Jiabao si è impegnato pochi giorni fa a mantenere una solida stabilità economica, finanziaria e del mercato del credito, andando in controtendenza agli Stati Uniti, sempre più vicini alla recessione. Il governo cinese ha dovuto frenare i guadagni dello yuan per questo trimestre, dopo che la banca centrale ha rilevato che gli ordini di esportazioni sono scesi ai livelli più bassi da tre anni a questa parte.
Lo yuan ha perso 0,46 punti percentuali (sono ora necessari 6,8485 yuan per un dollaro) alla borsa di Shangai, secondo quanto riportato dal China Foreign Exchange Trade System. La valuta asiatica, la quale aveva ottenuto le migliori performance del continente nel 2008, è cresciuta dello 0,08% in quest’ultimo trimestre, la crescita più bassa da quando è stato stabilito un tasso di scambio fisso. La Cina dovrà ora assestare la politica economica in tempi brevi, dato che la situazione economica è in continuo mutamento.
Secondo le statistiche governative, il profitto delle compagnie industriali cinesi è cresciuto del 19% rispetto al 2007, raggiungendo quota 1,87 trilioni di yuan (274 miliardi di dollari): il dato dev’essere confrontato con il 37% ottenuto lo scorso anno, e sottolinea ancor di più le difficoltà dell’economia asiatica. Li Tao, operatrice finanziaria e commerciale della Shenzhen Development Bank Co. di Shenzhen (città appartenente alla provincia di Guangdong, nella Cina meridionale), sostiene che:
La domanda di importazioni per il dollaro è attualmente abbastanza forte, soprattutto perché i mercati verranno chiusi la prossima settimana per la Festa Nazionale. Le preoccupazioni per la situazione economica del paese si stanno comunque intensificando.