Alcuni giorni dopo i sanguinosi scontri costati la vita ad oltre centocinquanta persone nella città di Urumqi, ancora proteste: presenza di molte donne, anche anziane e con bambini, che chiedono conto della scomparsa dei loro cari alcuni giorni fa (156 morti e 800 feriti) in una provincia (Xinjiang) che è ormai degenerata nello scontro etnico. La Casa Bianca esprime “profonda preoccupazione” per le vittime della repressione cinese contro la minoranza degli Uiguri. Pechino ha accusato Rebiya Kadeer (uigura in esilio) di aver organizzato la manifestazione di domenica con l’obiettivo di separare il Xinjiang dalla Cina. Le autorità locali hanno decretato il coprifuoco a Urumqi dalle 21 locali (le 15 in Italia) alle 8 di domani.
Il ministro degli Esteri Franco Frattini, in un’intervista ha ribadito l’assoluta importanza dei diritti umani:
In questo senso si inserisce il dialogo franco che abbiamo sempre avuto con i nostri partner, Cina inclusa. Il governo sta lavorando affinché l’Ue adotti una dichiarazione comune, al cui contenuto ci rimetteremo. A Hu Jintao abbiamo anticipato la volontà di avere un dialogo a tutto campo: il che vuol dire rispettare la politica cinese di integrità territoriale, che per un Paese così grande è una politica di sopravvivenza, e al tempo stesso aprire un dialogo su tutti i temi, diritti umani compresi.
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