Tir e camion di tutta Italia sono rimasti bloccati ai caselli autostradali per ben due giorni, uno sciopero e una protesta che hanno letteralmente paralizzato il paese, mettendolo in ginocchio da diversi punti di vista: in effetti, una delle conseguenze di questo evento poteva essere facilmente intuito, i danni economici dello sciopero cominciano già a farsi sentire. La Coldiretti ha stimato le perdite finanziarie del mancato trasporto di merci e prodotti agricoli, un tipico compito dei camionisti. Nello specifico, si tratta di oltre cinquanta milioni di euro in cibi e alimenti che sono andati persi o che rischiano la deperibilità a causa della mancata conservazione. Latte, frutta e verdura sono i beni maggiormente minacciati, con le aziende agricole del nostro paese che possono cominciare a preoccuparsi del fatto che essi non raggiungeranno gli esercizi commerciali e i negozi.
La stessa associazione che rappresenta agricoltori e coltivatori diretti ha anche sottolineato come un solo giorno di protesta può provocare il blocco di ben mezzo milione di tonnellate dei prodotti in questione, i quali viaggiano usualmente su strada nel nostro paese. Tra l’altro, bisognerà tenere conto anche del problema serio dello smaltimento dei cibi, senza dimenticare che poi molti consumatori preferiscono anche rinunciarci per il prezzo troppo elevato. Lo sciopero dei Tir ha dunque consentito e permesso uno spreco alimentare di vistose dimensioni, uno spreco che l’Italia non può permettersi se vuole davvero rilanciarsi dal punto di vista economico, dato che anche il settore primario deve fare la sua parte.
Il Made in Italy alimentare non vive uno dei suoi momenti più brillanti, anzi spesso si preferisce puntare su prodotti di qualità inferiore e di provenienza straniera, un vero e proprio schiaffo alla nostra eccellenza: dopo i problemi del gasolio, il carburante sfruttato dai camion per i trasporti e divenuto piuttosto caro, ora si aggiungono questi scioperi, gli scenari possibili non sono incoraggianti.