La dinamica relativa alla deflazione che sta caratterizzando l’Italia in questo momento può essere esaminata da un duplice punto di vista: ieri abbiamo visto come economisti ed imprese siano preoccupati per l’avanzare del fenomeno, oggi vestiamo i panni del consumatore che vede in essa un fattore ideale. La domanda dei consumatori è infatti questa: perché dovrei acquistare oggi quello che tra qualche mese costerà ancora meno? Era dal 1999 che il tasso di inflazione delle città italiane non scendeva al di sotto dello zero. Nel carrello della spesa delle famiglie, poi, non finiscono i settori in calo come biglietti aerei ed energetici, ma soprattutto gli alimentari, cresciuti rispetto al 2008 dell’1,9%, ma in flessione rispetto a maggio; inoltre, i prezzi di pasta e pane hanno subito dei veri e propri raffreddamenti. Questa spinta al consumo dovrebbe comunque essere incentivata da ulteriori flessioni nei prezzi dei beni alimentari principali.