Continuiamo a lamentarci della crisi, che i soldi a fine mese non bastano più, delle politiche di Governo che non sono in grado di stabilire la situazione economica. Intanto, nonostante la crisi gli italiani non rinunciano al Superenalotto, ai telefonini e ai prodotti per la persona. Non importa se ciò significhi acquistare meno auto, vestiti e recarsi al ristorante solo per importanti cerimonie. Particolarmente accentuata la flessione per il settore dell’auto: la domanda di beni e servizi per la mobilità è diminuita del 13,8%, rispetto ad ottobre 2007. È quanto emerge dall’indicatore dei consumi di Confcommercio relativo al mese di ottobre: la domanda di beni e servizi ricreativi fa registrare un aumento del 2,4% dovuto principalmente alla forte crescita della spesa per giochi a premi, soprattutto del Superenalotto. La cifra del montepremi ha ragggiunto i 100 milioni e gli italiani, forse, attirati dal miraggio della vincita milionaria sono attirati dalla possibilità di una svolta nella loro vita. Per settimane milioni di italiani hanno tengono le dita incrociate, sperando di azzeccare la vincita che può realizzare tutti i sogni, quelli egoisti e quelli generosi.
La spesa per il Superenalotto è aumentata a ottobre di circa il 230% rispetto alla media mensile degli ultimi due anni. Non si rinuncia neanche alla tecnologia: i telefonini e i computer di ultima generazione: la domanda si è confermata la componente più dinamica della spesa delle famiglie, con una variazione del +6,6%. La cura della persona pare sia un altro elemento a cui l’italiano non sa rinunciare: le creme e i prodotti di bellezza, con un aumento delle quantità vendute (+2,3% in termini tendenziali) determinato prevalentemente dalla domanda di prodotti farmaceutici.
Tuttavia in generale i consumi sono in calo e registrano l’ottava flessione consecutiva, chiudendo i primi dieci mesi dell’anno con una diminuzione del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Secondo Confommercio non ci sono miglioramenti previsti neanche per il futuro:
Le prospettive per i prossimi mesi sono poco incoraggianti, vista anche la sensibile riduzione registrata a novembre da parte degli ordinativi delle aziende che lavorano su commessa (-3,2% su ottobre).
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