L’Italia è in fase 2 e con lei molte attività commerciali e servizi hanno riaperto e sono ripartite: sugli scontrini relativi ad alcune prestazioni è apparsa la dicitura tassa covid-19. Perché è stata aggiunta? E’ da considerare legale?
Tassa covid-19 sui servizi erogati
Bisogna partire da un presupposto: al momento non è considerabile illegale come decisione, sebbene questo sovrapprezzo dai 2 ai 4 euro imposto sopra alcuni scontrini fiscali abbia fatto storcere la bocca a molti: possibile che vi sia il bisogno di aggiungere una simile tassazione ai prezzi già alti di alcuni servizi?
Non si tratta di un’imposta aggiunta dal governo, ma di un sovrapprezzo deciso autonomamente dagli esercenti per tentare di rientrare delle perdite dei mesi scorsi. L’emergenza coronavirus, ancora in atto, senza dubbio ha messo la maggior parte dei commercianti in una situazione difficile, costringendoli a pagare delle spese vive anche senza rimanere aperti e poter lavorare. Ma è da considerare giusto scaricare questa necessità sui clienti che spesso si trovano già a dover combattere con le loro difficoltà e quindi potrebbero non avere abbastanza fondi poi per poter usufruire di alcuni servizi?
Il Codacons denuncia la situazione
Il Codacons ha denunciato la questione alle autorità competenti, sottolineando come la maggior parte dei consumatori già si trovi a dover pagare dei prezzi maggiorati su molti prodotti.
Al momento la quasi totalità delle segnalazioni riguardanti la tassa covid-19, così è stata definita sugli scontrini da molti esercenti, proviene dal settore benessere: sono in particolare parrucchieri ed estetisti a metterla in atto. Non solo, sono arrivate anche segnalazioni dell’obbligo per i clienti di acquistare dei kit con mascherina, kimono e altre tipologie di protezioni a prezzi (alti) fissi decisi dall’esercente.
Il rispetto delle regole deve venire prima di tutto, ma lo stesso tempo il cliente deve essere rispettato e non costretto a spendere molto di più del prezzo giusto per l’erogazione del servizio. Un piccolo ritocco nei prezzi è comprensibile, ma una tassa covid-19, variante tra i 2 e i 4 euro. come già anticipato, potrebbe rivelarsi un boomerang per le attività, le quali potrebbero trovarsi ad avere meno clienti rispetto a quelli necessari per una loro ripresa.
E se il cliente si ferma dal comprare, l’economia non riparte.
Sarebbe forse il caso di trovare una via di mezzo tra una tassa in più sul prezzo e la distribuzione gratuita di kit di sicurezza che richiedono i cittadini: è comprensibile il momento di difficoltà di chi ha riaperto, ma se l’economia deve girare il cliente deve trovarsi nella capacità di poter spendere e se i prezzi salgono troppo l’unica alternativa che rimane è quella della rinuncia al servizio con danni per tutti.