Non è una novità purtroppo: il settore turistico è uno di quelli che ha sofferto di più l’emergenza coronavirus ancora in corso: e il calo degli introiti internazionali è senza dubbio la piaga più evidente.
Problema serio per il Pil
Un problema che avrà conseguenze importanti soprattutto sul pil italiano oltre che sull’indotto e il settore. A sottolineare la gravità della situazione ci ha pensato Bankitalia con il suo rapporto sul turismo internazionale. Come spiega il report, sottolineando come il “turismo rappresenta un importante settore dell’economia in Italia e nel mondo, con un forte potenziale in termini di crescita e di occupazione nonché di integrazione sociale e culturale”, a causa del Covid-19 e delle restrizioni apposte, dopo una crescita ritrovata nonostante le difficoltà in estate, una importante contrazione dei flussi turistici è stata nuovamente registrata a partire da ottobre.
Numeri alla mano, rispetto all’ottobre del 2019, la spesa dei viaggiatori internazionali nel nostro paese, pari a 1.193 milioni, è risultata inferiore del 70,4%. Sulla stessa linea anche quella degli italiani in viaggio all’estero, calata del 75,5%. Dati importanti che illustrano come per coloro che lavorano in questo settore, nonostante l’aiuto, sia stato e continua ad essere difficile lavorare in queste condizioni di emergenza. Assunto valido sia per il turismo nazionale che internazionale. Commenta la a presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli:
Ci voleva Bankitalia a risvegliare qualcuno che ancora non si era accorto della situazione drammatica in cui si trova il turismo italiano e che noi denunciamo da mesi. Noi abbiamo sempre contribuito alla tenuta dei conti del paese sia contribuendo al Pil ma siamo molto importanti anche nella bilancia dei pagamenti. Sono tanti gli stranieri attratti dall’Italia, quindi per noi questo è un capitolo importante.
Necessari protocolli di viaggio
In particolare, a destare preoccupazioni, è il turismo della montagna il quale non solo risentiva già prima della pandemia di un calo sensibile: le feste natalizie e l’inizio di questo gennaio, con le loro restrizioni, hanno colpito in modo ancora più preponderante il settore portando a perdite ingenti che superano il 70% rispetto al passato.
Secondo la presidente Lalli c’è il bisogno di dare vita a un protocollo di viaggio che consenta di sfruttare anche quello che sarà l’effetto del vaccino:
La soluzione ormai è diventata reale. Esiste un vaccino e almeno tutti i vaccinati possono essere dotato di un passaporto sanitario o patente di viaggio, non come chiamarla, comunque qualcosa che consenta di girare in modo più libero e tutti quelli che ancora purtroppo non hanno avuto accesso al vaccino.