Le uova di Pasqua hanno raggiunto dei prezzi esorbitanti quest’anno. Un fattore influente e non poco sulla spesa degli italiani di questo periodo. Perché il loro costo è alle stelle? Esiste una valida ragione?
Aumenti eccessivi per le uova di Pasqua
La risposta è parzialmente positiva. Nel senso che sebbene una motivazione a un certo aumento dei prezzi esista, allo stesso tempo ci troviamo davanti a un eccessivo rialzo dei prezzi delle uova di Pasqua. Le associazioni dei consumatori ci indicano infatti come questo prodotto tipico delle feste sia aumentato tantissimo rispetto allo scorso anno. E se dal 2022 al 2023 era stato registrato un incremento del costo pari al 15,4%, ora si registra un aumento del 24% rispetto al prezzo del 2023.
Le uova di pasqua una volta aumentavano di costo in base alla sorpresa contenuta al loro interno. E non di rado, se si prediligeva un uovo di Pasqua tradizionale artigianale si pagava molto. Ma era un prezzo giustificato dalla manodopera e dal tipo di ingredienti. Ora ci si trova davanti a prodotti industriali, di poco più di 200 grammi, che arrivano a costare più di 15 euro.
Una spesa assurda da affrontare, sebbene non mancheranno genitori che compreranno comunque l’uovo ai propri bambini. Detto ciò è impossibile far finta che una simile spesa non abbia influenza sui consumi. Mettendo a confronto le marche più note all’interno della grande distribuzione è palese che i rincari vadano da una media del 24% a dei picchi del 40% per alcune specifiche uova di pasqua di marca.
Quanto spendono di più i consumatori?
I rincari minori sono legati a quei prodotti apertamente pensati per i bambini, dove la media dell’aumento di prezzo, rispetto al 2023 è pari a circa il 16,7%. In Italia la produzione di uova di Pasqua è di oltre 31 mila tonnellate annuali per circa 300 milioni di euro complessivi di mercato.
A quanto corrisponde il rincaro generale in soldi spesi dai consumatori? Circa 72 milioni di euro. Vi abbiamo anticipato l’esistenza di una ragione alla base dei rincari. Effettivamente esiste ed è la crisi del cacao in atto. È una materia prima le cui quotazioni sono decisamente più alte del picco raggiunto del 1977. Parliamo infatti di ben 6 mila dollari a tonnellata ai quali vanno aggiunti gli aumenti di prezzo dello zucchero e del burro di cacao rispettivamente del 72% e del 52%.
I costi di produzione li paga quindi il consumatore finale. Il quale di solito compra e tace. Sarà curioso vedere se tutto ciò accadrà anche quest’anno. C’è da chiedersi se convenga puntare a una semplice barretta piuttosto che al classico uovo.