Al culmine della crisi finanziaria nel 2008 il famoso investitore Warren Buffet etichettò gli strumenti finanziari derivati come “armi di distruzione di massa”. L’Oracolo di Ohama in gran parte aveva ragione, visto che la più grande compagnia al mondo nel settore delle assicurazioni, cioè la AIG, stava quasi per lasciarci le penne e sarebbe collassata clamorosamente se non fosse stato per l’intervento risolutivo del governo americano che di fatto la nazionalizzò. AIG non stava bruciando denaro per errori nella gestione del business delle assicurazioni, bensì perché aveva esagerato in scommesse speculative azzardate in strumenti derivati, come ad esempio i credit default swap.
I derivati finanziari sono contratti il cui prezzo è basato sul valore di mercato di un determinato sottostante (azioni, indici, bond, tassi, valute, commodity e così via). Nati come strumento di copertura (hedging) di posizioni detenute in portfolio, sono ben presto diventati strumenti speculativi nelle mani di banche d’affari, hedge funds e fondi di investimento, sedotti dall’irresistibile fascino delle potenziali performance raggiungibili con questi prodotti.
► RISCHIO DERIVATI SUI MERCATI FINANZIARI
I derivati finanziari sono strumenti basati sul concetto di “margine”. Utilizzando la leva finanziaria (leverage), i grandi investitori istituzionali possono controllare cifre enormi a fronte di un piccolo deposito a garanzia della propria posizione. E’ per questo che questo mercato è cresciuto in modo enorme: pochi miliardi di dollari in mano ad un money manager vengono trasformati, come per magia, in centinaia di miliardi di dollari da riversare sui mercati finanziari con scopi speculativi.
► RISCHIO DERIVATI SULL’EUROPA
L’ISDA (International Swaps and Derivatives Association) stima che il mercato mondiale dei derivati sia cresciuto fino a superare di 7 volte l’intero pil del pianeta. Si calcola che oggi il valore nominale dei derivati in circolazione ammonti a 466.000 miliardi di dollari, una cifra sette volte superiore a quella di inizio Duemila. Oggi metà mercato dei derivati è nelle mani della big del credito americane (Jp Morgan, Goldman Sachs, Citigroup, Bank of America, Hsbc Bank Usa), ma anche in Europa la quota è in fortissimo aumento.