L’andamento del cambio Euro/Dollaro rispecchia la situazione dei mercati azionari di entrambi i continenti, sottolineando i contrasti esistenti tra gli Stati Uniti, in ripresa dopo la crisi dei sub-prime, e l’area Euro, che invece deve affrontare una grave crisi strutturale dovuta probabilmente ad un esecutivo poco presente che ha aumentato le differenze tra i vari Stati membri.
All’inizio dell’anno in corso il cambio oscillava intorno a quota 1.2650. Da questo livello statico la ripresa dei primi mesi del 2012 ha spinto il cross a sfiorare il top relativo a 1.3500, resistenza di lungo termine che ancora risulta un valido livello operativo, anche se distante dal presso. La fase discendente invece ci ha messo diversi mesi ad avviarsi e solo dal massimo relativo di Maggio scorso la situazione è realmente precipitata, con Euro/Dollaro che da 1.3260 circa è sceso fino a sfiorare il bottom con il doppio minimo disegnato tra giovedì e venerdì scorso vicino a 1.2160.
Le previsioni per la seconda parte del mese di luglio in corso restano comunque vagamente positive; mentre nel lungo il cambio sembra andare proprio verso la parità tra le due valute, nel breve termine il doppio minimo potrebbe aver avviato una fase di rimbalzo in grado di invertire la tendenza di breve, puntando al recupero immediato del primo target a 1.2325 quasi raggiunto durante la notte.
Se però nei prossimi giorni il cambio tornerà sotto a quota 1.2200 allora non vi saranno più occasioni di ripresa e le vendite trascineranno velocemente al ribasso Euro/Dollaro verso i target di lungo termine, scongiurando del tutto nuovi acquisti e costringendo invece gli istituzionali a liquidare le proprie posizioni in acquisto.
La forza della valuta Europea è ormai esaurita e le prossime evoluzioni sul mercato dei cambi dipenderanno esclusivamente dalla posizione del Dollaro USA, che anche nel prossimo futuro deciderà le sorti del cross un maniera unilaterale.