Ancora non ci è dato sapere come reagirà oggi allo spargimento della notizia Wall Street, ma il fatto che il presidente di Starbucks, Howard Schultz abbia deciso di lasciare l’incarico il prossimo 26 giugno ha stupito e decisamente incuriosito addetti ai lavori ed investitori.
Ieri, va detto, la reazione non è stata ottimale dato che alle 22:44 italiane Starbucks calava in Borsa nelle contrattazioni after hours con una perdita dell’1,54%. Di certo maggiore chiarezza sulle dinamiche porterà a cambiamenti nell’andamento.
Sessantaquattro anni, l’uomo ha speso quaranta anni del suo lavoro a rendere una piccola azienda una vera e propria multinazionale che conta circa 28mila punti vendita in 77 paesi diversi, tra cui l’Italia dal prossimo settembre. Quel che molti analisti pensano è che l’uomo voglia iniziare a fare politica con tutti i crismi, decidendo di presentarsi alle prossime presidenziali. Alcune sue dichiarazioni in merito appoggerebbero questa ipotesi. Ha infatti dichiarato al New York Times di recente:
Da diverso tempo sono molto preoccupato per il nostro Paese per le crescenti divisioni interne e per la nostra posizione nel mondo. Una delle cose che voglio capire è se c’è un ruolo che posso giocare per restituire ma non so ancora quale sia.
Howard Schultz è nato a New York e dopo gli studi nell’Università del North Michigan e qualche lavoro come venditore approda a Starbucks, come direttore marketing. A Milano nel 1985 scopre la vera essenza del bar all’italiana e decide di replicarla: lo fa dapprima con una catena chiamata “Il Giornale” in onore del quotidiano e poi tornando in Starbucks come amministratore delegato.