La celebre casa d’aste online eBay sembra aver trovato un modo sicuro e rapido per arricchirsi: non si tratta di vendite sul web o di nuovi kit messi a disposizione, bensì di una operazione più complessa che andrebbe a riguardare la scissione di PayPal, l’unica modalità al momento che consentirebbe ai proprietari di avere delle buone somme di denaro a disposizione. In effetti, bisogna tenere conto che dal 2008, cioè da quando John Donahoe ha rimpiazzato Meg Whitman nel ruolo di amministratore delegato, il principale mercato internazionale della rete non è riuscita a garantire oltre il 2% di rendimento ai propri azionisti, davvero troppo poco.
Al contrario, il valore azionario di Amazon.com, storica rivale di eBay, è stato addirittura doppio e si è assestato a quota 83 miliardi di dollari. La separazione da PayPal potrebbe essere dolorosa, ma si parla già del potenziamento del valore degli assets per circa trenta punti percentuali, oltre al possibile finanziamento della trasformazione del gruppo in una sorta di retailer, nello stile di Amazon; in questa maniera, tutti gli oneri e i costi relativi a PayPal sarebbero soltanto un lontano ricordo. Gli analisti sono abbastanza concordi sulla validità di tale soluzione, tanto che c’è chi si aspetta a breve una exit strategy. EBay ha però confessato di non avere a disposizione alcun piano di questo tipo. La casa d’aste è attiva dal 1995 e nel corso degli anni si è notevolmente irrobustita.
L’acquisizione di PayPal è invece avvenuta nel 2002 per un totale di 1,18 miliardi di dollari: al momento attuale, l’unità dei pagamenti online rappresenta circa il 40% degli introiti di eBay. La scissione potrebbe anche consentire agli azionisti di detenere due imprese distinte, con un valore combinato superiore ai quaranta dollari a titolo. Inoltre, sarà necessario potenziare la crescita economica di lungo termine, la concorrenza di Amazon è agguerrita e ormai non è rimasto altro da fare che inseguire.
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