La partita dell’ILVA con le parti sociali si sta delineando e sembra essere stato finalmente raggiunto un accordo per la fine dell’amministrazione straordinaria. In particolare sono state ridotte le richieste della cassa integrazione, che inizialmente prevedevano 4200 unità, mentre l’accordo raggiunto le ha ridotte a 3300, la maggior parte a Taranto, mentre a Marghera saranno solo 60 i cassaintegrati. Accordo soddisfacente e valido solo per l’amministrazione straordinaria, mentre il futuro sarà delineato dopo la vendita dell’azienda. A Taranto è prevista una rotazione del 20% per 800 unità a zero ora. La regione Puglia sosterrà l’accordo con un fondo proprio, che però dovrà essere integrato dal governo, perché non sufficiente. La regione infatti, non potrà farsi carico di tutte le spese, e attende un cenno dallo stato. In realtà sono tutti in attesa di una vendita a privati diversi, che verrà eseguita dall’amministrazione straordinaria, che così concluderà il suo compito. Il presidente della regione, Michele Emiliano, ha richiesto un intervento dello stato, anche perché la tendenza dell’azienda, è quello di scaricare sulla regione gli oneri, sotto il ricatto della perdita dei posti di lavoro, in un’area che ha un forte legame con l’ILVA, nel bene e nel male, purtroppo.