Banche pronte a licenziare anche nel 2024? I numeri del 2023 lasciano già senza fiato: si parla infatti di oltre 60.000 posti di lavoro persi.
La situazione delle banche preoccupa
Insomma, brutte notizie per l’occupazione bancaria nell’anno che si sta concludendo. La colpa è senza dubbio della crisi finanziaria instauratasi contestualmente alla pandemia e mai risoltasi. Anche a causa delle diverse crisi geopolitiche e dell’inflazione. Il Financial Times, raccontando la situazione, sottolinea come anche il 2024 potrebbe rivelarsi molto simile all’anno appena trascorso.
È importante sottolineare che almeno metà dei posti di lavoro persi nelle banche siano legate agli istituti di credito di Wall Street. Questo dipende dal fatto che l’investment banking abbia risentito dell’aumento dei tassi di interesse e abbia fatto calare drasticamente i numeri di supporto al settore.
Per il secondo anno consecutivo, infatti, le banche di investimento non sono state in grado di mantenere livelli alti di commissioni a causa della diminuzione delle quotazioni pubbliche e delle transazioni.
Si può dire che Wall Street abbia tentato di proteggere il proprio profitto licenziando. Va detto che il problema non è però solo statunitense. Basti pensare al crollo di Credit Suisse e al fatto che sia stata acquisita da Ubs: in questo caso si parla già di almeno 13.000 posti di lavoro persi. E non è una novità che nel suo ultimo report la BCE abbia sottolineato che le banche siano le osservate speciali del 2024.
Attenzione a investimenti, crescita e stabilità
Spiegare questa situazione è molto semplice: mancando gli investimenti, mancano la crescita e la stabilità. Unendo tutti i tagli di personale eseguiti nel settore delle banche nel 2023 si superano facilmente le 60.000 unità. E si parla anche di dati falsati, visto che il Financial Times ha preso in considerazione solo i grandi istituti e non i licenziamenti eseguiti da quelli più piccoli.
Per quel che riguarda l’Europa poi, già nel periodo tra il 2015 e il 2019, diversi istituti avevano eseguito dei tagli imponenti per affrontare la crisi scatenata dai tassi di interesse troppo bassi. Ora i tassi di interesse sono troppo alti per evitare l’incertezza.
Diversi tagli di personale eseguiti attualmente sono in realtà un ridimensionamento rispetto all’eccessive assunzioni occorse nel corso della pandemia. Per quel che riguarda Credit Suisse, ad esempio, Ubs ha già fatto sapere attraverso il suo amministratore delegato Sergio Ermotti che il 2024 potrebbe portare ulteriori tagli.
Parlando di numeri proposti dal Financial Times ci troviamo con Citigroup che elimina 5000 posti di lavoro, mentre Morgan Stanley ne taglia 4800. Bank of America ha mandato a casa 4000 persone, mentre Goldman Sachs 3200. Solo 1000, invece, i licenziamenti per JP Morgan.