Una moneta parallela che non ha valore: è così che Bankitalia definisce quei “pagherò” su carta per i quali nel web si possono trovare anche dei modelli ufficiali. E torna ad avvertire l’utenza: non corrispondono a denaro e non lo faranno mai.
Non possono essere paragonati assolutamente alle cambiali, regolate ufficialmente dalle leggi. Ed è per questo motivo che ancora una volta la Banca Centrale Italiana ha diramato un avviso per avvertire la popolazione e far comprendere alla stessa che se si ha bisogno di riscuotere un credito e si necessita di mettersi d’accordo tra creditori e debitori è consigliato usufruire dei servizi che il sistema bancario mette a disposizione. Ecco cosa recita la nota presentata da Bankitalia e leggibile sui suo sito internet:
La Banca d’Italia continua a ricevere comunicazioni di privati che pretendono di utilizzare “euro scritturali” autonomamente creati, o che riguardano piattaforme e sedicenti “organismi monetari” con funzioni bancarie che creerebbero “moneta scritturale” garantita dalla Banca d’Italia. La Banca d’Italia rinnova l’avvertenza ai cittadini, già diffusa con l’avviso del 6 giugno 2017, a non utilizzare monete scritturali autonomamente create da privati non autorizzati e a non fare affidamento su organismi che pretendono di operare in tali forme di “moneta”, la cui attività può configurare ipotesi di abusivismo sanzionabili.
Insomma, questo tipo di approccio al pagamento non può e non deve essere messo allo stesso livello di quello legalmente riconosciuto sia dal sistema economico italiano che da quello europeo. Come già sottolineato per l’appunto due anni fa con una simile nota, l’unica forma di moneta legale e quindi capace di estinguere le obbligazioni in denaro è la moneta emessa dalla Bce.