Bce e quantitative easing: è questo il principale argomento di discussione nella maggior parte dei mercati mondiali. Investitori ed esperti del settore si aspettano molto dalla prossima riunione della banca centrale europea: ma avranno davvero quel che cercano? E’ questa la reale domanda da porsi.
Secondo un’indagine condotta da Bloomberg tra gli analisti più conosciuti, la BCE non rimanderebbe ancora il tapering e quindi diminuirebbe man mano l’acquisto di titoli di stato degli stati membri: il “nodo” sarebbe comprendere come questo verrebbe fatto. Sono tutti infatti convinti che Mario Draghi darà il via al cambiamento economico che tutti si stanno aspettando ma vi sono incertezze sul come e sulle attuali misure. Secondo la nota rivista e le sue analisi, l’entità del quantitative easing mensile passerebbe dai 60 miliardi attuali ad una cifra che si muove tra i 35 ed i 30 miliardi. Come sottolineano:
Non ci sono state voci contrarie alla Bce prima del meeting sulla necessità di ridurre gli acquisti la questione è più “come” attueranno il tapering che “se” lo faranno.
Se tutto si muoverà in questa direzione, il rialzo dei tassi d’interesse dovrebbe avvenire all’inizio del 2019, dando modo di arrivare gradualmente al punto in cui questo cambiamento non porterebbe problemi a nessuno. E’ però altrettanto importante tenere sotto osservazione quello che sta avvenendo negli Stati Uniti, dove già ora si inizia a parlare del prossimo possibile presidente della Fed dopo Janet Yellen. I nomi maggiormente espressi dal presidente Donald Trump sono al momento il governatore della Federal Reserve Jerome Powell e l’economista di Stanford John Taylor.