Arriva anche il bilancio Fiat Chrysler Automobiles del primo trimestre. Il gruppo automobilistico ha fatto registrare un utile netto di 92 milioni di euro rispetto alla perdita di 173 milioni del corrispondente periodo del 2014 provocata da componenti atipiche come il costo legato all’accordo per l’acquisto del controllo di Chrysler.
Il consenso degli esperti si aspettava un utile netto a 200 milioni di euro.
I guadagni sono aumentati del 19% a 26,4 miliardi (+4% a cambi costanti) con gli aumenti registrati dall’area Nafta (+38%), Emea (+8%) e nel settore Componenti (+17%) compensati dai cali registrati dall’America Latina (-21%) e dalla Maserati (-19%). Il consenso degli analisti si aspettava ricavi più bassi a 24,3 miliardi.
Più nello specifico, nel primo trimestre i veicoli consegnati da Fiat Chrysler Automobiles nel mondo sono scesi del 2% a 1,1 milioni con una forte performance nell’area Nafta (Usa, Canada, Messico) e un calo in America Latina. E’ poi continuato il buon andamento del marchio Jeep, con le consegne a livello globale salite dell’11% e le vendite in crescita del 22%.
Crescita a due cifre anche per l’ebit modificato: +22% a 800 milioni di euro, grazie all’incremento registrato dall’area Nafta e ai continui miglioramenti in Emea (Europa, Medio Oriente, Africa), area che ha registrato un risultato positivo per il secondo trimestre consecutivo. Il risultato riflette anche l’effetto positivo della variazione dei cambi derivante dall’apprezzamento del dollaro.
Tuttavia il consenso Thomson Reuters si aspettava un ebit più elevato a 813 milioni di euro. D’altra parte, la forte performance del gruppo in Nord America è stata parzialmente controbilanciata dal perdurare di condizioni di debolezza in America Latina.
Nota dolente anche l’indebitamento netto industriale che a fine marzo è risultato pari a 8,6 miliardi, in crescita rispetto ai 7,7 miliardi di fine 2014 a causa di 2,1 miliardi di investimenti, in aumento di 0,6 miliardi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e dell’incremento stagionale del capitale di funzionamento. Il consenso si aspettava un indebitamento a 8,5 miliardi di euro.