Il presidente dell’Inps se la prende con le pensioni versate all’estero che porterebbero 1 miliardo in paesi stranieri, senza nessun vantaggio per i consumi italiani, e soprattutto con dei versamenti minimi.
Secondo Boeri, nel 2016 sono stati 373mila gli assegni rilasciati in 160 Paesi, e questa sarebbe un’anomalia, mentre il nostro paese sta riducendo le spese sociali. E poi queste pensioni sarebbero ottenute con integrazioni al minimo e quattordicesime dopo pochi anni di contributi, per l’80% per meno di dieci anni di versamenti, e per il 35% per meno di tre anni.
Il tutto costa all’Inps 1 miliardo di euro l’anno. Sono questi i dati forniti nella relazione dell’Inps al al Comitato permanente sugli italiani nel mondo alla Camera.
Il tutto succede nonostante la legge ponga dei limiti per le pensioni all’estero. Il problema è, secondo Boeri, che a fronte dei versamenti dei lavoratori in Italia, le pensioni versate all’estero riducono la spesa sociale degli altri Paesi, e l’Italia dunque non ha nessun vantaggio o ritorno economico in termini di consumi e movimento d’affari che la spesa quotidiana dei pensionati genera. I pensionati all’estero pagano le tasse nei relativi paesi di residenza, aiutandoli così nella loro spesa sociale, lasciando all’Italia, solo gli oneri dei versamenti.