I tempi per una Brexit “soft” si stanno stringendo: la Camera dei Comuni britannica ha bocciato per la seconda volta l’accordo proposto dal premier Theresa May. Seppure con uno scarto minore rispetto alla prima volta il no ha vinto per 391 contro 242.
Il primo ministro britannico sembra non voler cedere dato che tornerà nuovamente in Parlamento proponendo una mozione “no deal” sulla quale i rappresentanti dei due partiti dovranno esprimersi per il sì o per il no. Theresa May si dice convinta che si possa trovare una “maggioranza a favore di un accordo“, ma sottolinea comunque che lascerà libertà di voto al proprio partito.
L’Europa dal canto suo si sta posizionando in maniera soft sulla materia, sottolineando come si sia tentato in tutti i modo di sostenere gli inglesi al fine di selezionare un accordo che andasse bene ad entrambe le parti. Hanno infatti sottolineato da più parti i portavoce della Commissione Europea:
I nostri preparativi per un ‘no deal’ ora sono più importanti che mai. Se ci sarà una richiesta ragionata da parte del Regno Unito i 27 Paesi dell’Ue sono pronti a valutarla, decidendo all’unanimità. L’Ue deciderà dando priorità alla necessità di garantire il funzionamento delle istituzioni dell’Ue prendendo in considerazioni le ragioni e la durata di una possibile estensione. Da parte dell’Ue è stato fatto tutto il possibile per aiutare la premier britannica ad ottenere l’accordo. Date le rassicurazioni date a dicembre, gennaio e ieri, non c’è altro che possiamo fare. Se c’è una soluzione all’attuale impasse può solo essere trovata a Londra.
I prossimi giorni saranno basilari per comprendere cosa accadrà.