Negli ultimi mesi, la croce e delizia degli stati d’animo degli italiani sono stati influenzati dai “mercati finanziari”. Ma cosa sono esattamente tali entità astratte? E, soprattutto, siamo sicuri che siano così “astratte” come sembra? La domanda, particolarmente complessa da riassumere in poche righe, ha trovato una recente risposta da parte del senatore del Partito Democratico Pietro Ichino, che sul suo blog ha provato a rispondere al tema, partendo dalle domande che erano state poste dal giornalista Michele Serra su La Repubblica del 19 giugno.
La prima domanda che il giornalista aveva posto era molto semplice: “che cosa vogliono i mercati?”. Ovvero, ancora prima di capire chi siano i mercati e da quali logiche siano governati, quali sono i loro obiettivi? “Delle nostre vergini non se ne fanno nulla” – risponde Ichino – “gli interessa soltanto la sicurezza che ciascuno Stato sia in grado di onorare i propri debiti”.
A questo punto, la domanda da un milione di euro: chi sono i mercati finanziari? “Siamo tutti noi” – incalza Ichino – “ogni volta che ci chiediamo se sia meglio investire i nostri risparmi prestandoli a Tizio o a Caio; per esempio, ponendoci questa domanda: “sarà meglio investirli in buoni del tesori greci, con i loro interessi altissimi ma con il dubbio se alla fine verremo rimborsati, oppure in quelli tedeschi, con i loro interessi bassissimi ma con la certezza che alla fine riavremo i nostri soldi?”. Molti di noi non si sono mai posti questo problema?”
“D’accordo” – conclude il senatore – “ma se lo sono posto e se lo pongono quotidianamente i gestori dei fondi-pensione dei lavoratori americani o giapponesi, o dei fondi di investimento nei quali hanno messo i propri risparmi la casalinga di Voghera o l’artigiano di Sao Paulo. Sì, certo, poi ci sono anche gli speculatori; ma questi non fanno altro, a ben vedere, che scommettere sulle scelte che faranno i gestori dei fondi; e pesano complessivamente molto meno di questi ultimi (tanto è vero che diventano molto più pericolosi in agosto, quando i gestori dei fondi vanno in vacanza). Giustissimo, comunque, tassare le operazioni finanziarie a carattere speculativo; ma stiamo attenti a non demonizzarli troppo questi speculatori”.