L’inflazione nel mese di luglio è scesa allo 0,1% dallo 0,3% di giugno toccando il livello più basso da agosto 2009. Lo dice l’Istat nei dati provvisori, considerando che la frenata è dovuta soprattutto ai prezzi degli energetici regolamentati. Su base mensile i prezzi al consumo scendono dello 0,1% trainati da alimentari e beni energetici. Aumentano invece, i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona che scendono a luglio dello 0,6% sullo scorso anno con la discesa più evidenziata da quasi 17 anni (agosto 1997). Su base mensile la discesa è dello 0,7%. In merito invece ai prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto, il cosiddetto “carrello della spesa”, sono in calo dello 0,3% rispetto al mese precedente e aumentano dello 0,2% rispetto a luglio 2013 (dal +0,3% registrato a giugno). L’inflazione acquisita per il 2014, sottolinea l’Istat, è stabile allo 0,3%.
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Si riaccendono così le paure per l’innesco di una spirale deflattiva: le famiglie aspettano una discesa dei prezzi, rimandano gli acquisti e in questo modo l’inflazione continua a scendere. Non è positivo questo miglioramento del potere d’acquisto, poiché dà vita ad un minore consumo, quindi produzione: un colpo spaventoso sulla ripresa economica fragilissima. E inoltre, non porta benefici neanche ai conti pubblici. Se da una parte infatti stanno diminuendo i tassi d’interesse che l’Italia paga sul debito, a livelli minimi storici, dall’altra il tasso reale non è poi tanto basso: con l’inflazione azzerata viene pagato tutto quanto offerto nominalmente con la cedola. Dati allarmanti che si attestano anche a livello europeo: stando a Eurostat, l’inflazione a luglio nell’area euro, è +0,4%, toccando il livello più basso da ottobre 2009 quando il risultato era stato negativo per lo 0,1%.