Continuano a peggiorare, come era attendibile, i conti pubblici italiani per il 2013. Stando a quanto affermato dal governatore di Bankitalia, infatti, nel corso del primo mese dell’anno il debito pubblico avrebbe superato quota 2.022 miliardi di euro, con un incremento di 34 miliardi di euro su base mensile che ha permesso al dato di “sforare” la soglia psicologica dei 2 mila miliardi di euro.
Il dato è per l’esattezza pari a 2.022,7 miliardi di euro e – come comunicato dalla banca centrale – sconta i 43 miliardi dati dall’Italia per il fondo salva-Stati.
Da Via Nazionale spiegano in particolare come avrebbe contribuito all’incremento del debito il fabbisogno, pari a 0,9 miliardi. L’emissione di titoli sopra la pari e l’apprezzamento dell’euro avrebbero invece nel complesso operato in senso opposto per 0,5 miliardi.
“Nel mese di gennaio” – commentava in merito Il Messaggero nella sua edizione online – “il sostegno dei Paesi in difficoltà dell’area euro (si tratta della quota di competenza dell’Italia dei prestiti erogati dall’Efsf) è stato pari a 0,4 miliardi (complessivamente tale sostegno ha raggiunto i 43 miliardi). Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 34,5 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,5 miliardi e quello degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato”.
Per quanto attiene gli altri principali dati forniti dall’istituto di via Nazionale, spicca l’incremento delle entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato, che nel orso del primo mese dell’anno sono state pari a 30,75 miliardi di euro, in aumento di 0,8 punti percentuali – + 0,2 miliardi di euro – rispetto a quelle dello stesso mese del 2012 (qui quale impatto dello spread sulla crescita del debito).
Il debito delle amministrazioni centrali è infine cresciuto di 34,5 miliardi di euro nel corso del mese di gennaio, mentre è dato in contrazione di 0,5 miliardi di euro quello delle amministrazioni locali.
Continueremo a informarvi sull’evoluzione del debito pubblico italiano anche nei prossimi mesi.