Il Decreto Dignità punta a cambiare il modo in cui rivedere e sistemare quelle che sono attualmente le regole vigenti nel mondo del lavoro: scopriamo insieme quali sono i possibili contenuti grazie all’Ansa. L’agenzia di stampa avrebbe infatti visionato un documento riguardante lo stesso.
Per prima cosa vi dovrebbe essere una stretta sull’uso dei contratti a termine, con un tetto a massimo 4 proroghe in 36 mesi, un rincaro del costo contributivo di 1 punto per ogni rinnovo e il ritorno delle causali a partire dal primo rinnovo o per contratti più lunghi di 12 mesi. Qualcosa che dovrebbe riuscire a fare salire il numero dei contratti a tempo indeterminato favorendo l’occupazione. No a nuove tasse per chi continua con questo tipo accordi: resterebbe quindi solo l’aliquota aggiuntiva dell’1,4% necessaria a finanziare la Naspi.
All’interno di questo primo provvedimento dovrebbero esserci anche l’abolizione dello spesometro, del redditometro e dello split payment ed il rinvio della fattura elettronica obbligatoria. Dovrebbero poi venire cancellati i vecchi indicatori di rischio per gli accertamenti fiscali che secondo il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, “hanno solo vessato le imprese”.
Non mancherebbe il divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo e delle norme di freno alle delocalizzazione per le quali si è ipotizzata una forte tassazione: una sorta di protezionismo tecnico che dovrebbe portare la maggior parte delle aziende a mantenere la propria sede ed i propri servizi in Italia. Sarà importante verificare se tutte queste ipotesi verranno poi confermate ed in quale misura una volta che il Decreto sarà presentato.