Il premier Giuseppe Conte richiede che ora vi sia, senza ulteriori indugi, del dialogo con l’Europa in materia di economia e debito: le diatribe che fino ad ora hanno riempito le pagine dei giornali devono finire per il bene della popolazione e dei conti.
Fino ad ora il primo ministro italiano ha cercato di mantenere un profilo basso, legato alla necessità di non inasprire dei toni che già al momento stanno creando malumore e scontento, ma che soprattutto rischiano di mettere in crisi quello che è l’equilibrio economico italiano, già abbastanza problematico. I conti nostrani sono un problema per Bruxelles, ma l’attuale discussione di nomine e poltrone può aiutare a mantenere la questione sottotraccia dando modo all’esecutivo nazionale di trovare una valida soluzione: questo a patto che si riesca a passare “inosservati” senza troppa polemica.
Questo significa anche, nell’ottica del vertice previsto per oggi tra il premier ed i due vicepremier, di riuscire a fare fronte comune e senza dispetti a quello che è il grande problema dell’Italia all’orizzonte, ovvero la procedura di infrazione: la lettera europea a riguardo pretende infatti una risposta che possa aprire ad una trattativa che come Stato l’Italia è obbligata a rendere “vincente” per lei, mettendo sul piatto quel che è necessario per non venire multati e pagare amaramente nei prossimi mesi quelle che saranno le conseguenze.
Mettendo da parte tutta la polemica riguardante i mini-Bot e la loro assurdità. Quel che appare chiaro al momento è che il premier ed il ministro dell’Economia sono concordi sul da farsi con il supporto del Quirinale: niente manovra correttiva ma dirottare i risparmi di Quota 100 e Reddito di cittadinanza sul deficit e rimanendo sotto al 3% del rapporto deficit-pil.