“Nel campo della consulenza del patrimonialista rientrano tutti gli aspetti attinenti alla protezione e al trasferimento del patrimonio”. È quanto afferma il consulente patrimoniale Enrico Cerreto, che lavora a Napoli alla Fideuram SpA, istituto bancario italiano appartenente al Gruppo Intesa Sanpaolo.
“Il consulente patrimoniale – spiega Cerreto – rivolge la sua attenzione all’intero patrimonio del cliente, che non è composto solo da denaro ma anche da beni quali immobili e terreni e beni di lusso. Spesso, nel caso di clienti imprenditori, le partecipazioni nella propria azienda rappresentano l’asset di maggior valore nel bilancio familiare e, soprattutto, quello che produce i principali redditi per il sostenimento del tenore di vita”.
La consulenza patrimoniale deve essere implementata anche da altri fattori. “Nel patrimonio di una persona – sostiene Enrico Cerreto – ci sono anche relazioni affettive, beni intangibili quali l’istruzione e la cultura, e componenti emotive e sociali”.
Diverse modifiche nel settore della consulenza patrimoniale sono state introdotte dalla normativa europea MIFID 2 entrata in vigore il 3 gennaio 2018, che crea i presupposti per una maggiore tutela dell’investitore, il quale deve potersi affidare al proprio consulente con sicurezza e maggiore serenità.
“La Mifid 2 – osserva Cerreto – prevede che il personale che eroga il servizio di consulenza abbia un adeguato livello di competenza e conoscenza professionale. In pratica il professionista deve possedere non solo requisiti di qualificazione e di esperienza ma anche una differente formazione del personale che rilascia informazioni finanziarie rispetto a quello che eroga la consulenza. Chi investe invece deve ricevere più informazioni sui costi e sulla costruzione dei prodotti, soprattutto se sono complicati, anche grazie all’introduzione di nuovi prospetti informativi”.
Per Enrico Cerreto, esperto del mondo bancario e finanziario, il consulente patrimoniale “deve essere in grado di far emergere i bisogni reali del cliente aiutandolo a non attuare comportamenti irrazionali e assistendolo, nel tempo, monitorando il suo portafoglio e, se il caso, consigliandolo secondo le mutate condizioni e necessità”.
“Il professionista – prosegue Cerreto – deve anche essere in grado di garantire al cliente la concreta opportunità di prevenire una serie di rischi che potrebbero essere tutt’altro che ottimali e che possono essere causa di una serie di complicazioni che vanno ad incidere sul patrimonio”.