E’ quasi passato inosservato come dato, ma Fitch ha ancora una volta tagliato le stime di crescita dell’Italia, sottolineando come quello che era il bagaglio positivo accumulato nel tempo sia stato “bruciato” nel corso degli ultimi mesi.
Certo, anche il rallentamento globale dell’economia ha avuto il suo peso, ma è impossibile non notare come l’Italia sia ormai il fanalino di coda dell’Europa, anche rispetto ad un paese dal passato difficile come la Grecia che presenta in pratica oltre l’1% di crescita rispetto al Belpaese. Il taglio presentato da Fitch per ciò che riguarda le stime è davvero netto: l’agenzia di rating nell’aggiornamento del “Global Outlook” abbassa a +0,1% la stima del Pil. Un vero e proprio crollo se si pensa che a dicembre la previsione dell’ente era del +1,1%. Tra le motivazioni per questo taglio netto il deterioramento delle prospettive per export e investimenti. Va detto che l’agenzia prevede, per il 2020 non un calo ma una “modesta” ripresa pari al + 0,5%: bassa ma pur sempre qualcosa.
E’ importante sottolineare, nonostante la gravità della situazione, che l’Italia non è l’unico paese tra i 20 esaminati ad aver riportato un taglio alle stime: anche la Turchia e la Germania hanno visto calare i propri valori, sebbene quello nostrano tra i paesi europei sia quello più colpito in tal senso e che trascina al ribasso anche le stime (Fitch parla del – 0,7 %, N.d.R.) dell’Eurozona la cui crescita è ora ipotizzata per il 2019 al +1%.
Davanti a questi dati, e tenendo conto di tutte le problematiche interne ed internazionali, è necessario comprendere che vi sia bisogno di lavorare per cambiare la situazione.