Fmi rivede al rialzo le stime dell’Italia per quanto concerne il 2022. E il pensiero non può non andare al fatto che la politica non sia stata in grado di evitare la caduta di un governo che è riuscito nell’impensabile. Nonostante le difficoltà. Sarà possibile continuare lungo questa linea?
Ripresa grazie a turismo e attività industriale
Il nostro paese fa così difficilmente meglio delle attese che viene normale fare certe considerazioni. A ogni modo il Fondo monetario internazionale ha rilevato come questo anno l’Italia abbia fatto meglio di quello che ci si aspettava. E che la crescita dovrebbe raggiungere il 3%, grazie anche alla ripresa dell’attività industriale e del turismo.
Peccato che già il prossimo anno, secondo l’istituto internazionale, ci si dovrà aspettare un “significativo rallentamento” per colpa, almeno parzialmente, dei prezzi troppo alti dell’energia. Motivazione per la quale è importante andare avanti con le riforme, soprattutto in questo quadro dove l’incertezza politica torna a fare pressione.
Anche l’agenzia S&P che conferma il rating dell’Italia BBB si preoccupa per le riforme e per tal motivo rivede al ribasso l’outlook che passa da positivo a stabile. La caduta del governo rappresenta per l’istituto un rischio di stop nella strada di crescita del nostro paese. “L’outlook stabile”, spiega infatti, “riflette i rischi che un rallentamento o un rovesciamento delle riforme” potrebbero avere sui conti pubblici e sull’economia italiana, soprattutto in questo contesto difficile per il Belpaese dal punto di vista energetico e dell’inflazione.
Stime Fmi prima della caduta del Governo Draghi
Va detto allo stesso tempo che l’agenzia non pensa ci possano essere dei rischi a breve termine per il bilancio sebbene queste nuove elezioni arrivino in un momento difficile sia per l’Italia che per l’Europa. Tra l’altro il possibile stop dei flussi di gas dalla Russia, sempre secondo S&P porterebbe l’Italia ha registrare una crescita negativa del PIL fino al 2024. “Questo è un momento importante perché ci sono numerose riforme e programmi nell’ambito del piano europeo“, aggiungono dal Fmi. “Ci auguriamo che le riforme siano fatte, sarebbero utili per l’Italia. Qualsiasi sarà il governo al potere ci auguriamo che le sostenga“. La revisione delle stime infatti è stata fatta prima della caduta del Governo Draghi e tendendo conto delle riforme già impostate.
Va detto che le stime del Fmi per quel che concerne l’Italia sono comunque parte di un contesto generale mondiale di rallentamento della crescita. La stessa che soffre l’attacco dei russi in Ucraina e l’alta inflazione. Soprattutto quest’ultima, secondo il fondo, deve essere considerata preoccupazione primaria generale, il nemico da combattere.