Brutte notizie per l’economia nostrana: anche il Fondo Monetario Internazionale, dopo Bankitalia, taglia le stime di crescita del nostro paese, catapultandoci tra gli stati che “zavorrano” la crescita globale.
Non sarà felice di questo in particolare il vicepremier Luigi Di Maio che aveva commentato con un “tanto sbaglia sempre” i dati e gli allarmi diffusi dalla Banca Centrale Italiana. Anche Fmi è d’accordo con le stime dell’istituto in quanto a cifre: anch’esso infatti ha abbassato le previsioni allo 0,6% per il 2019. Ben quattro decimali rispetto a tre mesi fa e un numero che essenzialmente potrebbe anche peggiorare, se lo spread dovesse rimanere alto: insomma, questo boom tanto decantato dalla politica potrebbe non esserci.
Senza contare poi che non si tratta di un dato rivisto per motivazioni internazionali: si tratta di un problema tutto nostro che addirittura rischia di fare da zavorra agli altri paesi. Dopo il braccio di ferro sui dazi tra Cina e Stati Uniti, sembra proprio che l’altra motivazione di calo delle stime generali del Pil sia legato alla Germania ed all’Italia ed alle “preoccupazioni sui rischi sovrani e finanziari che ha schiacciato la domanda interna”: numeri alla mano il Pil globale rallenta quest’anno di due decimali al 3,5%, l’area euro dello 0,3% fermandosi a quota 1,6%.
E sebbene rispetto al periodo di scontro con l’Europa per la manovra lo spread sia sceso, il Fondo Monetario Internazionale sottolinea che “un prolungato periodo di differenziale alto potrebbe mettere sotto pressione le banche italiane, pesare sull’economia e peggiorare la dinamica del debito“. Insomma davvero nulla di cui essere felici visto che siamo già vittime della “debolezza della domanda interna” e “degli oneri più alti sul credito dovuti alle pressione ancora alte sui rendimenti dei titoli governativi“.