L’inflazione in Argentina ha toccato un livello record: ben il 108,8%. Un dato che fa quasi sembrare irrisori problemi che nell’Unione Europea stiamo sperimentando con i nostri valori.
Il peso dell’inflazione sull’economia argentina
Ovviamente il dato dell’inflazione pesa in maniera rilevante sull’economia argentina, facendo partire un effetto domino che potrebbe avere un potenziale finale disastroso. Il paese sudamericano non è l’unico stato a dover combattere con un’inflazione a tre cifre. Insieme a lei vi sono anche lo Zimbabwe, il Sud Sudan, il Libano e il Venezuela. Tutti i paesi alle prese con situazioni decisamente difficili da gestire.
Accompagnati, tra l’altro, da tassi di interesse legati al denaro davvero impossibili. Basti pensare che all’interno delle misure che il ministro dell’Economia argentino Sergio Massa ha annunciato si sta tentando di evitare di inserirci un rialzo ulteriore dei tassi al 97% dopo quello al 91% di qualche settimana fa.
L’obiettivo ovviamente è quello di contrastare un possibile default. Ma è evidente che l’inflazione e i problemi legati alla valuta del paese non rendono assolutamente facile la situazione. Anche perché, con molta probabilità, il peso argentino si troverà a combattere con una nuova svalutazione rispetto a quella che già quotidianamente avviene nei confronti del dollaro.
Il ministro dell’Economia è anche uno dei potenziali prossimi candidati alla Presidenza con le elezioni di ottobre. “Chi di noi governa”, ha sottolineato, “deve dimostrare come risolve i problemi del presente e come progetta il futuro”. Senza perdere tempo, ha continuato, in politiche interne sterili solo sinonimo di vanità.
Tentare di allontanare lo spettro della crisi
Un consiglio che senza dubbio per primo è chiamato lui a seguire. Chiunque sta studiando da vicino la situazione economica argentina non si aspetta un grande cambiamento prima delle elezioni. Ma semplicemente che verrà stabilizzato il tutto al fine di evitare un crollo prima delle elezioni. In modo tale da dare tutte le responsabilità di gestione e risoluzione della crisi a chi entrerà in carica il prossimo dicembre.
La maggior parte degli elettori in Argentina pensa che il governo peronista non verrà riconfermato. Quel che è importante comprendere a prescindere da tutto e che in qualsiasi modo debbano essere evitate le condizioni che hanno portato in una crisi come quella del 1989.
Ed è anche per tale ragione che l’Esecutivo ha deciso di lavorare sul mercato dei cambi per contrastare la svalutazione quotidiana del peso almeno in modo parziale. Non è facile, anche per la presenza di un’inflazione così alta. Diventa difficile infatti spingere la popolazione al consumo e a spendere chiedendo allo stesso tempo di non cambiare i propri risparmi in dollari.
Messa, dal canto suo, si sta muovendo su un terreno istituzionale chiamando in causa il Fondo monetario internazionale punto per quale ‘motivo? Per concordare un’erogazione dei prestiti concordati di tipo anticipato. Forte del fatto che l’Fmi è stata abbastanza supportiva nei confronti dell’argentina finora.